Attualità /L'INTERVISTA

Il Prefetto di Firenze: “Una frattura nella coesione sociale, le mafie rischiano di entrare anche qui”

Massima attenzione sugli appalti, soprattutto nella sanità. “Accordo con Regione e Asl per aumentare i controlli”

Il livello di attenzione è massimo perché basta poco e tutto si sgretola. La crisi sanitaria, economica e sociale sono le conseguenze dirette di una pandemia che ha paralizzato le relazioni, i viaggi e il lavoro di milioni di persone. Il nuovo Prefetto di Firenze, Alessandra Guidi, insediata da meno di un mese, ha trovato sul tavolo molte questioni aperte e il lavoro è a flusso continuo per superare questa palude. “E’ come se la catena economico-sociale si fosse spezzata – spiega – rischiando di provocare una frattura nella coesione sociale foriera di tensioni, che pone drammaticamente in risalto il tema occupazionale soprattutto nei settori collegati al turismo. La Città Metropolitana di Firenze racchiude un territorio finora ricco e prospero, nel quale rischiano di esplodere tensioni sociali legate proprio allo stress cui è sottoposta l’economia del territorio”.

Con il contesto sociale che diventa più fragile, c’è il rischio di infiltrazioni mafiose anche sul nostro territorio?

Non c’è in Toscana e a Firenze un reale fenomeno di radicamento, direi più che altro tentativi “a macchia di leopardo”. Qui manca di fatto il consenso sociale alle organizzazioni criminali e alle mafie e, anzi, esistono tra cittadini e istituzioni una sostanziale identità antimafiosa e una sensibilità ai valori della legalità e della giustizia sociale. Ma questo non deve far sottovalutare il fenomeno perché la situazione attuale porta con sé opportunità per le compagini criminali ed i tentativi di infiltrazione sono – come ha dimostrato l’attività svolta sino ad ora da Magistratura, Forze di Polizia e Prefettura – più subdoli e insidiosi.

Che tipo di opportunità?

Avendo fatto del turismo e delle relazioni commerciali internazionali l’ossatura della nostra economia, rischiamo oggi di vivere una crisi strutturale che, se non adeguatamente affrontata, potrebbe far emergere nuove marginalità o generare tensioni sociali. La crisi di liquidità e l’incertezza per numerose attività aumentano il rischio di infiltrazioni di gruppi esterni con la diffusione di un’economia opaca, speculativa e contraddistinta da fenomeni usurai così come da riciclaggio di denaro sporco.

La pandemia ha creato nuove povertà, specie tra commercianti, lavoratori autonomi e nel turismo

Avete registrato un aumento dei casi di usura e estorsione?

Al momento no. Nel periodo gennaio–settembre 2019-2020, i dati (non ancora consolidati e quindi da esaminare con la dovuta cautela), mostrano una sostanziale invarianza delle denunce per usura, sempre in numero assai contenuto, e un netto calo delle denunce per estorsione (-27%). Detto questo, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia, lo scenario è in evoluzione. Il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e l’Osservatorio Antiusura istituito in Prefettura nell’aprile 2019 servono proprio per intercettare “atteggiamenti cravattari” o tentativi infiltrativi di soggetti che potrebbero proporre di sostenere e in qualche modo aiutare imprese che, a causa della crisi, non hanno oggi più la forza di continuare.

Gli appalti, soprattutto in ambito sanitario sono l’altra calamita per le organizzazioni criminali. 

Stiamo lavorando a un protocollo antimafia tra tutte le Prefetture toscane e la Regione Toscana, le Aziende Sanitarie e le organizzazioni sindacali per rendere più incisive le verifiche nel settore degli appalti regionali, con la creazione di una banca dati dei cantieri che possa permettere un rigoroso controllo anche nella fase successiva all’aggiudicazione. Una misura che si unisce al costante monitoraggio degli altri settori economici con le Forze di Polizia, la Procura Distrettuale Antimafia e la Direzione Investigativa Antimafia, insieme alle organizzazioni sindacali e le Camere di Commercio, al fine di intercettare subito i cambi societari o le compagini aziendali sospette. Anche grazie a questa importante azione, da aprile a dicembre di quest’anno, sono state adottate 9 interdittive antimafia. Abbiamo coinvolto anche l’Università di Firenze e la Galleria degli Uffizi, per implementare le verifiche sugli appalti e abbassare la soglia di applicazione dei controlli antimafia.

Il rapporto con il territorio, le sue realtà e le istituzioni resta fondamentale. Che azioni avete messo in campo?

Siamo sempre in contatto con i Sindaci, con un costante scambio del flusso di informazioni. La crisi è grave e rischia di generare e accelerare i processi infiltrativi. La pandemia ha creato nuovi profili di marginalità e povertà, specie tra commercianti, lavoratori autonomi e soggetti impiegati nel turismo e nella ristorazione. Siamo attivi sul tavolo dell’emergenza abitativa, dell’accesso al credito per le famiglie e le imprese e per il rilancio dell’economia e della competitività del territorio, alleggerendo gli aspetti burocratici a carico delle imprese. I livelli pre-pandemia sono lontani, ci vorrà tempo, e l’attenzione deve restare massima e costante”.

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