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Ritorno alla terra: i giovani imprenditori coltivano il futuro dell’agricoltura toscana

La quindicesima tappa del format “Accènti Intoscana” è dedicata ai ragazzi e alle ragazze che grazie al bando promosso da Giovanisì hanno aperto la loro azienda agricola

Hanno scelto di vivere e lavorare in campagna, a contatto con la natura e gli animali, inseguendo un sogno che avevano sin da bambini e che ora sono riusciti a trasformare in un’azienda innovativa e moderna, che affonda le radici nella storica tradizionale agricola della Toscana.

Sono i giovani imprenditori agricoli protagonisti della quindicesima puntata di “Accènti Intoscana”, il format video di Fondazione Sistema Toscana che racconta le esperienze nate grazie alle opportunità del progetto regionale per le nuove generazioni.

La Toscana punta sui giovani agricoltori

La Regione Toscana infatti, nell’ambito del progetto Giovanisì, attraverso il bando “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori – Pacchetto Giovani”, offre la possibilità, ai giovani under 41, di ottenere un premio a fondo perduto di almeno 40milaeuro per l’avviamento dell’attività agricola e dei contributi agli investimenti. Il bando è finanziato con risorse del PSR FEASR e promuove il ricambio generazionale in agricoltura, incentivando nuove imprese condotte da giovani, che con la propensione ad una maggiore dinamicità imprenditoriale, all’innovazione,  all’ammodernamento e alla diversificazione delle attività aziendali possono contribuire ad aumentare la redditività e competitività del settore agricolo in Toscana.

Bernard Dika con Francesco, uno dei beneficiari del bando per giovani imprenditori agricoli

un bell’esempio per tanti giovani

Grazie al bando “Pacchetto Giovani” sono state aperte oltre 1200 nuove imprese agricole.

“La Regione Toscana abbatte le difficoltà iniziali per poter aprire un’impresa e questo è importantespiega Bernard Dika, consigliere per l’Innovazione e le politiche giovanili del presidente della Regione Toscana, Eugenio Gianiperché grazie al progetto Giovanisì tanti giovani possono diventare i primi imprenditori agricoli in famiglia, in un settore come quello dell’agricoltura che è strategico. Siamo orgogliosi di vedere giovani imprenditori agricoli che inseguono la loro passione e sono felici di fare questo mestiere, che rispecchia totalmente il sogno che loro avevano in mente e sono davvero un bell’esempio per tanti giovani.”

Diamante nel suo caseificio

L’allevamento di capre e l’agriturismo di Diamante

Il viaggio di “Accènti Intoscana” è partito dalle colline sopra Pistoia. Qui, nel piccolo borgo di Villa di Cireglio, Diamante, che oggi ha 27 anni, dopo una laurea in Archeologia Medievale ha aperto nel 2015, grazie al bando della Regione, la sua azienda agricola “Ninfe di bosco”, coronando così il suo amore per la natura. Infatti si occupa principalmente di allevamento di capre di razza Camosciata delle Alpi e trasforma il latte direttamente nel suo caseificio agricolo, producendo prodotti stagionali che rispettano i cicli produttivi e riproduttivi dei suoi animali.

“Adoro lavorare con gli animali, dalle mucche alle capre – racconta Diamante – mi dà soddisfazione avere con loro un legame anche affettivo e di connessione, tutti hanno la loro individualità e io ne tengo conto durante il lavoro, è un rispetto che per me è necessario.”

Diamante crede molto nelle potenzialità che i territori marginali e rurali come il suo offrono e per questo porta anche avanti un’attività di agriturismo e fattoria didattica, proponendo a persone di tutte le età soggiorno ed eventi speciali a contatto con la natura e degustazioni.
“Il mondo dell’agricoltura necessita sempre più di capacità imprenditoriale, l’agricoltura senza una mentalità aperta e competitiva non può trovare concretezza. Il mio sogno? Continuare a crescere, non dimensionalmente nella qualità dell’offerta verso il cliente” conclude Diamante.

Francesco nel suo allevamento di conigli

Il podere di Francesco a Larciano

A Larciano, sempre in provincia di Pistoia, Francesco ha aperto la sua società agricola “Riccio di Manu” recuperando una tradizione familiare. Francesco infatti, che oggi ha 33 anni, è cresciuto in una famiglia che da sempre alleva animali per autoconsumo e, sin da bambino, ha maturato una passione per l’allevamento, soprattutto grazie al tempo trascorso insieme ai nonni.
Si è diplomato all’Istituto Tecnico Agrario di Pescia per poi iscriversi al corso di Scienze delle produzioni animali all’Università di Pisa e dopo la laurea, beneficiando del Bando per giovani imprenditori agricoli, ha ottenuto i fondi necessari per  avviare la sua attività.

“Ho deciso di prendere in mano il sogno di ristrutturare il casale e il podere dei miei nonni, che era rimasto nel cassetto di famiglia, e trasformarlo in un lavoro” racconta Francesco, che nel 2016 ha beneficiato anche di un altro bando promosso dalla Regione Toscana, sempre nell’ambito del progetto Giovanisì, per realizzare investimenti per migliorare la prestazione e la sostenibilità della sua azienda.

La sua azienda si occupa di allevamento all’aperto di pollame e conigli, con stabilimento di macellazione annesso. L’obiettivo di Francesco è quello di fornire alla clientela un prodotto di nicchia, diverso da quelli che normalmente si trovano in commercio, etico e radicato nei saperi e nelle tradizioni della sua famiglia.

“Dietro a quello che finisce tutti i giorni nel nostro piatto ci può essere una tradizione, un’etica e un rispetto, chi vive l’allevamento degli animali ha una grande passione verso gli animali stessi, e io cerco tutti i giorni di trasmettere questi valori nel mio lavoro” conclude Francesco.

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