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“Io e Dante” di Valentina Iosco: anche il Sommo Poeta può diventare virale

Dopo un “colpo di fulmine” scoppiato proprio durante il lockdown è nata una storia d’amore, quella tra Valentina e Dante separata da bene sette secoli

Valentina Iosco

Valentina Iosco ha 25 anni e sta per laurearsi all’Università per stranieri di Siena in Filologia Moderna con una tesi su “La vita nuova” una delle opere forse meno note di Dante Alighieri. Il suo profilo instagram “Ioedante” nato nel maggio del 2020 per celebrare i versi della Divina Commedia è diventato in pochissimo tempo virale.

Quasi tutti i giorni Valentina condivide infatti brevi video in cui spiega le terzine dantesche svelando curiosità e particolarità della lingua e del lessico creato da Dante che, come sappiamo, è alla base della lingua italiana che ancora oggi tutti noi parliamo.

Dopo un “colpo di fulmine” scoppiato proprio durante il lockdown è nata dunque una storia d’amore, quella tra Valentina e Dante separata da bene sette secoli.

Ecco la nostra intervista

Ciao Valentina! Come nasce la tua passione per Dante?

Tutto è nato perchè stavo studiando per un esame il Purgatorio. Lì forse c’è stato l’apice della passione che mi ha trasmesso la professoressa che mi insegnava la Storia della lingua italiana. C’è stato come uno scatto dentro di me, ho iniziato ad informarmi oltre quello che dovevo studiare, volevo fare sempre di più. Così ho pensato perchè non condividerlo dato che siamo tutti in quarantena. Volevo mettermi alla prova e così ho aperto un profilo Instagram che poi è anche un po’ una sfida con me stessa, tante cose le scopro man mano.

La cosa che mi colpisce del tuo profilo è che è davvero divertente, sei bravissima a comunicare Dante. Spesso quando uno lo studia al liceo è un po’ noioso…

Grazie! Pensa che io non avevo un bel ricordo di Dante al liceo. La professoressa che avevo all’epoca mi aveva totalmente allontanato da lui. Quando penso a quel periodo ci penso sempre con un po’ di amarezza. Mi sono resa conto che Dante aveva tante cose da dirmi ma io non riuscivo a capire cosa. Forse non ero pronta. Mi sono sempre ripromessa che lo avrei recuperato e quella promessa l’ho mantenuta. Sono contenta di diffondere l’idea che Dante non è irraggiungibile, tutti se vogliono possono tirarne fuori qualcosa che non deve essere per forza pesante.

Quest’anno sono i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Quando lo ritraevano ha sempre questa espressione severa, quasi arcigna, te che idea ti sei fatta sul Dante “uomo”?

Boccaccio è il primo che trasmette questa idea di Dante pensieroso, corrucciato, con le sopracciglia sempre inclinate. Io me lo immagino come un uomo solitario, che voleva disperatamente tornare a Firenze ma non poteva tornare nella sua città. Forse più che arcigno era triste data la vita che ha dovuto fare viaggiando da un posto all’altro a causa dell’esilio. 

Cosa ne pensi del fatto che nelle sue opere ha parlato tantissimo del suo amore per Beatrice, ma non parla mai della moglie Gemma Donati

Hai ragione della moglie non cita neanche il nome, non appare mai in nessuna opera, ma è una cosa che si inserisce nel suo “lavoro” che era quello di poeta. D’altra parte chissà cosa poteva pensare Gemma leggendo le parole d’amore di Dante per Beatrice, ci sono dei punti oscuri su questa vicenda.

Preferisci l’Inferno, il Purgatorio o il Paradiso?

Il Purgatorio perchè è la cantica più umana, è quella in cui c’è l’amicizia, il perdono. Parla di persone che si pentono spesso all’ultimo secondo. Studiandolo meglio io l’ho trovato molto emozionante. Poi nel trentesimo canto rivede Beatrice e per me è emozione pura!

C’è una frase o un verso che preferisci di Dante?

Ti direi questa frase riferita a Beatrice in cui per me è condensato tutto: “Io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto di alcuna”.

 

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