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La storia dei cuccioli di lupo salvati sull’Appennino diventa un film

Una pellicola racconta il salvataggio, la lunga riabilitazione e poi il reinserimento nell’habitat naturale: una lezione per tutti su cosa significa rispettare l’ambiente e la fauna

Ulisse e Achille dormono nella cuccia – © foto Elisa Berti

E’ diventata prima un libro e ora un film la storia di Achille e Ulisse i due cuccioli di lupo recuperati sui crinali al confine tra Emilia Romagna e Toscana nella primavera del 2016 e presi in cura dal Centro Recupero Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone.

La pellicola, dal titolo “Il contatto” è stata realizzata da Andrea Dalpian, che ha seguito la storia dei due cuccioli tra percorso di riabilitazione e ritorno in libertà. Dalla fine di dicembre 2021 è partita una presentazione a tappeto nelle città dell’Appennino.

Il film è stato presentato in anteprima al Festival Cinemambiente di Torino, e selezionato per il Portland Film Festival, il 25th Jihlava Film Festival, ha ottenuto una menzione speciale al Nature Without Border International Film Festival e ha vinto il Filmaker United Film Festival.

Il contatto’ di Andrea Dalpian, prodotto da POPCult e dal Centro Tutela Fauna Monte Adone, è un docufilm perché i veri protagonisti sono i due lupi, Achille e Ulisse. Il punto di vista è sempre il loro, al punto che “Il contatto” è stato definito un’esperienza sensoriale: attraverso la storia dei due cuccioli si ha modo di conoscere più da vicino i boschi dell’Appennino.

La storia di Ulisse e Achille ha conquistato lettori prima con il volumetto “I figli del bosco” di Giuseppe Festa edito da Garzanti, spettatori poi perché è davvero eccezionale. I lupi recuperati a poche settimane di vita, come nel caso in questione, di solito sono condannati alla cattività. Questa è la prima volta in Europa in cui si è provveduto al rilascio in natura degli animali, ormai adulti, dopo il necessario periodo di riabilitazione.

Il film, come accennato, viene proiettato sul territorio, per consultare il calendario si può visitare il sito: www.lupimonteadone.it. Al termine di ogni proiezione è previsto un incontro con gli autori del film e i responsabili del Centro Monte Adone per condividere un momento educativo, divulgativo e di confronto.

Un’esperienza unica in Europa

Il Centro Monte Adone ha adottato un percorso sperimentale per ridurre il contatto con l’uomo il più possibile. Parte attiva hanno avuto l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), i Carabinieri Forestali, il Wolf Apennine Center del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Ognuno ha dato il suo apporto e questo ha permesso, a distanza di un anno, ai due lupi di tornare liberi.

Ulisse e Achille esplorano l’ambiente circostante – © foto Paola Fazzi

Vista l’unicità di questo caso, abbiamo deciso di documentare tutto il loro percorso di riabilitazione al Centro, in primis per non perdere informazioni preziose, molto utili per eventuali casi futuri. Da oltre dieci anni il Centro può contare sulla preziosa collaborazione di POPCult con cui si è instaurato un rapporto di reciproca fiducia e stima, basato sulla condivisione non solo del rispetto e dell’amore verso gli animali e la natura, ma anche dell’etica gestionale che è da sempre alla base delle nostre scelte – racconta Elisa Berti, direttrice del Centro Tutela Fauna Monte Adone -. È quindi insieme a loro che abbiamo deciso di condividere il materiale raccolto durante questo periodo, nella convinzione che raccontare storie come questa sia importante per sensibilizzare ed educare ad un corretto rapporto uomo-animale-ambiente“.

In questi anni il centro si è occupato di migliaia di animali selvatici feriti o in difficoltà provando a condividere queste esperienze nel totale rispetto dell’animale attraverso il mezzo dell’audiovisivo. “È proprio da questa considerazione che è nata l’idea di realizzare un film documentario che rappresenti un’occasione unica per condividere con il ‘mondo esterno’ il lungo percorso di questi due lupi al Centro, per coinvolgere le persone in questa storia straordinaria, facendo sì che i due lupi possano diventare importanti ambasciatori per la loro specie”, conclude Elisa Berti.

Il film ha il pregio di affrontare il tema della presenza dei lupi in Appennino da una diversa prospettiva, soprattutto alla luce dei ripetuti episodi degli ultimi che li segnalano in azione anche nelle vicinanze di centri abitati. Come emerge con chiarezza da questa storia spesso alcuni dei comportamenti adottati dagli animali selvatici sono la diretta conseguenza di azioni errate dell’uomo.

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