Attualità /L'INTERVISTA

L’assessore Stefano Ciuoffo: “Dai cittadini la prima barriera contro l’illegalità”

Un lavoro congiunto tra Regione Toscana, Avviso Pubblico, Libera, Fondazione Caporetto  e altre realtà per coinvolgere le scuole

Le mafie si combattono anche tra i banchi, nelle scuole, “è la prima difesa alla cultura dell’illegalità”. L’assessore regionale alla Legalità, Stefano Ciuffo, vuole rivolgersi soprattutto ai giovani per creare attraverso la cultura e l’insegnamento la prima barriera contro la criminalità e le sue infiltrazioni in contesti difficili e resi più fragili dalla pandemia.

Assessore, come si promuove questa cultura alla legalità?

Con Avviso Pubblico, Libera, Fondazione Caponnetto, Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili e altre realtà, oltre che con i rappresentanti delle forze dell’ordine, abbiamo da tempo istituito in Regione un tavolo sulla legalità dove confrontarci e coordinare le attività. Principalmente ci vogliamo rivolgere ai ragazzi affinché non si dimentichi cosa sono stati gli anni delle stragi mafiose. Per questo ci interessa la presenza nelle scuole, per raggiungere chi non ha vissuto direttamente e in prima persona quegli anni: dai cittadini consapevoli nasce la prima difesa e il primo argine all’illegalità.

La crisi e le tensioni sociali sono terreno fertile per le mafie. Come state monitorando questo fenomeno?

Con strumenti come il Rapporto redatto dalla Scuola Normale Superiore. Con altre iniziative sul territorio teniamo alta la guardia coinvolgendo gli studenti. Le mafie si combattono innanzitutto con la cultura e l’insegnamento.

La corruzione nel pubblico è un fenomeno criminale molto diffuso. Con l’arrivo dei fondi europei, saranno a disposizione ingenti somme che fanno gola alle organizzazioni mafiose: come agire per evitarlo?

In Toscana non si può parlare della corruzione come fenomeno diffuso: ci sono certamente dei casi che si sono verificati, ma non certo ai livelli di altre regioni. La Regione ha dotato di un sistema di alert le procedure degli appalti che segnala anomalie nelle gare. Abbiamo investito molto sulla formazione del personale, perché avere funzionari e dipendenti che sanno capire che in una gara qualcosa non va, e che lo segnalano, è il primo passo per fermare fenomeni di corruzione.

I beni confiscati alle mafie sono un patrimonio fondamentale per le comunità. Come valorizzarli?

Numerosi sono stati i beni confiscati negli anni anche in Toscana: il più importante, divenuto simbolo di riscatto, è la tenuta di Suvignano, situata nei comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo nel senese.

E proprio per discutere della gestione di tali beni in Toscana ho avuto un primo confronto con il direttore dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, il prefetto Bruno Corda. Vorremmo che tali immobili fossero simboli della legalità, affidando loro una funzione sociale ed educativa. Stiamo discutendo insieme per scegliere le progettualità migliori e più confacenti per tale scopo.

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