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“Looking for Negroni”, la storia del famoso cocktail nel film di Federico Micali

Sulle tracce della vita del suo creatore, il conte Camillo Negroni, ricostruita dal barman Luca Picchi, il docu-film ricostuisce la storia di una delle bevande alcoliche tra le più famose al mondo, creata in una antica drogheria di Firenze

Claudio Bigagli in Looking for Negroni - © Foto produzione del film

Negroni, il cocktail che deve il suo nome all’omonimo conte fiorentino

Una storia che parte da Firenze, quella legata alla nascita di uno dei più famosi cocktail al mondo: protagonisti un bar drogheria in via de’ Tornabuoni, il Casoni e un Conte che alla fine degli anni  ’10 del ‘900 vi si recava abitualmente per chiedere “il solito”, nel salotto buono della città, dove, nello stesso periodo, si costruivano i più bei palazzi, come lo stabile in piazza Strozzi dove oggi ha ancora sede il cinema teatro Odeon, capolavoro di Art Déco. Via de’ Tornabuoni, già ai tempi, era la via del passeggio e delle belle boutiques, ma nella quale si respirava ancora l’aria autentica della città e vi si potevano trovare drogherie di qualità, come il Casoni, o la gastronomia Procacci, che deliziava gli avventori con i suoi panini tartufati, bottega a conduzione familiare fondata nel 1885, ancora oggi patrimonio di Firenze. Ed è proprio in questo scenario primo novecentesco che nacque il cocktail per eccellenza, uno dei più noti e consumati al mondo, il Negroni, che proprio dal conte Camillo Negroni prese il nome. Perché un giorno, intorno al 1917 – 1918, il Conte chiese al barista del Casoni, Fosco Scarselli, di unire una misura di Gin ad una bevanda già in voga all’epoca, Bitter con il Vermuth rosso e soda, andando ad aumentarne la gradazione alcolica, senza alternarne il colore e quel particolare sapore dolce-amaro.

L’arte della Mixology e la “Golden Age of Cocktail” americana

Oggi la mixology è diventata una vera “arte”, riservata a barman preparati, che conoscono quali ingredienti e in quali dosi miscelarli in un cocktail: ma anche senza una particolare preparazione, il conte Negroni ebbe una felicissima intuizione, creando un mix ideale, amato dai palati di tutto il mondo. In particolare incontrò il gusto degli Americani, che nel frattempo stavano vivendo quella che viene definita la Golden Age of Cocktail, ovvero quel periodo, dal 1860 fino ai primi decenni del ‘900, quando avevano imparato ad apprezzare le bevande alcooliche mixate: una consuetudine molto amata e praticata, fino agli eccessi, tanto da essere individuata come una delle possibili cause che avevano portato al cosiddetto Proibizionismo, in vigore negli Stati Uniti dal 1920 al 1933. Basti pensare che nel 1862 era stata scritta la prima guida per i barman d’America, firmata da Jerry Thomas, considerato il padre della mixology americana.

Il documentario Looking for Negroni di Federico Micali, porta sul grande schermo la storia del cocktail ricostruita dal barman Luca Picchi

Oggi, su questa incredibile storia, il regista fiorentino Federico Micali, ha realizzato un docu-film, Looking for Negroni, prodotto da Art Film Kairos e Rai Cinema, sostenuto da Toscana Film Commission nell’ambito di Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema e da Campari. Federico Micali è andato sulle tracce del conte Camillo Negroni, seguendo la storia ricostruita dal noto barman Luca Picchi, che ha scritto sull’argomento ben due libri, che ripercorrono, tra storia e leggenda, la nascita di uno dei cocktail più famosi al mondo, che nasce, come per magia, dalla miscela di una misura di Gin, in un composto alcolico di Vermouth e Bitter.
Come ha ben ricostruito Luca Picchi, Camillo Negroni, era stato  a sua volta influenzato da quel grande paese che avrebbe poi  dimostrato di gradire molto il “Negroni”: il conte aveva infatti riportato in Italia il gusto di mixare in voga negli Stati Uniti d’America, dove si era recato nel corso dei suoi viaggi. L’inventore del cocktail era infatti fuggito all’estero in seguito ad una lite con la famiglia. Una volta arrivato negli Usa aveva fatto il mandriano al confine tra l’Alberta e il Montana per poi approdare a New York, dove aveva fondato una scuola di scherma a Manhattan, vivendo anni di esperienze intense, che poi aveva riportato nella sua Firenze. All’inizio, gli avventori del Casoni chiedevano al barista un cocktail “Americano, alla maniera del Negroni”, diventato poi per tutti, semplicemente il “Negroni”.
Il documentario è già stato inserito nella prossima stagione dei palinsesti televisivi Rai, che ha coprodotto il documentario. Ma per i Fiorentini sarà possibile vederlo in anteprima, mercoledì 23 giugno, alle ore 21.00, al cinema La Compagnia di Firenze, alla presenza del regista.

Ad interpretare il conte Camillo Negroni, l’attore italiano Claudio Bigagli

Tra gli interpreti del docu-film di Federico Micali, nei panni del conte Negroni, l’attore Claudio Bigagli, noto al grande pubblico per essere stato uno dei protagonisti del film, premio Oscar, Mediterraneo, di Gabriele Salvatores, nel ruolo del saggio e paziente tenente Raffaele Montini. Nel cast, anche gli attori toscani Daniele Favilli, Francesco Ciampi e Silvano Panichi. Nel docu-film ci sono inoltre i contributi di importanti barman, maestri della miscelazione quali – oltre allo stesso Picchi- David Wondrich, William Arias Ortega, Leonardo Leuci, Alessandro Procoli e Fulvio Piccinino.

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