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“Ma quale flop!”, in Toscana boom di docenti che hanno chiesto il sierologico

Sono oltre 39 mila i docenti che hanno effettuato il prelievo per la ricerca degli anticorpi anti-SARS-CoV-2. Un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale. Belardinelli (Regione Toscana): “La nostra banca dati di sieroprevalenza è più ampia di quella ministeriale”.

© angellodeco

Ma quale flop, in Toscana sono oltre 39 mila i docenti che si sono sottoposti volontariamente ai test sierologici prima del rientro in classe . Una flotta di maestre, maestri, professori, professoresse, dal 24 agosto, giorno in cui sono state aperte le prenotazioni per eseguire il test offerto dalla Regione Toscana, hanno chiesto di sottoporsi alla campagna di screening.

“Il primo giorno avevamo già 10 mila prenotazioni”, a parlare è Andrea Belardinelli, responsabile Sanità digitale e innovazione di Regione Toscana, è stato lui a mettere in piedi in tempi record l’applicativo web per le prenotazioni dei test sierologici.

Belardinelli ci spiega che oltre ai test effettuati presso gli 85 punti prelievo collocati in tutta la Regione sono circa 3 mila i test MMG eseguiti tramite il medico di medicina generale. La campagna lanciata dalla Regione Toscana e rivolta al personale scolastico, lasciava (anzi lascia perché è tutt’ora in corso) piena facoltà ai docenti di scegliere se effettuare il prelievo tramite il proprio medico di famiglia o presso una delle strutture ambulatoriali delle Aziende USL prenotando autonomamente il test sul sito htpps://rientroascuola.sanita.toscana.it.

Ed è stata senza ombra di dubbio la modalità più utilizzata.

Dal suo computer Belardinelli ha un quadro sempre aggiornato delle richieste per il test: anche mentre parliamo continuano ad aumentare, nel giro di poco più di venti minuti altri trenta docenti hanno effettuato la richiesta che sarà smaltita a stretto giro.

I numeri dei test sierologici ai docenti

Dal 24 agosto al 12 settembre hanno prenotato il test sierologico per la ricerca degli anticorpi anti-SARS-CoV-2 quasi 58 mila docenti, di questi oltre 39 mila sono già stati refertati, i positivi (ovvero coloro che hanno dovuto eseguire anche il test molecolare) sono stati 291. Si calcola che solo il 3% risulti poi anche positivo al Covid-19.

Ma allora perché c’è chi ha parlato di campagna “flop” a livello nazionale?

Il responsabile regionale ci dice questo: “Quando abbiamo iniziato la campagna di screening sui docenti in molti erano dubbiosi, invece in poche ore sono iniziate ad arrivare le prenotazioni, le vedevo aumentare di ora in ora. Questo perché i professori si sono trovati di fronte un sistema di prenotazione semplice, immediato, e sapevano che in meno di 24 ore avrebbero saputo se avrebbero dovuto fare il tampone per sospetto Covid o no. In molte altre regioni è tutto più macchinoso, il docente si sente perso dentro un limbo e il rischio che rinunci è alto. In Toscana, fin dall’inizio dell’emergenza, abbiamo puntato sullo screening per mappare e contenere i contagi servendoci di una app “A casa in salute” che è stata la prima ad essere rilasciata in Italia .

I cittadini potevano registrare i risultati del proprio test sierologico, geolocalizzarsi, indicare il proprio stato di salute ecc. Non è una app di contact tracing ma serve a noi per individuare all’occorrenza la nascita di un focolaio ed intervenire. Si sono sottoposti alla nostra campagna di screening intere categorie professionali. Adesso possiamo dire di avere un’enorme banca dati di sieroprevalenza, sicuramente più ampia di quella ministeriale”.

Più ampia di quanto?“L’indagine avviata dal Ministero della Salute in collaborazione con Istat si è basata su un campione di 150 mila persone, i test eseguiti dal 25 maggio al 15 luglio sono stati 64.660. Noi in Toscana abbiamo refertato 342 mila test”.

Sono numeri in netta controtendenza rispetto al quadro nazionale.

Per fare un confronto che rende bene l’idea dell’alta adesione registrata nella nostra regione, si pensi che, da quanto riferisce il sito istituzionale, in Emilia Romagna i test eseguiti al 4 settembre erano poco più di 25 mila.

Che dipenda soltanto dallo spiccato senso di responsabilità dei toscani? Sicuramente i toscani non si sono tiranti indietro, per sé stessi e per gli altri. Ma non è solo questo. Riesce difficile pensare che la paura di un risultato positivo possa aver tenuto alla larga il corpo docente dall’eseguire i test prima di riprendere servizio. Non convince la tesi che i professori siano stati reticenti per non dover sottomettersi all’isolamento in attesa del test. Non è da escludersi certo, ma forse vale la pena fare una riflessione più approfondita. Non dobbiamo sottovalutare il peso che può avere una macchina amministrativa che funziona bene. Belardinelli ne è sicuro: la semplicità di utilizzo e il buon funzionamento del sistema di prenotazione regionale (cui si è aggiunto un portale per scaricare il proprio referto da casa) ha contribuito al successo della campagna di screening regionale.

Lo si evince anche da alcune testimonianze di stima arrivate alla casella di posta dell’urp della Regione Toscana. Come quella della professoressa Cristina che ha voluto ringraziare la tempestività con cui è riuscita a prenotare il test e ad avere i risultati in meno di 24 ore sul proprio fascicolo sanitario “a differenza di colleghi di altre regioni che ancora devono capire come farlo e rassegnarsi a code chilometriche”.

C’è tempo fino al 30 settembre

La campagna sierologica per i docenti si sarebbe dovuta concludere a settembre ma è stato deciso di prorogarla:“È stesa almeno fino al 30 settembre, su esplicita richiesta del provveditorato, per dare tempo anche agli insegnanti, che sono stati assegnati all’ultimo minuto, di svolgere il test sierologico utilizzando lo stesso applicativo. Se fosse per me la terrei aperta sempre. I dati servono a questo: il nostro è stato fin dall’inizio un approccio basato sui dati , più dati abbiamo più possiamo adottare soluzioni mirate”.

Quelli sui docenti non sono gli unici dati che Belardinelli tiene costantemente sott’occhio. “Le interessa sapere come stanno andando i test della campagna “Movida..si cura”?” È lui che lo chiede a noi.

Ovviamente sì.

Eccoli allora: al 10 settembre erano stati eseguiti quasi 7 mila test . A sottoporsi ai test per lo più giovani dai 18 ai 31 anni. In prevalenza residenti in Toscana ma non solo: un dato curioso che emerge è che si sono messi in fila per il rilevamento anche ragazzi e ragazze residenti in altre regioni che magari si trovavano a trascorrere in Toscana l’estate, soprattutto lombardi e liguri.

Forse non è eccessivo affermare che la Toscana sta facendo scuola.

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