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A Palazzo Pitti in mostra il realismo onirico di Neo Rauch

A Firenze fino al 12 gennaio la prima grande retrospettiva italiana sul pittore di Lipsia, esposti 37 dipinti, molti dei quali realizzati appositamente pensando agli spazi della reggia medicea

Neo Rauch, Zustrom (Afflusso), 2016

Il realismo onirico del pittore tedesco Neo Rauch incanta Palazzo Pitti. Gli ambienti ottocenteschi dell’Andito degli Angiolini all’interno della reggia medicea saranno teatro della prima grande retrospettiva italiana dedicata al famoso artista originario di Lipsia. Curata da Max Seidel e Serena Calamai, la mostra durerà fino al 12 gennaio e accoglierà alcune 37 tele di svariate dimensioni realizzate da Rauch tra il 2008 e il 2019. L’articolata ed enigmatica estetica di Rauch, che mescola (spesso nello stesso dipinto) elementi e paesaggi tratti dal figurativismo e dal Romanticismo tedesco con gli stilemi del realismo di stampo socialista e le forme astratte e primordiali del surrealismo, si fonde dunque con l’ariosità geometrica delle architetture e delle decorazioni di Palazzo Pitti, creando un’alchimia visiva unica. Unicità arricchita dal fatto che Rauch ha creato, nel tempo, svariati dei dipinti oggi in esposizione pensando specificamente agli spazi della reggia: un’idea che all’artista era venuta proprio dopo aver visitato la fastosa residenza dei Granduchi. Protagonista della mostra è anche un autoritratto, che Rauch, per questa occasione, ha deciso di donare alle Gallerie degli Uffizi: entrerà a far parte della storica collezione del complesso museale.

“Quando sono stato per la prima volta in queste sale in Palazzo Pitti mi sono sentito subito a mio agio – ha dichiarato lo stesso Rauch – hanno un carattere intimo, come si conviene a un appartamento di un palazzo, hanno una bella coloritura. Qui lo spazio contribuisce alla pittura, lo spazio è esso stesso una pittura”. L’artista ha svelato anche alcuni segreti sulla sua particolare tecnica creativa: “Faccio un primo abbozzo, introduco nel dipinto delle figure senza sapere ancora quali funzioni spetteranno loro e poi il giorno successivo introduco una seconda figura o un edificio – racconta – queste dovrebbero intrecciarsi a un contesto sensoriale e non tendere sin dall’inizio verso un significato, è una differenza importante per me. C’è anche questo bellissimo momento di interazione, che mi piace paragonare a una partita di scacchi contro se stessi, perché quando gioco a scacchi con me stesso, allora devo sfrecciare attorno al tavolo e assumere il ruolo dell’avversario, e per mantenere attivo il principio del gioco, devo comportarmi diversamente da questa parte del tavolo che non dall’altra, devo fare qui le mie mosse impulsive e dall’altra quelle rigorosamente analitiche, o viceversa. Devo impersonare l’altro, e così mi comporto sulla tela, faccio una mossa con cautela e devo poi liberare la componente irrazionale, in modo da non soffocare il tutto”.

Neo Rauch nasce a Lipsia in Germania il 18 aprile 1960. Considerato uno dei più grandi artisti tedeschi viventi, è cresciuto con i nonni ad Aschersleben, dopo che i genitori erano morti in un incidente ferroviario avvenuto quando Neo aveva appena quattro settimane di vita. Ha studiato pittura alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia, e dopo la caduta della Repubblica Democratica Tedesca, ha lavorato per cinque anni (1993-98) come assistente di Arno Rink e Sighard Gille all’Accademia di Lipsia. Dal 2005 al 2009 è stato professore alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia. Vincitore di svariati premi e protagonista di numerose esposizioni in Germania e tanti altri paesi, tra i quali Belgio, Olanda, Austria, Canada, Usa. Il celebre attore americano Brad Pitt è un suo grande ammiratore e collezionista delle sue opere.

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