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La primavera dell’Orchestra della Toscana: podio internazionale con Andrea Battistoni, Donato Renzetti e Alpesh Chauan

In giro per la Toscana con grandi concerti, artisti al loro debutto con l’Orchestra e il ritorno di uno storico amico dell’ORT: Donato Renzetti

L’Orchestra della Toscana apre il mese di aprile con due produzioni in concerto nella sede fiorentina del Teatro Verdi, in giro per la Toscana e in trasferta fuori regione.

Il primo appuntamento è il 2 aprile debutta al Teatro Sociale di Mantova, la produzione numero 13 della Stagione 21/22 con che arriva sul palco del Verdi mercoledì 6 aprile ore 21.00.

Sarà questa l’occasione per ascoltare un talento del podio da noi misconosciuto, il veronese Andrea Battistoni. La sua carriera ha soltanto sfiorato l’Italia, senza metterci radici, benché nel 2012, a ventiquattro anni, lui abbia battuto un record, quello di più giovane direttore mai scritturato dalla Scala, dove ha diretto Le nozze di Figaro di Mozart. Lavora prevalentemente a Tokyo, dove è da anni il direttore principale dell’Orchestra Filarmonica della città.

L’ORT lo chiama per un programma centrato sul Novecento: il Notturno di Giuseppe Martucci (1901), L’uccello di fuoco di Stravinskij, il Divertimento per Fulvia di Alfredo Casella e la Rapsodia su un tema di Paganini di Sergej Rachmaninov, solista al piano l’ucraino Vadym Kholodenko, vincitore sette anni fa, in Texas, del prestigioso Concorso Van Cliburn.

Donato Renzetti © Monica Ramaccioni

Un amico storico dell’ORT torna sul podio, qualche giorno prima di Pasqua. È Donato Renzetti, che ne è stato il direttore stabile tra la fine degli anni ’80 e i primi del ’90, quando l’orchestra era appena nata e si chiamava Regionale Toscana.

Per questa rimpatriata (ora che lui si sta occupando di far crescere un’altra orchestra, la Filarmonica Rossini di Pesaro) si confronta con un capolavoro del tardo romanticismo, la Sinfonia Dal nuovo mondo di Antonín Dvořak, le Danze di Galánta di Zoltán Kodály, caposcuola novecentesco della scuola nazionale ungherese, e le Due invenzioni di Bruno Bettinelli, compositore con cui a Milano hanno studiato decine di grandi musicisti da Abbado a Muti, e perfino Gianna Nannini. Capofila di una piccola tournée regionale spetta al Teatro Politeama di Poggibonsi il 12 aprile; poi a seguire Empoli il 13, il Verdi di Firenze il 14 e chiude Pisa il 19 aprile.

Appuntamento fuori Firenze il 30 aprile: l’ORT è ospite della Stagione Concertistica Aretina con una produzione ad hoc all’Auditorium “Guido d’Arezzo”.

Sul podio Alpesh Chauhan già ospite dell’ORT lo scorso novembre. Nato a Birmigham nel 1990 e cresciuto in una famiglia numerosa dove si intrecciano radici africane e indiane, è bacchetta principale dell’Orchestra Toscanini di Parma fino al 2020, attualmente Ospite Principale a Düsseldorf e direttore Associato a Glasgow, nonché direttore musicale dell’Opera di Birmingham.

A lui è affidata la Sinfonia “Grande” di Franz Schubert (1828) riportata alla luce da Schumann un decennio dopo il rifiuto di eseguirla da parte degli strumentisti perché reputata troppo difficile. In apertura il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra op.58 di Beethoven, interpretato dal toscano Andrea Lucchesini

Alpesh Chauhan © Luca Pezzani

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