© Sheila Niccolai per Fondazione Sistema Toscana

Viaggi /TORNARE BAMBINI

La panchina gigante di Careggine: maxi attrazione d’artista in Garfagnana

L’opera è del designer americano Chris Bangle. Inaugurata nel 2019 è meta di viaggiatori ma anche gente del posto. Salendo sulla panchina gigante ‘si torna un po’ bambini’ e ci si può perdere nella bellezza delle Apuane da una prospettiva speciale

La vedi svettare da lontano, immersa nel verde intenso della Garfagnana. Gialla limone, appoggiata in cima al promontorio ‘dei Monti’ a Careggine, la panchina gigante dell’artista Chris Bangle è una delle maggiori attrazioni della zona, una maxi installazione dove sedersi e gustare il panorama delle Alpi Apuane. E’ la numero 55 in Italia su 120. In Toscana invece sono altre sette le panchine giganti tra il Chianti e la costa.

Una Big Bench che non ha solo l’obiettivo di essere ‘fotografata’ dai viaggiatori e di rappresentare dunque un’attrazione turistica: l’artista infatti ha progettato e costruito la sua prima  enorme panchina nel 2010  nella sua residenza e studio a Clavesana, un piccolo centro del Piemonte con poco più di 800 abitanti, con l’idea di stimolare le persone ad esercitarsi in un ‘cambio di prospettiva’ ma anche regalare l’opportunità  di tornare bambini per un po’ di tempo, quello che serve per godersi un tramonto, un’alba o qualche minuto immersi nella natura, perdendo lo sguardo nel paesaggio. In quell’anno la panchina dell’artista è diventata meta di ‘pellegrinaggio’ di tante persone incuriosite.

Innovazione contestuale

Quella che promuove Bangle altro non è che ‘innovazione contestuale’. Il designer ha più volte spiegato che “Siamo così ossessionati dallo scoprire cose sempre nuove che spesso ci neghiamo l’esperienza di sperimentare cose ben conosciute ma in un contesto diverso”.

E quello che vivi è proprio questo. Per raggiungere la panchina gigante di Careggine (il percorso parte a poche decine di metri dal Comune), si percorre a piedi una vecchia mulattiera, un sentiero nel verde che conduce in cima al promontorio.

Il fiume si stringe in basso e si attorciglia come un serpente nell’incavo stretto dei monti, si fa strada con le sue acque argentee

Una volta arrivati quello che si apre davanti agli occhi è uno spettacolo di prim’ordine. Le Apuane rigogliose, punte di verde intenso, l’arancio e l’ocra dell’autunno, i raggi del sole che si infilano come lame luccicanti nella montagna. Il fiume si stringe in basso e si attorciglia come un serpente nell’incavo stretto dei monti, si fa strada con le sue acque argentee.

Il panorama dalla panchina gigante di Careggine – foto di Sheila Niccolai per FST

La rete mondiale delle panchine giganti

Così Careggine dal 2019 ha contribuito a far crescere la rete mondiale delle panchine giganti che sono rigorosamente realizzate senza risorse pubbliche. Bangle infatti fornisce disegni e indicazioni ai costruttori con un unico veto: che la panchina venga posizionata in un punto panoramico e accessibile e soprattuto che rappresenti un’opera collettiva, a disposizione della gente.

Una panchina contemplativa, seducente, social. Migliaia le foto di queste maxi installazioni che si trovano in rete, a partire da Instagram. Iniziativa che ha proprio l’obiettivo di portare non solo il design in mezzo alla natura ma di stimolare turismo ed economia locale, soprattuto degli artigiani che sono chiamati in causa per realizzarle.

Il passaporto per i ‘panchinisti’

In più – per gli appassionati delle big bench – ecco che c’è anche il passaporto per i ‘panchinisti’ che seguiranno l’itinerario di queste opere in ogni parte del mondo. Ogni panchina ha il suo timbro personalizzato che potrà essere apposto sopra il passaporto dei viaggiatori speciali che seguiranno il tracciato delle panchine giganti, vivendo questa travel experience con una prospettiva sempre diversa.

La panchina gigante di Careggine – Foto di Sheila niccolai durante le riprese del format ‘E via andare’

Tornare bambini

A Careggine il giallo della panchina di Bangle regala giovani emozioni a chi si avventura verso il promontorio, a chi si ferma, si lascia sedurre dal paesaggio, a chi si siede con le gambe penzoloni, respira aria pulita e si lascia andare a nuovi pensieri. Appoggia la schiena, si rilassa o forse gioca, tornando indietro con un salto temporale che riporta all’infanzia.

La curiosità dei bambini torna a farsi sentire, l’emozione per le cose semplici, la felicità che nasce da quel ‘nulla’ che è ‘tutto’. La panchina gialla è anche questo, quel trovare una ragione semplice di felicità, di fronte ad una natura che se la ami sa ancora come farti battere il cuore.

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