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Perché dire no al Black Friday: l’appello di Erika Mugnai

La titolare di un noto agriturismo di Sorano ha realizzato dei video sul tema “Conoscere per Scegliere Consapevolmente”: una serie che ha l’obiettivo di informare le persone e fornire loro gli strumenti necessari per fare acquisti responsabili

Erika Mugnai dell’Agriturismo Biologico Sant’Egle - © Agriturismo Biologico Sant'Egle

Black Friday? No, grazie. Erika Mugnai, titolare dell’Agriturismo Biologico Sant’Egle di Sorano, lancia un appello contro la consuetudine di origine americana che promette super sconti in vista del Natale: “Comprare a cuor leggero, in modo distratto e senza avere chiaro cosa provoca questo giorno ‘nero’, porta al gesto più estremo della nostra società capitalista, ovvero porta al sovra consumo. Se non si riflette in modo sensibile e intelligente, ciò ha delle conseguenze gravi sull’ambiente, sui lavoratori, sui piccoli produttori e sugli artigiani che hanno la bottega sotto casa tua”.

Da questa idea, Erika, che si definisce come “una contadina di una piccola realtà della Maremma Toscana”, ha realizzato il video Perché dire no al Black Friday? che fa parte della serie Conoscere per Scegliere Consapevolmente: una produzione che ha lo scopo di informare le persone e fornire loro gli strumenti necessari per fare acquisti responsabili.

Nel filmato si parla dei motivi per cui non è saggio fare shopping in concomitanza del Black Friday: “Soprattutto in questo particolare momento storico – spiega Erika – è giusto incentivare un’economia circolare, comprare da piccole realtà economiche incentrate su progetti sostenibili che invece di consumare il nostro pianeta, lo coltivano e preservano”.

Spesso, indotti dal marketing e dalle tendenze, ci ritroviamo ad acquistare oggetti – anche convenienti – durante la settimana del Black Friday, ma concludere un “buon affare” non sempre è sinonimo di sostenibilità ambientale.

Per essere equo, il prezzo che paghiamo dovrebbe riuscire a coprire tutti i costi della filiera, sia in termini economici che sociali. Chi ha realizzato l’oggetto, ad esempio, è felice del suo lavoro? Che età aveva e che paga ha ricevuto?
Se questo bene si romperà in futuro, potrò aggiustarlo o dovrò buttarlo? E in questo caso, che impatto avrà il suo smaltimento?

Prima di ‘riempire il cestino’ e pagare con un click – prosegue Erika –, dobbiamo porci queste domande. Bisogna essere coscienti che è inutile dichiararsi attenti all’ambiente, alla salute, che vogliamo la tutela degli animali e del pianeta e poi acquistiamo un prodotto certificato bio dal peso netto di 100gr, che viene dall’altra parte del mondo e che ha un packaging da 300gr di plastica da smaltire, è chiaro?

Con questa scuola di pensiero, piccole aziende agricole come la mia dicono di ‘no’ al Black Friday e vi diciamo già ora che non faremo alcun sconto! Perché a noi piace fare prezzi onesti tutto l’anno. Ci piace usare prodotti per imballaggio riciclato e riciclabili, usare energia da fonti rinnovabili per la produzione dei prodotti bio; devolviamo il 10% degli acquisti per compensare l’emissione di co2 emessa durante il trasporto dei nostro prodotti venduti tramite l’e-commerce, acquistando boschi minacciati dal taglio oppure piantando nuovi alberi”.

Modificare le abitudini di consumo è un percorso lungo e faticoso: astenersi dall’acquisto per un solo giorno all’anno, come appunto il Black Friday, è un piccolo passo, ma dalla portata enorme: “Se vuoi che il mondo cambi, tu per primo devi essere quel cambiamento”.

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