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Pitti Connect al via con 400 aziende ma l’export cala del 26,6%

Il portale lanciato il 16 luglio trasporta le fiere in showroom virtuali in cui scambiarsi informazioni, pianificare incontri, impostare gli ordini e consultare report aggiornati con dati e trend

Pitti Connect 2020
‘Out of The Blue’ è questo l’evocativo titolo del salone totalmente online lanciato lo scorso 16 luglio a cura di Angelo Figus che riunisce Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati. La piattaforma ‘Pitti Connect’ che sarà online fino al prossimo ottobre mette in mostra 400 aziende dentro showroom virtuali in cui è possibilescambiarsi informazioni in chat, pianificare incontri, impostare gli ordini e consultare report aggiornati con dati e trend.

Il salone prevede collaborazioni artistiche per le varie fiere: per Pitti Uomo, Wolfgang Tillmans, uno dei fotografi contemporanei più influenti, ha scelto l’opera “Man with clouds” del 1998; per Pitti Bimbo è della coreana Jeong Mee Yoon la foto tratta dall’acclamato “The Pink and Blue Project” del 2017; a Pitti Filati dà immagine l’istantanea della performance “As Is” realizzata nel 2016 dal ballerino e scultore Nick Cave.

Ci sono anche un programma di eventi speciali, poi 12 percorsi per illustrare i trend di stagione, The Sustainable Style con 13 designer green e lo special guest Y/Project che mostrano collezioni sostenibili. Debutta anche una biblioteca online con i più grandi look maschili raccontati da mannequin di Haute Couture, curata da Olivier Saillard.

 
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Lo scoppio dell’emergenza Covid-19 in Cina e la diffusione poi della pandemia in Italia, in Europa e via via nel resto del mondo hanno consegnato la moda maschile italiana a uno scenario inaspettato. I dati economici sui primi tre mesi del 2020 raccolti da Sistema Moda Italia, diffusa da Pitti Immagine mettono in luce il fatto che a gennaio-febbraio il commercio con l’estero si è chiuso a +3,3%, l’import a +3,2%. Il trimestre presenta, invece, una dinamica negativa: il gennaio-marzo cala infatti del 7,4% in termini di import e del 6% in termini di export.

Più in particolare, il solo mese di marzo assiste ad una contrazione del 31% (corrispondente a 135 milioni di euro in meno) rispetto al mese di marzo 2019. L’export cede in un solo mese il 26,7% bruciando 147,7 milioni di euro rispetto al marzo 2019.

 
Nel primo trimestre Regno Unito, Germania e Francia perdono rispettivamente il -4,1%, il -1,3% e il -8,0%; anche la Spagna, pur su livelli inferiori, cala del -2,5%. Restano, invece, in aumento i flussi destinati alla Svizzera, nell’ordine del +8,5%. Arretramenti ben più marcati si riscontrano in America ed Asia: l’export di moda maschile verso gli Usa cede il –11,4%; nel Far East calo dell’8-1% il Giappone, ma sono Hong Kong e la Cina ad accusare il peggior risultato, ovvero una flessione rispettivamente pari al -24,7% e al -36,8%In controtendenza resta la Corea del Sud, in aumento del +15,8%.
Venendo all’Italia, il sell-out di moda maschile da gennaio ad aprile arretra del 34%, con un bimestre marzo-aprile che ha raggiunto, a causa della chiusura delle attività, punte del 75,4%. In controtendenza, si è mosso l’e-commerce, che nei primi quattro mesi dell’anno cresce del +14% per il totale tessile-abbigliamento-calzature.

Un colpo duro per un settore che invece aveva archiviato l’anno 2019 in area positiva, facendo registrare una crescita del +6,6% e un fatturato che ha sfondato la soglia dei 10 miliardi di euro. Proprio le esportazioni avevano performato bene (+9,9%) con 7 miliardi di euro (+633 milioni in un anno); nel caso dell’import si era registrata una prosecuzione della crescita nell’ordine del +7,8%. (4,7 miliardi di euro). 

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