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“Rubeus et alii” due artisti contemporanei omaggiano Rosso Fiorentino

Fino al 31 agosto le opere di Ugo Riva e Elena Mutinelli dialogano con il maestro del Manierismo toscano nei Musei civici di Volterra

Nella Pinacoteca civica di Volterra si trova quello che viene considerato il capolavoro di Giovan Battista di Jacopo di Gasparre detto Rosso Fiorentino: la Deposizione dalla croce dipinta dal pittore nel 1521 e caratterizzata dal ritmo convulso dei personaggi e dai colori accesi che virano sul rosso.

In occasione dei 500 anni dalla sua realizzazione due artisti contemporanei Ugo Riva e Elena Mutinelli hanno deciso di rendere omaggio a quest’opera. La mostra “Rubeus et alii” allestita nel Chiostro e negli spazi esterni di Palazzo Minucci Solaini di Volterra è ideata e organizzata dalla gallerista Francesca Sacchi Tommasi e curata da Antonio Natali e da Elisa Gradi. I due artisti hanno progettato e realizzato le loro opere appositamente per questa mostra-omaggio con materiali tipici della Toscana: la terracotta policroma e il marmo di Carrara.

Quando un’opera d’arte è un capolavoro può ispirare gli artisti per secoli – ha dichiarato Alessandro Furiesi, direttore della Pinacoteca civica di Volterra -. È per questo motivo che la Deposizione del Rosso Fiorentino, dipinta nel 1521, continua ancora oggi, dopo cinque secoli, ad influenzare pittori e scultori. Questa è la genesi della mostra che si svolgerà in Pinacoteca per omaggiare il quadro che vi è conservato, grazie alle opere di Ugo Riva e Elena Mutinelli. Una mostra nata dalla collaborazione fra privato e pubblico, infatti è grazie al lavoro della galleria Etra Studio Tommasi, presentato alla Pinacoteca ormai più di un anno fa, che si è potuto lavorare su questo progetto. Si tratta di una operazione significativa, nel 500° anno dalla realizzazione del dipinto di Rosso Fiorentino. Una esposizione che accompagnerà i visitatori del museo per l’estate 2021 e che caratterizzerà la ripartenza della Pinacoteca di Volterra con un intervento di ampio respiro culturale”.

Le opere in mostra

Ugo Riva propone a Volterra quattro opere in terracotta, la prima delle quali – dal titolo Solitudine è stata realizzata durante i mesi del primo lockdown. L’artista bergamasco espone a Volterra altre tre opere: Sine pietas et amor Dei, un’immagine cruda, violenta con il Cristo deposto inserito in una nicchia religiosa. 

Stabat Mater, è un richiamo alla speranza: si tratta di un altarolo, realmente proveniente da Napoli, in cui Riva vi ha modellato una “Deposizione”. Infine, con Eros e Thanatos l’artista risalta la sensualità di Rosso Fiorentino, però senza staccarsi troppo dal tema della morte. La prima delle due figure è tratta da un Cristo di Rosso in mezzo a due grandi chiodi, mentre la seconda raffigura Cleopatra, in tutta la sua sensualità. 

“Sono innamorato da sempre di Rosso Fiorentino – ha dichiarato l’artista – a tal punto che già nel 1994 gli avevo dedicato una piccola scultura intitolata Le inquetudini del Rosso, dove risaltavo i cambiamenti rivoluzionari nell’arte di cui lui era stato protagonista. Poi rifeci quella scultura, un po’ più grande, nel 2010 per il “Four Seasons” di Firenze, dove tuttora si trova. Arriviamo così a questo progetto, pensato per essere mostrato sul pozzo del Chiostro di Palazzo Minucci Solaini e realizzato in terracotta, di cui in Toscana c’è una grande scuola, un materiale che mi dà un immenso piacere. Rispetto al progetto iniziale, alla fine si è rivelato un lavoro di ‘sottrazione’: ho eliminato la croce, che mi pareva anche banale, e le figure appaiono tutte come se fuggissero da un qualcosa di terribile. Ma perché? Perché in mezzo c’è stato il Covid. Io ho passato un anno da solo in studio, con i miei amici più cari che piano piano perdevo un ad uno a causa della malattia, vivendo una solitudine tremenda, perché nel momento del dolore ognuno è solo con se stesso. Da cui il titolo dell’opera. Infatti nell’opera le figure non si toccano, in pianodi appoggio è pieno di squarci e ferite e perfino la Madonna ha le braccia alzate. Non c’è alcun gesto di condivisione”.

Elena Mutinelli porta a Volterra Manifesto Principio, una scultura in marmo di Carrara alta quasi 170 centimetri che ha richiesto un lungo lavoro di progettazione e di realizzazione e che ha potuto contare sul fondamentale sostegno della Mondial Granit Spa di Ragusa. Un Cristo morto che “esce” da un blocco di marmo inarcandosi all’indietro, sorretta da due figure che a malapena si percepiscono stagliarsi dalla materia grezza: in particolare una mano, che pare viva, sorregge la testa del Figlio di Dio e dà l’immagine della morte e allo stesso tempo della vita che di lì a poco trionferà.

“In questa mia opera in marmo – ha affermato la scultrice milanese – ho voluto raffigurare la ciclicità teatrale tra la vita e la morte. Quando ho pensato alla Deposizione di Rosso Fiorentino mi è apparsa in mente un’immagine ferma, quasi allucinatoria, che mi ha portata a lavorare in maniera veloce. Ho sperimentato quindi, ben dopo i 50 anni, un modo nuovo di lavoro. Non pensavo potesse accadermi… E ciò ha creato in me una suggestione fortissima. Mi ha sedotto l’idea, ma soprattutto l’immediatezza di visione dell’opera nel blocco di marmo. Ho scelto questo materiale perché, essendo una concezione estremamente teatrale, volevo si rivelasse anche viva, palpitante e allo stesso tempo monumentale. Come solo una scultura in marmo può essere, che pare si muova, che permette sbalzi fortissimi di materia nel blocco, simboli di vita”.

Biglietti

I Musei civici di Volterra sono aperti e fino al 30 settembre si potranno visitare tutti con un biglietto unico al costo di 7 euro che sarà utilizzabile per 7 giorni dal momento dell’emissione. I giovani fino a 18 anni entreranno gratuitamente.

 

 

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