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“Sanremo che passione” di Paolo Mugnai: storia dei toscani al Festival, da Narciso Parigi a Gabbani

Un libro per raccontare le storie di tutti i e le musiciste toscani che hanno calpestato il palco dell’Ariston e hanno fatto la storia della musica italiana

Gabbani a Sanremo

Aleandro Baldi, Marco Masini, Gianna Nannini, Irene Grandi, Pupo, Andrea Bocelli, Francesco Gabbani fino a “El Diablo” Piero Pelù sono tantissimi i e le cantanti che hanno calpestato il palco dell’Ariston.

Per raccontare tutte le loro storie nella settimana in cui si svolge la 73esima edizione del Festival arriva “Sanremo, che passione! I cantanti toscani al Festival” (Felici editore, 2023) il nuovo libro con la curatela di Paolo Mugnai.

Il volume riunisce i contributi di tanti giornalisti che raccontano i cantanti toscani che hanno partecipato al Festival di Sanremo: le tante storie, gli aneddoti e il dietro le quinte della manifestazione più longeva che celebra la canzone italiana.

Con interviste a cura di Sandro Bugialli, Enrico Salvadori, Dianora Tinti, Elisangelica Ceccarelli, Riccardo Jannello, Nadia Fondelli, Ilaria Guidantoni, Michela Lanza, Fabrizio Borghini, Giancarlo Passarella, Andrea Spinelli, Barbara Berti, Federico Pieri, Daniele Sgherri, Paolo Mugnai, Norma Judith Pagiotti, Sara Morandi, Bruno Casini, Francesca Cecconi, Roberto Davide Papini, Federico Berti, Enzo Boddi.

Tantissimi i nomi dei cantanti, i generi musicali, i successi e gli insuccessi raccolti in esclusiva, agli artisti che hanno fatto la storia della musica in Toscana.

Di chi parla questo libro? Nada, gli Homo Sapiens, Toto Cutugno, Riccardo Fogli, Aleandro Baldi, Marco Masini, Francesco Gabbani, Katyna Ranieri, Don Backy, Pupo, Donatella Milani, Paolo Vallesi, Irene Grandi, Riccardo Azzurri, Alessandro Canino, Stefano Sani, Andrea Bocelli, Piero Pelù, Gianna Nannini, Riccardo Del Turco, Narciso Parigi, Francesco Nuti, Piero Umiliani e tanti altri.

Voci che sono nel cuore di tutti noi, nel ricordo di quella canzone che ci riporta indietro nel tempo.

Ecco la nostra intervista a Paolo Mugnai

Ciao Paolo com’è nata l’idea di dedicare un libro ai toscani a Sanremo?

Nasce come ideale prosecuzione di un altro libro uscito l’anno scorso dedicato ai comici toscani. Sono molto legato alla mia regione ed è un modo per dare una continuità al mio lavoro. Dopo il cinema ho pensato di rimanere sempre su un tema ‘Pop’ e Sanremo piaccia o non piaccia riesce sempre a catalizzare per una settimana l’attenzione di quasi tutta Italia.

I toscani a Sanremo sono stati tanti e tanti l’hanno anche vinto. Quali sono state le tue. apparizioni preferite?

Il primo pezzo che ho scritto per il libro è quello dedicato a Irene Grandi. Eravamo a scuola in classe insieme ed ho sempre seguito con grande affetto la sua carriera e così ho pensato di chiederle un’intervista. Mi ha raccontato la storia di “Bruci la città” (scritta da Francesco Bianconi dei Baustelle): nel 2007 doveva andare a Sanremo e pochi giorni prima ci fu un dietrofront inspiegabile da parte di Pippo Baudo. Nonostante questo resta uno dei suoi più grandi successi.

Invece un personaggio non toscano che mi ha colpito molto è Alessandro Bono un ragazzo che si presentò a Sanremo avendo l’Aids, in un gesto irriverente buttò un chewing gum sul palco e il presentatore Pippo Baudo lo redarguì. Poche settimane dopo Bono morì. Portò una canzone molto bella che si intitolava “Oppure no” di cui mi ricordo un verso “ogni giorno è un quadro che appendo”, per me un’immagine bellissima e molto commovente.

Com’è strutturato il libro?

Il libro è dedicato alla memoria di Chiara Baglioni e Michele Manzotti due giornalisti prematuramente scomparsi ed è diviso in più sezioni. Dopo l’introduzione di Sandro Bugialli storica firma de La Nazione dedicata al Sanremo vinto dai Pooh di cui lui racconta un aneddoto molto curioso, c’è un articolo di Enrico Salvadori dedicato a Giancarlo Bigazzi.

Poi c’è la prima sezione dedicata ai vincitori da Nada a Gabbani, la seconda sezione è dedicata invece ai ‘piazzati’ in cui c’è anche Irene Grandi che arrivò seconda con la canzone che scrisse per lei Vasco Rossi “La tua ragazza sempre”. Poi c’è la sezione dei ‘successi pop’ di Riccardo Azzurri, Alessandro Canino e Stefano Sani.

C’è anche una sezione chiamata “Sanremo non finisce qui” in cui c’è per esempio Andrea Bocelli che non ha mai vinto ma che ha iniziato la sua carriera proprio dall’Ariston che è stato il suo trampolino. C’è anche Gianna Nannini che vinse come autrice di “Colpo di fulmine”. Sul finale due sezioni dedicate al rock e al jazz.

Il Festival di Sanremo è cambiato moltissimo negli anni. Quando ero adolescente negli anni ’90 mi sembrava una cosa adatta solo a un pubblico diciamo di una certa età. Negli ultimi anni invece grazie alla conduzione di Amadeus hanno ricominciato a guardarlo anche i giovani, tu cosa ne pensi?

Quest’anno il festival è una cartina di tornasole incredibile, passiamo da un rapper che conosce mio nipote che ha 12 anni fino ad Albano, riesce davvero ad abbracciare tutte le generazioni. Non è un caso che ci sia Chiara Ferragni come co-conduttrice, è l’esempio che ormai i social dominano tutto, ma sempre con un occhio alla tradizione e anche a qualche “vecchio maledetto” come Gianluca Grignani che coinvolge anche i cinquantenni come me.

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