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Cucinare quasi a costo zero grazie alla ‘scatola di cottura’

La cooperativa di comunità Filo&Fibra a San Casciano dei Bagni ha riscoperto un antico metodo per cucinare in cassetta utilizzando la coibentazione con la lana

Scatola di cottura

Filo&Fibra è una delle 24 cooperative di comunità finanziate grazie al bando della Regione Toscana contro lo spopolamento delle aree più periferiche. È nata nel novembre 2018 a San Casciano dei Bagni nella terra degli Etruschi con l’intento di recuperare il saper fare della tradizione e unirlo a una nuova visione di economia circolare nel rispetto dell’ambiente.
Il progetto si è posto prima di tutto l’obiettivo di raccogliere la lana ordinaria per la produzione di feltro e tessuti che, una volta realizzati, tornano sul territorio locale per essere lavorati dalle donne del territorio. Oltre a questo Filo&Fibra sta attivando anche una ricerca nel mondo delle materiali tessili e delle fibre naturali che possa garantire prodotti equo-solidali e biologici. La cooperativa unisce entusiasmo, curiosità, ricerca, lavoro, idee, collaborazione e coesione, scambio di esperienze personali e professionali, per contribuire alla valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità e tutelare l’ambiente. Il consiglio d’amministrazione comprende tra i soci principali: la presidente Gloria Lucchesi, la vicepresidente Maria Malacarne, la tesoriera Patrizia Cherubini, la segretaria Rossella Tiberi e la consigliera Fulvia Candeloro.
Uno dei progetti più interessanti realizzati dalla cooperativa è la scatola che si usa per l’ultimazione della cottura dei cibi. È costruita con il legno e la lana locale e sfrutta la coibentazione della lana e il principio di inerzia termica, senza utilizzare alcun tipo di energia esterna.

Com’è fatta?
La scatola è grande 35x50x40 cm e ha un foro nel mezzo per mettervi una pentola (o un altro recipente) di circa 3 litri. Il coperchio della cassetta chiude ermeticamente.

Come funziona?
Prima di tutto è importante specificare che la scatola di cottura non va mai e per nessun motivo messa sul fuoco. Bisogna prima far raggiungere al cibo che si vuol cuocere il bollore o una rosolatura al fuoco, poi introdurre rapidamente la pentola nella cassetta e chiuderla. Bisogna ricordare che è necessaria una minor quantità di liquido, perché essendo chiusa ermeticamente non avviene l’evaporazione.

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Cosa e come si può cucinare con la scatola di cottura?
La cottura lenta della scatola è adatta per molte preparazioni slow food della tradizione toscana come carni in umido, legumi, verdure, minestroni e zuppe. Alimenti diversi hanno tempi di cottura diversi. Per esempio: pasta secca per minestra, previo bollore sul fuoco, mezz’ora nella cassetta; riso venti minuti; carne lessata, previa bollitura di 30 minuti, circa 4 ore; fagioli e piselli secchi, previa bollitura di 30 minuti, 4 ore e mezza; cotechino, previa bollitura di 20 minuti, 3 ore; minestrone di verdure fresche, previa bollitura di 15 minuti, 2 ore; patate bollite, previa bollitura di 10 minuti, da 30 a 50 minuti secondo la qualità; castagne secche, previa bollitura di 20 minuti, 3 ore; polenta, previa rimescolatura di mezzo chilo di farina per litro di acqua salata e bollente, e di un solo bollore, 2 ore; stufato di arrosto annegato: rosolatura, aggiunta di acqua, vino o brodo, cottura preventiva di 20 minuti e poi 3-4 ore in cassetta; tutti gli sformati di verdura e i budini di frutta si possono cuocere a bagnomaria nella cassetta. Presto sarà disponibile anche un ricettario.

Quali sono i vantaggi?
Si risparmia combustibile, non occorre sorvegliare la pentola e dopo 8-10 ore i cibi si conservano caldi. Inoltre la cottura lenta permette di conservare nei cibi tutte le proprietà nutritive e i sali minerali e permette di gustare un sapore unico. Serve anche per mantenere caldo qualunque liquido durante la notte, molto utile per malati e bambini. In estate si può usare la cassetta di cottura per conservare il ghiaccio, il latte e il brodo.

“Al giorno d’oggi, – ha dichiarato la presidente di Filo&Fibra Gloria Luchesi – le tecniche di cottura dei cibi sono essenzialmente due: il fornello a gas e il forno elettrico. Entrambe richiedono un impegno diretto del cuoco che per evidenti ragioni di sicurezza, deve sovraintendere alla cottura del cibo, qualsiasi esso sia, per tutta la sua durata. Nella società contemporanea caratterizzata da ritmi frenetici, una buona parte della popolazione è costretta a ridurre i tempi dedicati alla cucina di cibi di buona qualità e genuinità: 1 ora al massimo nelle famiglie (dalle 19 alle 20) con qualche possibile ampliamento nel fine settimana, ancora meno per i single adulti. Per questo motivo alcuni cibi risultano esclusi dalle diete ad esempio, i legumi o le zuppe e ci sono consumatori ad esempio, i vegani o i vegetariani che con difficoltà trovano il tempo di prepararsi cibi in linea con le loro scelte alimentari. La cassetta di cottura è un prodotto di economia circolare, costruito con materie prime naturali, capace di garantire al tempo stesso: qualità, economicità, varietà di cibi, senza che sia richiesta la presenza del cuoco, di elettricità, di gas, o di altro genere di combustibile. La cassetta di cottura porta a termine la cottura del piatto senza che ci sia bisogno di alcun controllo, da parte dell’utente. Se il cuoco non riesce a tornare alla propria abitazione in tempo per cena ma in un momento successivo, la cassetta di cottura non lo punirà ed egli non troverà il prodotto sfatto, scotto, immangiabile. La cassetta di cottura, per i suoi principi termodinamici, conserva il prodotto dopo la cottura senza sciuparlo.”

Per informazioni:
tel.0578 513227 – 338 3928396
filofibracoop@gmail.com
https://www.filoefibra.it

 

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