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Stefano Accorsi riapre il Teatro della Toscana: “è come tornare a respirare”

L’attore e direttore artistico Stefano Accorsi il 9 maggio al Teatro Era di Pontedera e il 10 maggio al Teatro della Pergola porterà in scena “Giocando con Orlando – Assolo”

Stefano Accorsi – ph. Sebastiano Pessina, courtesy Jaeger-LeCoultre - © Sebastiano Pessina

“Tornare a teatro dopo 430 giorni di chiusura è come tornare a respirare dopo essere rimasti senza ossigeno per tanto, troppo tempo, sia per tutti noi che ci lavoriamo che per il pubblico sono molto emozionato, tornare in scena con un testo che amo così tanto e che parla dell’amore in tutte le sue forme mi sembra il modo migliore per riabbracciare tutti quelli che ci saranno” queste le parole dell’attore e direttore artistico Stefano Accorsi che il 9 maggio al Teatro Era di Pontedera e il 10 maggio al Teatro della Pergola porterà in scena “Giocando con Orlando – Assolo”.

Lo spettacolo coprodotto da Teatro della Toscana e Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo, è una versione speciale che nasce dalla fortunata esperienza teatrale di Giocando con Orlando che ha visto Stefano Accorsi e Marco Baliani confrontarsi, in maniera appassionata e ironica, alla Pergola e negli altri maggiori teatri italiani, con le parole immortali dell’Ariosto.

Con il suo monologo Stefano Accorsi restituirà al pubblico tutta la straordinaria ironia e modernità del poema cinquecentesco, quella per cui la bella Angelica, insidiata più o meno da tutti i cavalieri cristiani, finisce per cedere al musulmano Medoro (suscitando il furore di Orlando), mentre la guerriera cristiana Bradamante sposa il pagano Ruggiero. Lo spettacolo è un’esperienza che vuole far riscoprire la straordinaria forza di uno dei grandi capolavori della letteratura italiana.

Scenografia di Mimmo Paladino, foto di Alessandro Moggi 

Sullo sfondo restano sempre in scena i cavalli monumentali opera dello scultore Mimmo Paladino. La guerra è la cornice della narrazione, ma l’orrore delle uccisioni si svela solo alla fine con il terribile duello tra i più forti guerrieri di una parte e dell’altra. Lo scontro sanguinoso avviene sull’isola di Lampedusa e non può mancare un riferimento a chi sulle rive e a quelle latitudini continua a morire anche oggi, come al tempo di Carlo Magno vi morirono il re saraceno Agramante e il paladino Brandimarte.

“Dicono che a narrare storie il mondo diventi assai meno terribile, e per tal compito, in questi tempi amari dove a parlare sembra essere solo la realtà, ci siam messi all’opera, con passo volatile e leggero, ma per toccare sostanze alte e un sentire sinceroha dichiarato il regista Marco BalianiStefano Accorsi si cimenta con l’opera ariostesca cavalcando il tema oneroso dell’amore e delle sue declinazioni, amore perso, sfortunato, vincente, doloroso, sofferente sacrificale, gioioso e di certo anche furioso. Monologando, narrando, digressionando, le rime ottave del grande poeta risuoneranno in sempre nuove sorprese, in voci all’ascolto inaspettate, in suoni all’orecchio stupiti”.

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