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Teatrodante Carlo Monni: presentata la nuova stagione con 10 spettacoli e 2 prime nazionali

Dal 10 novembre al 30 marzo saliranno sul palcoscenico: Paolo Cevoli, Enzo Decaro, Elio Germano, Lodo Guenzi, Stefano Massini, Fiona May, Emilio Solfrizzi, Theo Teardo, Milena Vukotic

Paolo Cevoli, Enzo Decaro, Elio Germano, Lodo Guenzi, Stefano Massini, Fiona May, Emilio Solfrizzi, Theo Teardo, Milena Vukotic. Sono questi alcuni tra i protagonisti della stagione di prosa 2022/2023 del Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio con la direzione artistica di Andrea Bruno Savelli.

Dal 10 novembre al 30 marzo dieci spettacoli con due nuove produzioni raccolti sotto un titolo collettivo: “Toc Toc – Il teatro è social” un invito a portare dal vivo quel senso di interconnessione che per troppo tempo è stato affidato quasi esclusivamente alla dimensione virtuale.

Come? Attraverso una programmazione più che mai varia e diversificata, tra commedia, divulgazione, teatro d’impegno, omaggi ad autori noti e amatissimi, musica e nuove scommesse per coinvolgere un pubblico il più ampio possibile, grazie alla collaborazione e al sostegno di Regione Toscana, Comune di Campi Bisenzio, Ministero della Cultura, Chiantibanca, Unicoop Firenze e Fondazione CR Firenze.

Il direttore artistico Andrea Bruno Savelli ha dichiarato: “Abbiamo scelto per la stagione un titolo che evoca i social network, compagni costanti degli ultimi anni, ma che al contempo ne modifica il nome per bussare alla porta delle persone e invitarle a uscire. Per farlo abbiamo creato una programmazione coinvolgente, varia, con interpreti straordinari come Stefano Massini, campigiano di adozione, che torna da noi dopo essersi aggiudicato l’Oscar del teatro, Elio Germano che fa il Paradiso, e poi Lodo Guenzi, amatissimo da giovani e meno giovani, la commedia esilarante di Paolo Cevoli, Solfrizzi in Molière e De Caro in De Filippo, senza dimenticare le nostre produzioni: Fiona May, l’omaggio a Carlo Monni con “La beffa del grasso legnaiuolo”, e infine un testo su cui rimugino da anni sul fenomeno della violenza dilagante tra i giovani”.

Elio Germano e Theo Teardo

La stagione 2022/2023 del Teatrodante Carlo Monni

La stagione sarà inaugurata dalla prima nazionale di “La prova contraria”, produzione firmata Fondazione Accademia dei Perseveranti che vedrà la campionessa Fiona May come interprete d’eccezione: un testo che guarda alle problematiche della società contemporanea con la tensione di un thriller, mantenendo lo spettatore sul filo della suspense per riflettere sulla violenza insita negli uomini, per la regia di Andrea Bruno Savelli (10,11/11 ore 21.00).

La conclusione sarà invece affidata a ”Paradiso XXXIII”: “uno spettacolo divulgativo senza che niente sia spiegato”, come lo definiscono gli autori. Elio Germano e Teho Teardo sono voce e musica dell’indicibile ricercato da Dante nei versi del XXXIII canto del Paradiso. Dal suono avvincente ed “etterno” germogliano suoni inauditi e imprevedibili e scaturisce la regia visionaria di Simone Ferrari e Lulu Helbaek, poeti dello sguardo, capaci di muoversi tra teatro e show portando sempre con loro una stilla di magia del Cirque du Soleil (30 marzo 2023 ore 21.00).

In cartellone anche a “A spasso con Daisy”, racconto delicato capace di affrontare con ironia un tema complesso come il razzismo negli Stati Uniti del dopoguerra, con cui Alfred Uhry si aggiudicò il Premio Pulitzer per la Drammaturgia nel 1988. Milena Vukotic è l’anziana Miss Daisy, una donna dal piglio forte, scontrosa e avara ma anche vitale e indipendente che giorno dopo giorno svilupperà per Hoke, l’autista di colore affezionato e analfabeta, un rapporto fatto di battibecchi e battute pungenti che cela un affetto profondo. La storia di un’amicizia profonda nata nonostante i pregiudizi e le classi sociali, con la regia di Guglielmo Ferro (25/11 ore 21.00).

Si continua con “La beffa del grasso legnaiuolo”: uno spaccato della vita fiorentina dei primi anni ruggenti del Rinascimento in cui nobili, artigiani ed artisti condividevano le medesime passioni, lo stesso gusto per la vita e per l’arte e ponevano le basi per la costruzione di quell’inconfondibile “carattere fiorentino” fatto di intelligenza, gusto, cinismo ed ironia che ancora oggi caratterizza i più veraci rappresentanti di questa inimitabile città, con riduzione di Angelo Savelli da testi quattrocenteschi e regia di Andrea Bruno Savelli (5/01 ore 21.00; 6/01 ore 18.00; 7/01 ore 21.00; 8/01 ore 16.30).

Emilio Solfrizzi sarà al centro di “Il malato Immaginario” di Molière nel nuovo allestimento di Guglielmo Ferro, in un intreccio tra comicità e teatro dell’assurdo. Qui il palcoscenico come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea del protagonista Argante di servirsi della malattia per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”: il malato immaginario ha più paura di vivere che di morire, e la continua ricerca di rimedi e cure da parte di medici improbabili crea situazioni esilaranti, tutte da ridere (23/01 ore 21.00).

E poi: gli irresistibili misteri di Agatha Christie arrivano in teatro con “Trappola per topi”. La scelta di Lodo Guenzi come attore principale è emblematica, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza, metodo e follia. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento, il sospetto che il confine tra vittima e carnefice possa essere superato in qualsiasi momento, con un plot ferreo ed incalzante impregnato di suspense e abitato da personaggi bizzarri e ambigui, con la regia di Giorgio Gallione (5/02 ore 21.00).

A spasso con Daisy

In esclusiva toscana sarà al Teatrodante “Lezioni di marketing romagnolo”, di e con il volto noto di Zelig Paolo Cevoli: un monologo tutto da ridere in cui l’imprenditore con l’hobby del cabaret racconta l’esperienza di manager della ristorazione. Con la sua innata simpatia Cevoli passa dalle origini della Pensione Cinzia di Riccione, gestita dalla famiglia, fino ai giorni nostri. Fa da sfondo una terra, quella di Romagna, che ha nell’ospitalità, nella laboriosità e nel buon umore il segreto del suo successo (17/02 ore 21.00). Ancora: una tragedia tutta da ridere, popolata da moderne maschere della commedia dell’arte.

Ecco “Non è vero ma ci credo”, spettacolo di Peppino de Filippo con protagonista Enzo Decaro, per la regia di Leo Muscato. L’avaro imprenditore Gervasio Savastano vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura; un giorno sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui partono una serie di eventi paradossali ed esilaranti, che De Filippo aveva ambientato nella Napoli degli anni ‘30, e che qui si spostano più vicini a noi, negli anni ’80, in una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona (24/02 ore 21.00).

Stefano Massini e l’Orchestra Multietnica di Arezzo con “Quando sarò capace di amare”. Cosa accade se un narratore come Massini si lascia ispirare dai brani di Giorgio Gaber? Cosa prende forma sul palco se i racconti del “più popolare cantastorie del momento” (la Repubblica) sbocciano dentro le canzoni della premiata ditta Gaber-Luporini? Da “I mostri che abbiamo dentro” a “La parola io”, da “Non insegnate ai bambini” a “Se io sapessi” e molti altri brani, Massini sceglie di coinvolgere il pubblico in un viaggio di echi e rimandi, in un unico grande omaggio al Signor G (1/03 ore 21.00).

Al ricordo di Niccolò Ciatti, pestato a morte in una discoteca spagnola nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017, di Willy Monteiro Duarte, ucciso a pugni il 6 settembre 2020 a Collefferro (Roma), e di Simone Frascogna, freddato a Casalnuovo (Na) per non essersi lasciato superare con l’auto, è dedicato “Picchio ergo sum”, nuova produzione fortemente voluta da Fondazione Accademia dei Perseveranti, con la regia di Andrea Bruno Savelli. Tre giovani vite stroncate da altri giovani: sono loro la punta di un tragico iceberg, pieno di dolore e sofferenza. Quando si è spento il sorriso di quel bambino che ha fatto della violenza le ragioni della sua esistenza? Uno spettacolo che racconterà le vite che potevamo essere, che non sono state e che non saranno mai.

Lodo Guenzi

 

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