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Danneggiate alcune strutture sanitarie: appello al rispetto e tutele per il volontariato

Dopo gli atti vandalici che hanno colpito le strutture di Anpas Toscana e Croce Rossa, abbiamo intervistato i presidenti Bettini e Andreoni per capire come possiamo uscire da questa situazione di ignoranza e incultura verso gli operatori del soccorso impegnati nella lotta al Covid-19

Le tende delle associazioni danneggiate - © Anpas Toscana e Croce Rossa - Comitato di Strada in Chianti

Nei primi mesi di questa emergenza sanitaria abbiamo cantato dai balconi, ci siamo conviti che #andràtuttobene e abbiamo chiamato eroi tutti i medici, infermieri e gli operatori del soccorso impegnati nella lotta al Covid-19. Ma ora, passati più di otto mesi dall’annuncio del primo lockdown, il vento è cambiato e con lui i sentimenti e la percezione di una fetta della popolazione verso gli operatori dell’emergenza dove hanno preso sempre più spazio e supporto opinioni negazioniste verso il virus e la gestione italiana dell’emergenza. Lo dimostrano gli ultimi fatti di cronaca: una tenda della Croce Rossa di Strada in Chianti adibita per la campagna vaccinale è stata pesantemente danneggiata mentre a Prato è stato squarciato il tendone messo a disposizione dalle Pubbliche Assistenze per i tamponi drive through. Gesti insulsi e da condannare che non solo recano un danno all’associazione di volontariato che ha messo in campo mezzi e personale per affrontare questa emergenza ma a tutto il sistema sanitario.

“È da un po’ che assistiamo a un fenomeno di intolleranza verso gli operatori sanitari in generale – ha commentato il presidente di Anpas Toscana Dimitri Bettini – che siano infermieri di ospedale o volontari del 118. Chiunque rappresenti una istituzione salvavita è oggetto delle frustrazioni dei cittadini. A questo si aggiunge il battage mediatico derivato da una certa politica che ha messo in dubbio tutta una serie di questioni, anche sul piano tecnico-scientifico, di quello che è questa pandemia. Oggi la gente si sente in diritto di inveire contro i volontari a loro detta all’interno di un sistema che vorrebbe ingabbiare le persone e le coscienze sulla base di malattie inventate. Bisogna che i media ci aiutino a far chiarezza su questa fatti iniziando a lanciare anche messaggi positivi.

Questi sentimenti di paura e frustrazione non si riversano “solo” sui beni materiali del volontariato ma anche sui social network con commenti carichi di odio verso le iniziative che le associazioni portano avanti. Su questo problema ha espresso la sua preoccupazione Lorenzo Andreoni, presidente della Croce Rossa – Comitato di Firenze: “I toni si sono alzati tantissimo e me ne sono reso conto proprio in questi giorni in risposta all’attività di screening che stiamo portando avanti nelle scuole con il Comune di Firenze e con la Fondazione CR. Questa iniziativa ha avuto un grande risalto mediatico, sono stati fatti tanti articoli e post su Facebook e sui principali social network. Sono andato a leggere i commenti che ci sono sotto i post e sono rimasto senza parole. Ci sono commenti al limite della querela, ci accusano di essere andati nelle scuole a compiere atti di violenza nei confronti dei bambini invece di fare uno screening per la salute pubblica e per quella dei bambini stessi.”

Per superare questa emergenza non c’è solo da sconfiggere il virus Covid-19 ma anche il virus della disinformazione. Dobbiamo investire in una importante campagna comunicativa sulla cultura sanitaria, questo l’auspicio di entrambi i presidenti. “Il farsi conoscere, spiegare cosa facciamo, come lo facciamo, con chi lo facciamo è sempre la cosa migliore per vincere l’ignoranza e il timore. – ha aggiunto Andreoni – Nelle persone che ci attaccano per esempio sui social c’è tanta ignoranza intesa come ignorare cosa facciamo e come funziona una associazione di volontariato. Farsi conoscere è da sempre uno degli antidoti migliori”. Bettini si auspica anche più tutele da parte della legge verso gli operatori sanitari e i volontari in ambulanza: “Vorremmo chiedere una legge per la difesa dei sanitari. Siamo tutti incaricati di pubblico servizio però la legislazione vigente equipara i sanitari ai cittadini, quindi fare violenza ad un sanitario in servizio è come farla ad un cittadino normale. Noi vorremmo, siccome siamo nell’esercizio delle funzioni, sia quando siamo in servizio negli ospedali o sull’ambulanza, un occhio di riguardo anche dal punto di vista della legislazione.”

C’è però un aspetto positivo di questa situazione, l’emergenza da Covid-19 ha portato tante persone ad avvicinarsi al mondo del volontariato e a dare il proprio contributo nelle varie iniziative messe in campo per il supporto alla popolazione. Tra queste c’è certamente quella dei volontari temporanei, partita proprio da Comitato di Firenze della Croce Rossa e poi adottata a livello nazionale. “Questa iniziativa è stata un successo – ha concluso Andreoni – ci ha permesso di farci conoscere ancora di più su tutto il territorio e ad oggi abbiamo solo nell’area fiorentina 1400 domande in sospeso di aspiranti volontari, un dato che è circa il doppio rispetto a periodo pre-pandemia”. Ed è questo lo spirito giusto, nonostante questi atti vandalici il volontariato non si fa spaventare, cresce e va avanti, senza paura per il bene della nostra comunità.

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