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Ucraina, dalla Misericordia in missione fino alla “Via pacis” di Firenze

In Toscana non solo prosegue l’accoglienza dei profughi – stabili a 7.500 – ma anche l’invio di aiuti umanitari. Intanto il 9 aprile, a Firenze, si terrà un cammino di pace in sette stazioni

Volontario della Misericordia con bimbo ucraino - © Pagina Facebook Dario Nardella

Continuiamo con l’accoglienza umanitaria, con l’invio di beni di prima necessità perché il ruolo nostro è dare una mano all’Ucraina in ogni modo. Siamo contenti anche del successo di questa operazione che abbiamo fatto con la Misericordia” con l’invio di aiuti nelle zone di guerra.

Crimini di guerra

A dirlo è il sindaco di Firenze Dario Nardella. “L’Italia è in prima linea su tutti i fronti” ha aggiunto. “Mi auguro che l’Europa arrivi ad una soluzione definitiva sul tema del gas perché quella è l’ultima vera sfida se vogliamo convincere la Russia a fermare questa guerra assurda, che purtroppo è sfociata in veri e propri atti disumani. Siamo di fronte a veri e propri crimini di guerra, serve bloccare l’importazione di gas, l’Italia deve spingere su questo il più possibile con gli altri partner europei“.

L’accoglienza

Mentre il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, conferma la stabilità della presenza dei profughi ucraini in Toscana (circa 7.500) Firenze si prepara a compiere cammino di pace. Anzi, una “Via pacis” in sette stazioni di riflessione e preghiera interreligiosa e laica, da piazza Poggi fino a San Miniato al Monte.

Il cammino di pace

L’iniziativa è in programma il 9 aprile a Firenze. Organizzatori sono la Comunità monastica di San Miniato al Monte, Comunità delle Piagge, Fiom Cgil Firenze-Prato-Pistoia, Comunità Islamica di Firenze, Pax Christi, insieme a Andrea Bigalli, Beniamino Deidda, Sandra Gesualdi e Tomaso Montanari.

“La guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina interpella profondamente le nostre coscienze. Ci spinge tutti a praticare e schierarci con la pace” sottolineano gli organizzatori. “Con la nostra Costituzione abbiamo ripudiato la guerra una volta per tutte. Ripudiare la guerra significa lavorare per non crearne le premesse, per allontanarla, per annullare ogni possibilità che si verifichi. Significa promuovere ogni giorno la cultura del dialogo e della pace. Come Occidente, come Italia, non lo abbiamo fatto. Ripudiare la guerra significa non accettarne la logica infernale,rifiutarsi di alimentarla inviando altre armi che causeranno altri morti. Non possiamo fermare la guerra con la guerra. Non possiamo prolungarla. Nessuna patria, nessuna bandiera, nessun metro di suolo vale una sola vita umana“.

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