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Cibo sintetico, la Toscana dichiara guerra alla “Frankenstein meat”

La petizione contro la “carne coltivata” firmata dal presidente Giani, dall’assessora Saccardi e sostenuta da una mozione del Consiglio regionale

La bistecca alla fiorentina

La chiamano “Frankenstein Meat“: la carne coltivata in laboratorio. La Toscana, patria della bistecca alla fiorentina, ha deciso di dichiarare guerra al cibo sintetico sostenendo la petizione mondiale per promuovere una legge che ne vieti produzione, uso e commercializzazione in Italia.

La petizione, promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition, è stata firmata dal presidente della Regione Eugenio Giani, dalla vicepresidente Stefania Saccardi, dal presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni e dal presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi. Il Consiglio regionale ha votato una mozione all’unanimità e tante sono le amministrazioni locali che in queste ore stanno prendendo posizione.

La posizione della Regione Toscana

La minaccia del cibo sintetico è reale – ha detto il presidente Eugenio Giani -. Rappresenta innanzitutto un danno alla salute e alla sicurezza dei cittadini, un danno all’ambiente e un danno ai nostri imprenditori agricoli. Ci batteremo con tutte le forze per contrastarlo e di questa battaglia la Toscana vuole essere protagonista e lo saremo anche muovendoci insieme alle altre regioni, non solo italiane ma anche europee“. La vice presidente Saccardi ha parlato di “battaglia sacrosanta contro il cibo sintetico“.

Il presidente Eugenio Giani firma la petizione di Coldiretti

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione a sostegno della mobilitazione contro il “cibo sintetico”, presentata dal gruppo Pd, primo firmatario Marco Niccolai. I consiglieri regionali hanno firmato la petizione della Coldiretti.

A margine del voto dell’Aula, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha espresso la propria soddisfazione per “il no unanime al cibo sintetico”. “La rottura del binomio cibo-natura apre a una serie di preoccupazioni e di rischi, ancora, tutti da analizzare, ma è anche un danno per tutto il settore agroalimentare toscano e alla nostra cultura del benessere che ha nell’alimentazione un patrimonio invidiato in tutto il mondo” ha sottolineato Mazzeo.

Cos’è il cibo sintetico e come si ottiene

Si chiama carne sintetica ma in realtà si dovrebbe parlare di carne coltivata. Viene prodotta in laboratorio: le cellule animali sono estratte da un tessuto muscolare di un animale vivo. Vengono opportunamente coltivate e alimentate con sieri ad hoc per assicurare i nutrienti di cui le cellule hanno bisogno: in questo modo si moltiplicano in breve tempo.

La carne è solo il primo di una serie di alimenti sintetici: si sta lavorando alla realizzazione del miele e delle uova, logicamente senza api e galline. Da qui a due anni il sogno di realizzare una vera e propria bistecca creata in laboratorio potrebbe diventare realtà. Ad oggi in Giappone si è riusciti a ricreare la muscolosità e la consistenza della bistecca.

Mucche da latte – © Marta Mancini

Tutti i numeri della zootecnia

La presenza della zootecnia in Toscana ha subito, dalla mucca pazza in poi, pesanti effetti. Solo negli ultimi dieci anni gli allevamenti da carne chiusi sono stati oltre 2.000. Oggi i capi da carne allevati in Toscana sono poco meno di 70.000 mentre gli allevamenti 3.500. Limousine e Chianina sono le principali razze allevate.

Ma l’importanza dell’allevamento va oltre la valenza alimentare: indubbia la rilevanza sia sociale che ambientale. La chiusura di una stalla è un danno per tutto il territorio. Da una parte uno spopolamento del territorio e dall’altro il suo degrado, soprattutto se ci si trova in zone svantaggiate.

Dalla parte dei consumatori

I principali alleati degli allevatori sono i consumatori. Il 95% non mangerebbe mai carne sintetica se questa arrivasse sul mercato. E’ quanto emerge dal sondaggio realizzato da Ixè per il Centro Studi Divulga.

Secondo il sondaggio 7 su dieci non si fidano delle cose non naturali. Al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicura per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che la carne artificiale non avrà lo stesso sapore di quella vera (42%). C’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%).

Chi fa notare, soprattutto tra i vegetariani e i vegani, che si tratta comunque di prodotti ottenuti dagli animali, con sistemi particolarmente cruenti.

Il tentativo di screditare la carne vera

Secondo il sondaggio Ixè-Divulga, sono fallimentari le campagne di marketing che negli ultimi tempi hanno cercato di demonizzare la carne vera. Viene promossa quella sintetica esaltandone la naturalità con espressioni come carne “pulita” o “coltivata”, senza rivelare gli interessi commerciali e speculativi ad esso legati.

Non a caso il 96% degli italiani continua a mangiare carne, secondo il rapporto Coldiretti/Ixè, con una frequenza media di consumo di 2,7 volte a settimana. Salda la convinzione che la giusta quantità di carne, bianca e rossa, sia una componente fondamentale della buona dieta.

In testa alle caratteristiche che il consumatore considera prima di acquistare c’è il fatto se la carne proviene da un allevamento italiano, seguita dalla presenza di un’etichetta con informazioni dettagliate e se arriva da un’azienda del proprio territorio. Prezzo e convenienza si piazzano solo al quarto posto, subito davanti ai marchi ad indicazione di origine.

L’allarme lanciato da Coldiretti Toscana

La Coldiretti Toscana aveva lanciato l’allarme non più tardi di dodici mesi fa, a venti anni esatti dall’emergenza Mucca Pazza. L’incontro “Il cibo che verrà. No all’alimentazione sintetica” organizzato all’Innovation Center della Fondazione Cassa Risparmio di Firenze aveva vissuto il suo momento clou con la firma del manifesto contro l’alimentazione sintetica. Petizione che tutti possono sottoscrivere.

Siamo pronti a dare battaglia in nome del Made in Tuscany e dei consumatori. Oggi dichiariamo guerra alla Frankenstein Meat – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La carne italiana nasce da un sistema di allevamento che per sicurezza e qualità non ha eguali al mondo, consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica”.

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