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© Eugenio Jitzu Ferari

Cultura /

Un team internazionale di archeologi alla ricerca di Semifonte la città ‘fantasma’

Si indaga il sottosuolo con i georadar alla ricerca delle anomalie, nel 2021 si comincerà a scavare

Vi sarà probabilmente capitato di vedere la bellissima Cappella di San Michele Arcangelo che si trova presso il Borgo di Petrognano nel comune di Barberino Val d’Elsa. La cupola realizzata su progetto di Santi di Tito riproduce in scala 1 a 8 la cappella realizzata da Brunelleschi per Santa Maria del Fiore a Firenze. Quello che forse non sapete è che nel terreno al di sotto della cappella giacciono sepolte le rovine di quella che fu l’antica città di Semifonte rasa al suolo in una durissima battaglia nel 1202 dalle truppe della città di Firenze. Perchè i fiorentini rasero al suolo questa città? Cosa si cela nelle sue rovine? Una campagna di indagini vuole dare una risposta a queste domande.

La storia di Semifonte

Nel 2000 si è tenuto in Toscana un convegno che ha approfondito la vicenda di questa città che si narra competesse con Firenze, da cui il motto goliardico “Va Firenze, fatti in là, che Semifon divien città”. Un mito di cui parla anche Dante Alighieri nella Divina Commedia. Tra la fine del 1100 e i primi anni del 1200 sta consolidando ed espandendo i propri confini nel contado, per cui inizia a scontrarsi con le nobiltà locali che avevano il controllo sul territorio e sulle vie di comunicazione. In Val d’Elsa passava la via Francigena che Firenze aveva la necessità di controllare. Aveva bisogno per motivi economici e gepolitici di avere uno sbocco a sud su questa via così importante. Il castello edificato dai conti Alberti si inurba, diventa cioè piano piano una città e si costituisce in un libero comune, affrancandosi anche dal dominio degli Alberti. Si consolida su una via di comunicazione fondamentale come la via Francigena, a cavallo della via regia romana un vecchio ramo della Cassia che portava verso Siena e costituisce un blocco fondamentale nella Toscana centrale per l’espansione fiorentina. Era un castello in espansione che iniziava a crescere, un elemento di conflittualità molto forte. Nel 1202 Firenze e Siena si allearono insieme per distruggerla e la rasero al suolo. Il mito racconta che la città fu conquistata solo grazie al tradimento del conte Alberto IV, lo scrive lo scrittore Pace da Certaldo. Fatti che trovano riscontri anche negli archivi della Repubblica Fiorentina. Tra l’altro nella firma degli accordi di pace c’è il divieto assoluto di costruire qualsiasi costruzione nel poggio dove era collocata Semifonte. Tant’è che verso la fine del ‘500 quando il canonico Giovan Battista di Neri Capponi vuole costruire una cappella come lustro a Firenze e alla propria famiglia, deve chiedere il permesso del Granduca Ferdinando I perchè vigeva sempre il divieto, una sorta di ‘damnatio memoriae’.

La campagna di indagini

Nei mesi scorsi un team internazionale ha dato il via a una serie di indagini di così detta ‘archeologia leggera’ cioè senza scavo scandagliando la superficie tramite le più moderne tecnologie che si basano su georadar. Le analisi hanno rilevato ‘anomalie’ cumuli e presenze nel sottosuolo che potrebbero essere tracce di fortificazioni o strutture architettoniche. Le ricerche storiche e archeologiche in corso sono coordinate dalla cattedra di Archeologia medievale dell’Università degli Studi di Firenze, diretta dal professor Michele Nucciotti, in collaborazione con l’Istituto per Tecnologie applicate ai beni culturali (CNR, Roma) e l’Istituto di Archeologia e Etnologia dell’Accademia polacca delle Scienze di Varsavia.

Le prossime fasi della ricerca

Il team di archeologi dell’Università di Firenze, coordinato dal professor Guido Vannini, che segue il progetto ormai da anni e il gruppo archeologico ACHU procederanno nei prossimi mesi con lo scavo archeologico e un programma di indagini e saggi di accertamento. Sono due le fasi che saranno realizzate con l’obiettivo di portare avanti il percorso di studi archeologici alternato tra l’autunno e la primavera. “Tra pochi mesi – ha spiegato il professor Guido Vannini – avvieremo la campagna di piccoli scavi localizzati sulla collina di Semifonte che riguarderà le aree individuate evidenziate dalle indagini geofisiche effettuate in precedenza. I sondaggi saranno affiancati dalle prospezioni e saranno sia fuori terra che interrate. Il programma procederà in primavera e in base ai risultati che emergeranno da questa prima campagna di scavi procederemo con lo scavo in maniera più estesa. Il progetto è maturo, infatti, per verificare, attraverso lo scavo, la presenza di possibili strutture la cui traccia nel sottosuolo è stata segnalata dai ricercatori geofisici. I saggi stratigrafici localizzati ci permetteranno dunque di interpretare al meglio quello che si cela ancora sotto la collina di Semifonte, scoprire e conoscere la vita della città scomparsa“.

“L’archeologia pubblica è un’attività culturale sulla quale investiamo con convinzione – ha commentato il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli–  il progetto di Semifonte di caratura internazionale ci permette di camminare sulle tracce della nostra identità, di ricostruire la storia e la memoria di un luogo che molto ha ancora da raccontare, immerso tra Medioevo e Rinascimento. La riscoperta di queste terre è volta non solo all’approfondimento delle origini della Valdelsa nello scacchiere storico-culturale caratterizzato dalla presenza di Firenze e Siena, ma ci invita a valorizzare e promuovere nuove forme e modalità di fruizione turistica legate alla potenzialità contemporanea della cultura archeologica”.

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