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Una firma contro l’odio in rete, la Toscana sottoscrive il manifesto della comunicazione non ostile

L’impegno della Regione per combattere ogni forma di discriminazione e di razzismo in rete sottoscritto nella giornata che celebra l’abolizione della pena di morte

La firma del manifesto per la comunicazione non ostile

Un segnale forte contro i linguaggi d’odio che attraversano la rete e in particolare i social. Arriva dalla Regione Toscana, in occasione della Festa che celebra ogni 30 novembre l’abolizione della pena di morte. Partendo da quel gesto rivoluzionario, avvenuto nel lontano 1786 e voluto dal Granduca Pietro Leopoldo, oggi la Toscana sottoscrive un impegno preciso: il manifesto per la comunicazione non ostile è il segno che le istituzioni e la Pubblica Amministrazione vogliono promuovere nei fatti l’integrazione e il rispetto nei confronti degli altri e al tempo stesso condannare ogni gesto razzista e discriminatorio.

La firma del manifesto per la comunicazione non ostile

Il manifesto per la comunicazione non ostile è stato presentato nel corso del convegno “La Toscana che non odia”, organizzato al Teatro La Compagnia. Poche ore prima, in quella stessa sala, si era svolta la seduta solenne del Consiglio regionale e da parte del presidente dell’assemblea Antonio Mazzeo e poi dal presidente della Toscana Eugenio Giani era stato rivolto un appello proprio ai giovani chiedendo loro di “non essere mai indifferenti all’odio”.

Partendo da questa affermazione il presidente Mazzeo, tra i promotori del manifesto, ha tirato in ballo proprio gli studenti seduti in platea: “Nel 2022 saremo nelle scuole per siglare un patto con i nostri giovani: mai essere indifferenti, mai voltarsi altrove di fronte ad episodi di violenza come quello accaduto alla giornalista di Toscana Tv Greta Beccaglia. Accanto alla nostra firma dovrà esserci anche la vostra“. Tra i dieci principi cardine del Manifesto, l’ascolto, il rispetto, la cura, la consapevolezza e la responsabilità. E sulla consapevolezza il presidente Mazzeo ha invitato a “passarsi il testimone, come in una staffetta 4×100. Ai giovani che domani potrebbero essere al nostro posto dico di non dare nulla per scontato. Quello che abbiamo oggi non è gratuito ma frutto della storia. La Toscana è terra di diritti. Non ci deve essere differenza di genere, razza, etnia. E soprattutto non ci deve essere indifferenza” ha concluso ricordando quanto accaduto a Beccaglia. “Ha subito una violenza e nessuna delle persone presenti è intervenuta o ha detto una parola. Tutti si sono voltati altrove. Questa è un’immagine bruttissima ma la Toscana non è questa. È una terra inclusiva e accogliente. Non perdiamo le nostre radici. Restiamo sempre dalla parte dei diritti” ha concluso.

Il consigliere regionale Iacopo Melio ha ricordato come “i social sono il pane quotidiano dei giovani” ma purtroppo “spesso proprio i ragazzi si trovano disarmati davanti all’odio che circola in rete. Noi – ha sottolineato – dobbiamo fornire loro il giusto supporto morale. Non basta ascoltare, serve tendere una mano e spiegare come affrontare e tutelarsi di fronte ad episodi di violenza” . Il consigliere ha concluso così: “sogno un domani dove nessuno si permetta di toccare le parti intime di una donna, dove nessuno si possa permettere che è stata una goliardata. La Festa della Toscana è stata per troppo tempo solo una ricorrenza. Deve diventare un Laboratorio a difesa dei diritti di tutte le minoranze che oggi continuano a non avere voce e la Toscana dovrà esserne il motore”. In questo la Toscana, con la firma di questo manifesto, ha concluso Melio può fare da apripista a livello nazionale essendo la prima regione in Italia a sottoscrivere il documento.

Rosy Russo, presidentessa dell’Associazione parole o-stili, ha raccontato la genesi del progetto che ha portato al manifesto per la comunicazione non ostile sottoscritto nel corso degli anni da oltre 500 sindaci, da senatori e deputati e da oltre un milione di studenti. Un progetto di cui ognuno può farsi promotore, come ha concluso il presidente Mazzeo, invitando anche i ragazzi presenti a sposare questa causa diffondendo il messaggio che la diversità è una ricchezza e le parole d’odio non devono trovare mai casa nella vita di tutti giorni così come sui social. “Dobbiamo crederci e rispettarci” ha ribadito.

Davanti alla platea degli studenti di ‘Rondine cittadella della pace’ ecco la Toscana dei diritti e dell’impegno sociale. Sello Hatang, Ceo della Nelson Mandela Foundation, in collegamento streaming dal Sudafrica, ha citato Nelson Mandela: “Nessuno è nato odiando un’altra persona in ragione del colore della sua pelle, per la sua storia o per il suo credo religioso”. In un momento così delicata serve una leadership forte, ha ricordato ancora, e il suo auspicio è “che venga proprio dalla Toscana, che mi ha accolto come uno dei suoi figli e ha dato la cittadinanza onoraria a Nelson Mandela”. Ci sono poi le testimonianze di Ernesto Pellecchia direttore dell’Ufficio scolastico regionale, di Victoria e Giovanni che raccontano il lavoro che si fa nella scuola di ‘Rondine Cittadella della Pace’, del giornalista Simone Alliva e il suo lavoro sulla violenza omofobica e transfobica, sui diritti negati.

Il cantante Lorenzo Baglioni ha inviato un videomessaggio proponendo la ‘Canzone dei bulli’ mentre il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della commissione straordinaria del Senato sull’intolleranza, il razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, presieduta da Liliana Segre ha illustrato il lavoro della commissione e il difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly ha raccontato la sua battaglia con un videomessaggio tornando su quanto accaduto nel corso della partita Fiorentina-Napoli.

Tutti noi dobbiamo sentirci impegnati, la giornata di oggi è una tappa fondamentale per la Toscana – ha ribadito il presidente del Corecom della Toscana, Enzo Brogi Dobbiamo imparare tutti a usare questo strumento nel modo più intelligente possibile, perché il web è molto bello, se ci sappiamo difendere dalle insidie terribili che porta con sé”. Da qui l’invito di Brogi a “dare l’opportunità ai ragazzi di usarlo nel modo migliore possibile”. E ha ricordato il patentino digitale istituito dal Corecom in collaborazione con Regione, Istituto degli Innocenti, polizia postale e ufficio scolastico regionale.

Bernard Dika, Enzo Brogi e Veronica Maffei – © Paolo Lo Debole

Bernard Dika, consigliere del presidente Giani per l’innovazione e le politiche giovanili: “Più crescono le parole e il linguaggio d’odio, più l’Italia perde il suo potenziale. Tante ragazze e tanti ragazzi che vorrebbero impegnarsi non lo fanno perché hanno paura delle risposte che possono arrivare da chi gli sta di fronte”. Ecco perché per Dika “a scuola si deve lavorare al rapporto con chi la pensa diversamente. Il conflitto non per forza è cattivo, lo è quando si trasforma in odio”.

Gran finale con Sergio Staino e le sue vignette. Una disegnata per la giornata (“Fermi, in Toscana non si può!”), quindi il racconto per disegni di come Firenze avrebbe potuto perdersi un artista come Giotto, se avesse chiuso le porte a chi arrivava da fuori città, da Vicchio. E infine le illustrazioni alla canzone di Francesco Guccini ‘Il vecchio e il bambino’. “Dobbiamo essere orgogliosi di questa Toscana”, ha concluso Staino ai ragazzi in platea.

Il manifesto per la comunicazione non ostile è stato sottoscritto da tutti i partecipanti al convegno “La Toscana che non odia” vedendo sfilare sul palco per la firma tutti i partecipanti all’incontro.

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