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Vino.com guida la rivoluzione digitale di cantine e winelovers

Come sono cambiati i consumi post pandemia e le opportunità offerte dal commercio elettronico per le aziende e le cantine

Il team di vino.com: Diego Di Sepio, co-founder & CIO, Andrea Nardi Dei, co-founder & CEO, Elisa Scapin, co-founder & CFO e Francesco Limberti, co-founder & CTO

Passione per il vino e spiccate competenze digitali sono alla base del successo di Vino.com, già Vino75.com. Una piattaforma tecnologica che ha mosso i primi passi a Firenze, dentro Nana Bianca, fino a diventare una delle realtà più importanti del mercato globale. L’azienda, che si avvia a festeggiare i 10 anni dalla fondazione nel 2022, ha lanciato nel 2014 la piattaforma proprietaria multi-brand e multi-channel che ha rivoluzionato i processi di distribuzione di vino e spirits. Oggi Vino.com presenta un catalogo di oltre 1.000 cantine e più di 6.000 etichette nazionali e internazionali e il suo fatturato 2020 ha raggiunto i 30 milioni di euro. Con Andrea Nardi Dei, confondatore e CEO della piattaforma digitale facciamo il punto sui risultati passati e le prospettive future.
Cos’è Vino.com? Come la descriverebbe con parole semplici?

È un’enoteca digitale che si contraddistingue per l’esperienza che offre ai suoi clienti: sommelier virtuale, schede prodotto con informazioni dettagliate e abbinamenti, contenuti editoriali originali e immagini in alta definizione di ciascun prodotto.

L’homepage di Vino.com

Come avete trasformato il mercato del vino sul web e modificato le abitudini d’acquisto? La trasformazione è ancora in essere come dimostra il caso Fine Wines?
All’inizio, l’imprenditoria enologica italiana mostrava diffidenza verso l’e-commerce, abbiamo dimostrato la nostra professionalità diventando partner delle cantine.
Vino.com è in costante trasformazione, si fonda sulla capacità di innovare la distribuzione, attraverso servizi come Fine Wines: bottiglie pregiate, da collezione. Offriamo esperienze di degustazione e la scoperta dei migliori terroir francesi e italiani.
Quali sono i principali paesi oltre all’Italia in cui vendete i vostri vini?
L’internazionalizzazione è iniziata nel 2017: grazie alla partnership con Alibaba, abbiamo creato VINO75 China, la piattaforma per esportare e vendere vino in Cina. Il progetto si è ampliato con l’apertura dell’operatività diretta in Germania, Olanda, Belgio e, negli ultimi mesi ,anche in Francia, Danimarca, Svezia e Principato di Monaco.

Qual è il punto di forza di Vino.com? L’elemento che fa la differenza nel mercato web?
Abbiamo puntato su profondità di catalogo, sicurezza, consegne in tempi rapidi, esperienza di navigazione, contenuti originali e guida all’acquisto grazie al sommelier virtuale. La nostra piattaforma tecnologica è molto flessibile e ha richiesto un impegno importante in termini di sviluppo.

L’homepage di Vino.com

Qual è la strategia di sviluppo di Vino.com, quali le prospettive di internazionalizzazione dell’ultimo periodo?
Continuare l’espansione nel mercato italiano e portare il made in Italy enologico in giro per il mondo. Le nostre prossime tappe saranno Gran Bretagna, Spagna, Austria e Finlandia.

C’è un errore o un episodio che è servito da lezione?
Sbagliare è fondamentale per comprendere dinamiche e processi. L’importante è analizzare il problema da un punto di vista diverso per giungere a una soluzione innovativa. Lo abbiamo sperimentato quando, all’inizio, ci siamo presentati come un e-commerce di vini di nicchia, abbiamo capito che non poteva funzionare. E apportati i necessari cambiamenti, abbiamo iniziato a consegnare milioni di bottiglie.

Come si presenta il mercato post lockdown? Quali sono i mercati di domani e i progetti futuri?
Siamo stati testimoni di un vero e proprio passaggio culturale e l’introduzione di nuove abitudini di consumo che si stanno consolidando. Il commercio elettronico del vino è un’opportunità di sviluppo. Un cambiamento che ha riguardato i consumatori e gli operatori del settore. Infatti, la combinazione dell’impatto tech nella produzione e nella distribuzione è il fondamento di una forte crescita che caratterizzerà anche il futuro.

Oggi avete la vostra sede in Oltrarno nel Granaio dell’Abbondanza. Cosa significa per voi partire da Firenze per essere presenti sui mercati globali?
È il legame con il territorio: Firenze è casa, dove è partita la nostra avventura. Il nostro modello prevede l’acquisto diretto dai produttori, nel nostro magazzino sono stoccate oltre 600.000 bottiglie, molte delle quali a temperatura e luce controllata, con tempi di permanenza ridotti a vantaggio della conservazione organolettica.

Cosa pensate delle start up di Nana Bianca che si propongono di seguire i vostri passi?
In Nana Bianca si guarda al futuro concretamente. Le startup sono pronte a mettersi in gioco, a trasferire competenze e flessibilità in progetti destinati a crescere e ad attirare investitori. Gli startupper sono mossi dalla curiosità e dall’apprendere dai propri errori per trasformare interessi e passioni in business.

 

 

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