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Bluetour, un percorso per valorizzare il fiume Arno

Presentata a palazzo del Pegaso l’iniziativa sulle vie dell’acqua 2025. In questo contesto si inserisce anche il Manifesto dell’Arno, un documento di condivisione e di partecipazione

“Bluetour, le vie dell’acqua 2025. Controcorrente dalla foce alla sorgente dell’Arno”, in altre parole un percorso di valorizzazione del fiume toscano, del suo patrimonio culturale e paesaggistico e delle comunità locali che vi vivono.

In tale contesto si inserisce il Manifesto dell’Arno, un documento di condivisione e di partecipazione, sottoscritto da tutti coloro che, a vario titolo, sono protagonisti di un rapporto con il fiume, in un’ottica di sostenibilità ambientale, valorizzazione e interpretazione del patrimonio materiale ed immateriale. Attraverso una serie di appuntamenti, costruiti insieme ai territori, per un focus su valori, eccellenze locali e comunità.

Una cosa è certa: l’Arno è da sempre elemento caratterizzante del nostro territorio, come sottolineato dai partecipanti ad una conferenza stampa, a palazzo del Pegaso, proprio per parlare di questa risorsa. Edoardo Antonini, vicesindaco del Comune di Capraia e Limite, lo conferma: “Noi abbiamo grande tradizione di rapporto con l’Arno, da sempre contraddistinto da una forte cantieristica navale, nonché punto di riferimento per il tempo libero, non a caso nel 1861 è nata la società Canottieri Limite, che è la più antica d’Italia. Noi siamo quindi pronti a collaborare a ogni progetto che preservi l’Arno inteso come patrimonio, per interventi atti a recuperare la sua vivibilità e il rapporto tra le persone ed il fiume, perché è un elemento vitale e caratterizzante per tutti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Fabiola Franchi, vicesindaco del Comune di Vicopisano, che ha parlato “di risorsa Arno come sviluppo di comunità in tutti i sensi, partendo da molto lontano, basti pensare che il borgo di Vicopisano era un porto, di fondamentale importanza per i fiorentini, e quando nel 1406 lo conquistarono venne chiamato il Brunelleschi per fortificarlo; da allora sono stati fatti tanti interventi, il turista che viene oggi si rende conto dell’importanza grazie alla storia, e anche grazie al restauro delle cateratte ximeniane, che diventeranno un museo delle acque e anche un museo della ceramica, segno di una comunità che si muove intorno all’acqua”.

Il segreto è partecipare e farlo insieme; lo sa bene Sabrina Busato, presidente Federazione europea itinerari storici culturali e turistici: “il calendario è un racconto collettivo, vogliamo mettere in evidenza un patrimonio comune, legato al fiume, valorizzando i territori e le specificità delle comunità locali, raccontando i vari aspetti del fiume, dagli spaccati di storia fino alla contemporaneità e allo sport, aumentando la consapevolezza di tutti. Partiremo a settembre, ma già il 1° agosto inizieremo con una call che rimarrà aperta fino al 12 agosto, proprio per invitare le popolazioni a far parte di questo calendario, per raccontare e raccontarsi, con lo spirito di continuare a crescere. L’idea nasce dal Manifesto dell’Arno, sottoscritto da numerose associazioni, proprio per vivere l’Arno in modo collettivo e partecipato”.

Magari anche con uno sguardo alla pace, come ricordato da Leonardo Paglianti, delegato Unesco per Vinci: “noi saremo presenti con l’installazione, quale progetto di pace, costruita nel 2004 da ragazzi del comune di Vinci e da alcuni volontari, seguendo attività di educazione alla pace, e la nostra idea è stringere collaborazioni con città su corsi d’acqua come noi, ma anche con città legate all’itinerario internazionale su Lenardo da Vinci; non a caso parteciperemo con un convegno guardando agli studi sull’acqua, che nel nostro museo ha una sezione dedicata, a conferma di quanto ci troviamo bene in questo contesto”.

Anche Enrico Sostegni, consigliere regionale, ha sottolineato il radicamento territoriale: “Ma mentre per le generazioni dei nostri nonni l’Arno era un luogo di vita, dove si imparava a nuotare e si andava a pescare, per la mia generazione l’Arno è sostanzialmente un non luogo, sappiamo che è inquinato e non lo navighiamo, e gli eventi culturali e quelle società che continuano a usare il fiume, come la società Canottieri Limite, sono una grande ricchezza per far comprendere ai cittadini che il fiume è una risorsa ambientale, una sfida culturale importante; da qui la necessità coinvolgere tutti gli attori, incentivando le iniziative che vanno in questa direzione”.

Dello stesso tenore Antonio Mazzeo, presidente dell’Assemblea toscana: “L’Arno per la Toscana è il cuore, l’infrastruttura materiale e immateriale più importante della nostra regione; il punto vero è come valorizzarlo e sostenerlo, crearci opportunità, nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza dei cittadini e delle cittadine; due quindi le questioni da tenere assieme: da un lato l’opportunità di sviluppo e dall’altro la sicurezza delle comunità locali”. “L’Arno per tanti anni è stato la via principale della Toscana, che partiva dal Porto di Livorno fino ad arrivare a Firenze, ecco oggi con questa iniziativa – ha concluso Mazzeo – siamo di fronte ad una Toscana che vuol guardare al futuro, partendo dalle proprie radici”.

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