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Caccia al Piano, i primi 20 anni di Ziliani a Bolgheri tra arte e vino

La famiglia legata alla nascita del Berlucchi continua a investire sulla costa toscana e festeggia con una mostra dal titolo “Satelliti”

La mostra Satelliti a Caccia al Piano

Da Brescia a Bolgheri: dalla tradizione di famiglia del Berlucchi al territorio nobile del vino in Toscana. Sono passati 20 anni da quando Franco Ziliani realizzò il sogno di acquisire la tenuta Caccia al Piano lungo la via Bolgherese tra vigne e ulivi.

Il ventennale è l’occasione per i produttori del celebre Franciacorta di fare un primo bilancio della presenza tra i vigneti del terroir bolgherese e le eccellenze enologiche della DOC italiana più famosa al mondo. Anche con una mostra celebrativa che sottolinea il rapporto tra arte, vino e stelle.

La tenuta Caccia al Piano conta 24,5 ettari di vigneti, in 4 diverse aree della DOC Bolgheri, ad altitudini che oscillano tra 40 e 180 metri slm. La produzione annua si attesta intorno alle 140.000 bottiglie. Ora la famiglia Ziliani riparte da esperienze e risultati degli ultimi 20 anni per guardare alle nuove sfide.

La tenuta di Caccia al Piano di Paolo Ziliani a Bolgheri

Ziliani punta ancora su Bolgheri

Il nostro obiettivo adesso, è quello di espandere il nostro Brand investendo sempre di più sul territorio bolgherese. Abbiamo infatti appena concluso l’acquisizione di 5ha di terreno nella zona de Le Bozze, contigui ad alcuni vigneti già di nostra proprietà coltivati con uve Vermentino e Sauvignon Blanc. Questa tipologia di terreno, un misto di sabbie, limo, calcare e tufo, può dare eccellenti risultati anche sulle uve a bacca rossa. E’ per questo che abbiamo deciso di piantare Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon” ribadisce Paolo Ziliani.

La sfida della famiglia – assicura – mossa dal desiderio di sperimentare e produrre i grandi vini rossi di taglio bordolese, di levatura e carattere internazionale sembra esser conseguita. Un passettino alla volta” sottolinea il presidente di Caccia al Piano dicendosi “convinto che tutto si possa spumantizzre, come dimostra l’acclamato “metodo classico” CaP Rosè a base di Syrah e Merlot, ma la natura deve fare il suo corso“.

Paolo Ziliani e CaP Rosè – © Raffaella Galamini

La nascita di Cap Rosè in terra di Bolgheri

Centrale il ruolo giocato dalla cantina di Caccia Al Piano, i cui lavori sono terminati nel 2014. Qui sono nate le prime bollicine bolgheresiCaP Rosè”. Uno spumante da sogno realizzato con Syrah e Merlot con un bassissimo dosaggio, dall’intrigrante colore rosa cipria e dal perlage abbastanza fine. Una produzione di nicchia: appena 7mila bottiglie.

Ho pensato di fare qualcosa che non c’era, portando il nostro know how sulla spumantistica nel territorio. Ma questo spumante, il Cap Rosè, che nella prima annata è dedicato a mio padre, Franco Ziliani, e nasce da Merlot e Syrah, non sarà mai un competitor dei grandi rossi di questo territorio, di cui sono innamorato” aveva dichiarato Ziliani nell’estate 2022 alla presentazione della novità.

Il desiderio di volerci confrontare anche all’interno di questo meraviglioso territorio con il Metodo Classico rappresentava per noi una sfida, ma soprattutto un sogno, lo stesso che animò mio padre più di 60 anni fa – aveva aggiunto ancora – Quindi CaP Rosé non è solo uno spumante, ma un modo di assaporare la vita, cercando di cogliere l’essenza di un territorio, quello bolgherese, con vitigni che qui hanno trovato luoghi e posizioni perfette per dare il meglio di sé, anche al servizio di un vino spumante“.

La mostra Satelliti della tenuta Caccia al Piano a Bolgheri

“Satelliti” per i 20 anni di Caccia al Piano

La luna ha sempre avuto un grande influsso sui raccolti agricoli e pure sulle vendemmie. In particolare c’è un legame tra i movimenti del cosmo e il processo di vinificazione. Per i 20 anni di Caccia al Piano la mostra “Satelliti“, curata da Giorgio Galotti, indaga questo rapporto affascinante. La cantina di Ziliani lungo la Bolgherese ospita una collettiva di cinque artisti: Ettore Favini, Alice Ronchi, Matteo Nasini, Renata De Bonis, Anders Holen, prorogata fino al 24 novembre.

Un inedito racconto diffuso tra gli spazi aziendali, dalla torre alla barricaia. Così l’installazione di Matteo Nasini traduce in suono il moto di miliardi di stelle della via Lattea. Un canto, quello delle stelle, che ammalia il visitatore. Per il 2024 già si annunciano nuove iniziative con il mondo dell’arte.

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