L’agricoltura al centro delle scelte pubbliche. È la chiave per il futuro. 250 tra dirigenti e giovani agricoltori di Coldiretti hanno incontrato al Cinema Odeon Giunti di Firenze, il governatore Eugenio Giani, la presidente del consiglio regionale ed ex assessore all’agroalimentare, Stefania Saccardi, il sottosegretario Bernard Dika ed neo assessori all’agricoltura e alle attività produttive, Leonardo Marras e alla salute Monia Monni.
Agricoltura centrale nello sviluppo toscano
Slogan dell’iniziativa “L’orgoglio di coltivare il futuro”. Dal confronto sono emerse precise indicazioni sul percorso da seguire. “Nel modello di sviluppo e rilancio dell’economia toscana – ha spiegato il presidente Giani – l’agricoltura deve rappresentare una parte fondamentale perché la nostra è una regione che nel settore trova una delle sue vocazioni principali. Dobbiamo dare sostegno ai giovani, alle donne ed a chi nel settore lavora, sia sul piano dell’agricoltura in senso classico e stretto, sia nella trasformazione e nella capacità di offrire attraverso i nostri prodotti un’immagine della Toscana nel mondo”.
Puntare sul biologico e sull’ambiente
“L’assemblea di Coldiretti – ha proseguito Giani – rappresenta un punto di riferimento in grado di fornire preziose indicazioni per dare effettiva centralità alle politiche del settore. La Toscana deve continuare a puntare sul biologico e sul rispetto dell’ambiente, un connubio che la vede presentarsi con il 37,5% di aree coltivabili con metodi biologici e dove viene maggiormente rispettato quel principio della filiera corta e della tutela dell’ambiente, attraverso sistemi dove automazione e orientamento alla produzione industrializzata devono essere funzionali prima di tutto alla qualità della vita e dei prodotti”.
Un modo per valorizzare la Toscana diffusa
“La Toscana – ha concluso il presidente – sotto questo aspetto unisce l’agricoltura alla valorizzazione della Toscana diffusa, dove l’agricoltura diventa un volano per investire su processi che contrastano lo spopolamento delle aree meno densamente abitate, ma nel quale la dimensione della natura, della forestazione, dell’agricoltura, degli allevamenti hanno un ruolo centrale. Ci vantiamo di avere 90 DOP e IGP, prodotti rappresentativi di valori che si devono esprimere al massimo anche per un’agricoltura molto orientata verso l’export. Sono queste le linee su cui ci muoveremo per dare, appunto, centralità all’agricoltura nel nostro modello di sviluppo economico”.
Più valore alle aziende e alle imprese
“Dobbiamo chiederci – ha detto Marras – se le scelte che vengono fatte a livelli superiori rappresentano ancora quella che abbiamo conosciuto come politica agricola comune. Forse nell’Europa prima dei 27. Oggi, per varie ragioni comprensibili, è forse più marginale. Ridurre tutto ad un fondo unico comporta minacce consistenti. Perché così si abbassano le risorse, ma anche le difese per gli imprenditori che devono continuare ad essere competitivi. Le regioni italiane, proprio la scorsa settimana, hanno adottato una posizione comune di difesa, chiedendo al Governo di non accettare la logica del fondo unico, ridefinire un ruolo attivo dell’agricoltura italiana nell’ambito europeo e di non valicare alcuni limiti o barriere che rischiano di minacciare seriamente il settore”.
“Credo che – ha concluso l’assessore – dobbiamo prima di tutto provare a dare ancora più valore alle imprese, e soprattutto rivolgere l’attenzione verso i giovani e verso chi sceglie e sceglierà la terra come il fattore produttivo per la sua vita. In questo momento diventa necessario accompagnare il cambio generazionale per cercare di guardare ad un futuro senza tinte fosche”.
L’impegno contro la peste suina
Secondo l’assessore alla sanità Monni l’attenzione all’agricoltura passa anche dal tema della salute alimentare e veterinaria. “La peste suina rischia di propagarsi nel resto della regione. Siamo preoccupati per il progredire di questa epidemia e profondamente insoddisfatti per gli strumenti non messi in campo dal commissario. Dalla riunione ieri è emerso che sono state trovate diverse carcasse anche nelle zone di Massa e di Lucca. Siamo in difficoltà, mancano i veterinari e il tetto alle assunzioni non ci consente di avere nuovo personale. Al momento lavoriamo soltanto con le risorse della sanità, mentre il commissario ha scelto di investire in debarrieramenti che, dove sono stati fatti, si sono rivelati inutili. Oltre al personale – ha concluso – occorrono strumenti e attrezzature per recuperare le carcasse, soprattutto in territori impervi come Garfagnana e Lunigiana. Investiremo nuove risorse e manteniamo il livello di attenzione altissimo, per proteggere il territorio e soprattutto gli allevamenti. Però occorre che il Governo, avendola dichiarata emergenza, la gestisse e la trattasse come tale”.
Un nuovo percorso per Coldiretti
“Inizia un nuovo percorso istituzionale con la nuova giunta. Nel primo mandato abbiamo lavorato bene ed in sinergia con Giani e la sua squadra, l’auspicio è di continuare in quella direzione anche con la nuova amministrazione. – ha tirato le conclusioni Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Questa iniziativa chiude un po’ il cerchio della lunga campagna di ascolto che ci ha visto visitare tutte le province della nostra provincia, toccare con mano e vedere le problematiche quotidiane dei nostri soci con l’obiettivo di tradurle in proposte utili e soluzioni concrete. La forza di Coldiretti – ha concluso la presidente regionale – alberga sin dalle origini nella sua capacità di costruire proposte ma anche nella sua capacità di mobilitazione”.