“Dopo i fatti nel carcere di Prato ho contattato il Ministro della Giustizia Carlo e ci siamo dati appuntamento, poi slittato per vari impegni reciproci, perché c’è la necessità di fare il punto sull’edilizia carceraria in Toscana”. Ad affermarlo questa mattina il presidente della Toscana Eugenio Giani, nel corso del suo intervento nella giornata conclusiva di “Carcere, inclusione sociale, comunità”, convegno organizzato dalla Regione e Anci Toscana sul sistema delle politiche regionali per la giustizia penale, che si è chiuso con la lectio magistralis di Margherita Cassano, prima presidente della Corte di Cassazione.
Giani: investire sull’edilizia carceraria
“Sull’edilizia carceraria occorre investire di più e ritengo assai importante anche un piano per una serie di interventi programmati – ha aggiunto il presidente Giani – a Firenze, in Toscana, abbiamo il nuovo Palazzo di Giustizia di Novoli inaugurato nel 2012, ma ora la priorità è l’edilizia penitenziaria. Per questo chiediamo al ministero di adeguare le strutture”.
“Vorrei affrontare questa pianificazione sugli interventi di edilizia carceraria perché va resa più compatibile con quello che è il rispetto dei diritti e le esigenze di civiltà, attraverso cui le carceri diventano un elemento distintivo di un territorio” ha spiegato Giani, che ha parlato anche delle politiche di reinserimento sociale dei detenuti.
Oltre 2.100 detenuti coinvolti in progetti di inclusione sociale e lavorativa
In Toscana sono oltre 2100 le persone detenute o in uscita dal carcere coinvolte in percorsi di inclusione sociale, lavorativa e giustizia riparativa, finanziati attraverso il Fondo Sociale Europeo e il Fondo di Sviluppo e Coesione, che hanno previsto servizi di accompagnamento sociale, percorsi di giustizia riparativa, attività di orientamento e formazione al lavoro, tirocini di inclusione sociale. Sono i numeri che raccontano l’impegno concreto portato avanti dalla Regione insieme a Comuni, istituzioni, mondo dell’associazionismo e del Terzo Settore per costruire opportunità di reinserimento e migliorare le condizioni di vita dentro e fuori dagli istituti penitenziari.
“Dal mondo del carcere arrivano notizie sempre più drammatiche, però c’è bisogno di interventi strutturali e di un sistema che parte dal carcere ma sia capace di coinvolgere tutta la comunità, non possiamo limitarci a rincorrere l’emergenza” ha dichiarato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli, tirando le somme del convegno appena concluso.
Cassano: il carcere dovrebbe essere l’extrema ratio
A concludere i lavori del convegno la lectio magistralis della Presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano.
“Stiamo attualmente assistendo ancora ad una politica penitenziaria basata soltanto sul reclamare indistintamente nuove carceri, ma senza un progetto, alla base di esso, di differenziazione del trattamento e di diversa previsione”, perché “nel nostro ordinamento il carcere dovrebbe essere l’extrema ratio” ha detto Cassano.
“Come l’extrema ratio è la custodia cautelare in carcere – ha proseguito Cassano -, quindi la modalità tradizionale di espiazione della pena all’interno del carcere dovrebbe costituire nell’intendimento costituzionale e nella prospettiva del legislatore del 2022 solo una piccola porzione del problema, perché il resto è affidato a misure altre e diverse. È chiaro però che, se si vogliono creare misure altre e diverse, occorre che da subito ci siano forme di interazione dialogica tra le varie realtà istituzionali”.