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Georgofili, i dati dei satelliti di supporto all’agricoltura

I dati rilevati dal programma spaziale Iride saranno utili per definire le esigenze e le buone pratiche sfruttando al meglio le tecnologie attuali e future

Agricoltura 4.0 - © metamorworks

Avviare un confronto di dati rilevati dai satelliti per definire le esigenze dell’agricoltura e ottenere così una corretta e funzionale programmazione e applicazione delle tecnologie attuali e future. E’ quanto emerso all’Accademia dei Georgofili di Firenze nell’incontro ‘Il contributo dello spazio per l’agricoltura: dati digitali e pianificazione colturale, aspettando la costellazione Iride‘. L’iniziativa è stata promossa insieme alla Fondazione per il Clima e la sostenibilità col contributo di Leonardo.

Nel rapporto tra satelliti e agricoltura, è stato spiegato, svolgerà un ruolo di primo piano Iride, il programma spaziale satellitare europeo di osservazione della terra che sarà completato entro il 2026.

L’agricoltura italiana, è stato evidenziato, “è caratterizzata da condizioni che presentano estrema variabilità delle condizioni e delle infrastrutture. Anche gli ordinamenti colturali sono spesso molto diversificati e con obiettivi qualitativi di estrema importanza. E’ quindi necessario lo sviluppo di tecnologie adatte e che siano in grado di fornire agli operatori del settore le informazioni necessarie all’introduzione delle tecnologie funzionali al miglioramento produttivo e alla sostenibilità“.

Dati satellitari e attività di routine in agricoltura

Maria Libera Battagliere dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) spiega che “i dati e i servizi Iride risponderanno anche a una esigenza di formazione delle istituzioni locali al fine di incrementare l’uso dei dati satellitari nelle attività di routine e il mondo agricolo sarà una delle realtà che potrà beneficiarne”.

Simone Orlandini, docente all’Università di Firenze e Accademico dei Georgofili, spiega che “i dati satellitari stanno rivoluzionando l’agricoltura di precisione, offrendo agli agricoltori una panoramica dettagliata sulle loro colture e consentendo loro di prendere decisioni più informate. Questa tecnologia, che un tempo era riservata principalmente a scopi di ricerca, ora sta diventando sempre più accessibile anche per l’uso pratico sul campo. Numerose sono ancora le criticità che devono essere risolte affinché i dati a disposizione risultino di effettivo beneficio per la nostra agricoltura, caratterizzata da condizioni pedoclimatiche e colturali estremamente diversificate”.

Per Orlandini è “essenziale creare momenti di confronti fra utenti e fornitori dei dati, in modo da portare a un reale ed efficace adozione di queste tecniche innovative”.

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