Sono più di 400 le aziende agricole aperte da giovani grazie al premio di primo insediamento della Regione Toscana, attraverso il bando “Aiuto all’avviamento di impresa per giovani agricoltori – annualità 2024”. Lo annuncia Coldiretti Toscana che racconta le storie di Arianna e Lorenzo da Fucecchio e di Leonardo, nel piccolo paese di Basati nell’Alta Versilia.
I loro progetti imprenditoriali stanno prendendo forma grazie al contributo regionale assegnato: 60mila euro. “Il premio di primo insediamento ha avuto un ruolo essenziale nella traiettoria di scelte di tanti giovani. Uno dei principali scogli per chi deve avviare un’azienda è proprio quello economico. – spiega il delegato regionale di Giovani Impresa Coldiretti, Francesco Panzacchi – Una buona parte delle aziende candidate non avrebbe visto la luce, diciamolo sinceramente, senza questo sostegno, o per lo meno non in tempi brevi”.
Sono 2.600 le aziende agricole under 35 in Toscana secondo l’ultimo rapporto del Centro Studi Divulga presentato in occasione dell’ultima edizione degli Oscar Green nazionali a cui ha partecipato, entrando nella rosa dei finalisti, la cooperativa Toscana Giaggiolo del Valdarno che produce il prezioso burro di iris destinato all’alta profumeria, alla farmaceutica e all’alimentare.
Le storie
Arianna Senesi, 31 anni, laureata in lingue, e Lorenzo Parlanti, 35 anni, laureato in scienze motorie, hanno creato nel 2024 “Il Frullino”, nelle campagna di Fucecchio. Tre ettari di terreni incolti, come le due grandi olivete. Nel piccolo pollaio e nel piccolo orticello decidono di avviare la produzione di ortaggi e uova bio seguendo i principi della permacultura e dell’agricoltura di precisione.
Nel prossimo futuro c’è anche la produzione di miele. “Il premio giovani ci sta permettendo di accelerato i tempi. – spiega Arianna – La nostra azienda cresce al passo delle nostre competenze. Quando siamo partiti eravamo entrambi a digiuno di tutto. Impariamo giorno dopo giorno, chiedendo consiglio a chi ne sa più di noi, partecipando a corsi, cercando sul web: sbagliando e ripartendo. La scelta di aprire un’azienda agricola, di vivere qui, ci rende felice perché ci permette di costruire il nostro stile di vita: natura, cibo sano e contatto con i nostri animali”.
Leonardo Speroni, 39 anni, era un cameriere in Versilia, adesso coltiva i microgreens, gli ortaggi nani commestibili – rucola, ravanelli, cipolle, basilico e così via – ricercatissimi dagli chef. Coltivati in piccoli vasi e vaschette, raccolti dopo pochi giorni quando la concentrazione nutrizionale ed aromatica è al massimo, sono utilizzati per decorare e guarnire i piatti o come ingrediente. La sua azienda, la “Basatina” prende il nome dal paese, Basati, frazione del comune di Seravezza nell’Alta Versilia dove è nato e vive. Qui si trovano i terreni dei nonni incolti da molti anni.
“Coltivo i micro-ortaggi all’interno di un metato della mia famiglia un tempo usato per l’essiccazione delle castagne. – racconta – Senza il premio del bando giovani avrei sicuramente faticato di più a partire. Ho scoperto i micro-greens ed i fiori eduli freschi e secchi lavorando nel settore della ristorazione. C’è poca offerta ed una domanda in continua crescita. L’interesse è andato di pari passo con l’immaginazione ed il desiderio di valorizzare i terreni di famiglia con un’idea imprenditoriale al passo con i tempi e soprattutto concreta. E così sono passati ai fatti”. Adesso Leonardo produce anche “l’humus di lombrichi per la concimazione naturale. Voglio realizzare micro-ortaggi di alta qualità e sostenibili”.