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L’acqua contaminata da arsenico diventa potabile grazie a una super membrana

I filtri speciali creati dall’Università di Pisa eliminano il perisoloso tossico lasciando gli altri sali minerali: la ricerca condotta insieme al Cnr e all’Università della Calabria

Acqua

Rendere potabile l’acqua contaminata da arsenico: per la prima volta è possibile grazie ad una innovativa membrana realizzata dall’Università di Pisa in collaborazione con l’Università della Calabria e l’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del Cnr. La ricerca è stata pubblicara sulla rivista Nature Water, della collana Nature Portfolio.

La membrana è resa “super” da una molecola particolare, un monomero, che può essere incorporata in un polimero. “A livello di laboratorio si presentano come dei dischetti porosi attraverso i quali viene filtrata l’acqua “, spiega Lorenzo Guazzelli del Dipartimento di Farmacia che ha realizzato il progetto insieme al professor Christian Silvio Pomelli. “Rispetto ad ogni altro sistema esistente, questa particolare membrana è in grado di rimuovere selettivamente l’arsenico senza privare l’acqua di altri sali fondamentali. L’acqua così filtrata non viene demineralizzata e diventa quindi potabile e direttamente adatta per il consumo umano”.

La contaminazione da arsenico

L’arsenico è uno degli elementi più tossici presenti in natura ed è stato classificato cancerogeno di classe 1 dall’Oms, che ne ha anche stabilito il limite massimo accettabile nelle acque potabili in 10 microgrammi per litro (μg/L).

La contaminazione di fiumi e laghi può dipendere dall’inquinamento o avere cause naturali, specie nelle aree vulcaniche dove le acque passano su rocce che rilasciano questo elemento chimico.  “Dal punto di vista chimico l’arsenico si presenta in diverse forme – dice Christian Silvio Pomelli – la membrana sviluppata nell’ambito del nostro studio si è dimostrata particolarmente efficace anche nei confronti dell’arsenico III o arsenito, che in generale è anche la forma più difficile da rimuovere e la più tossica”.

La ricerca che ha portato alla realizzazione della membrana è iniziata nel 2017. Per affrontare la questione a livello globale, la collaborazione è stata infatti estesa in campo internazionale. Per l’Italia, oltre all’Università di Pisa, hanno collaborato il professore Bartolo Gabriele e la professoressa Raffaella Mancuso del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria, e il gruppo di ricerca di Alberto Figoli e Francesco Galiano dell’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR di Rende (CS).

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