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L’Archivio dei Diari di Pieve è diventato digitale

Le 10mila storie ora sono alla portata di tutti nella nuova piattaforma di digital storytelling idiaridipieve.it. Multimediale, multi-linguaggio e multilivello in 3 percorsi online: per i lettori, le scuole e il mondo della ricerca

idiaridipieve _ about

Nasce tutto dall’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo, nel cuore della Valtiberina toscana, custode di migliaia di vite di carta e proprio dal concetto di archivio storico si sviluppa in chiave intuitiva e immediata per permettere una nuova consultazione. Per navigare tra le storie con coordinate precise, per raggiungere i lettori vicini e lontani.

La consultazione de idiaridipieve.it è trasparente, anche se ancora parziale, il progetto è in costante crescita e implementazione – e raccoglie i testi divisi per generi: diari, epistolari, memoria, autobiografia. Per aiutare la ricerca sono stati realizzati dei tragitti tematici che favoriscono l’esplorazione dei contenuti attraverso percorsi di conoscenza sempre nuovi, che vogliono coinvolgere attivamente il pubblico.

è un cantiere di storie arricchito da due sezioni per incuriosire e approfondire la conoscenza: “Atlante delle Emozioni” e “Podcast”

L’ “Atlante delle Emozioni” è un viaggio tra le storie dalla A alla Z, che parte dall’ “Amore” e passa per la I di “Invidia” e la V di “Vergogna”: venti stati d’animo che attraversano e incrociano la Storia, fatta di piccole grandi storie individuali, fatte di fragilità e gloria, di dolore e meraviglia, e che danno forma alla memoria. Ogni “emozione” è accompagnata da una nota introduttiva e propone una selezione di brani tratti da diari, epistolari, autobiografie, offerti al lettore con un apparato di approfondimento costituito da immagini, reperti, materiali audio e video che vanno ad arricchire la lettura, proponendo un complemento digitale.

Le storie private inedite risuonano attraverso il percorso “Podcast”, dove la letteratura involontaria, gli scritti della gente comune trovano degli interpreti. Le creazioni sonore sono prodotte in collaborazione con Radio Papesse nell’ambito del Lucia Festival (Premio Lucia) e del progetto ITHACA: Interconnecting Histories and Archives for Migrant Agency: Entangled Narratives Across Europe and the Mediterranean Region.

La piattaforma è dotata di 3 livelli di accesso

“Atlante delle Emozioni” e “Podcast” fanno parte del primo livello pubblico di consultazione libera amatoriale. Una lettura aperta per immergersi nell’universo di storie dell’Archivio con facilità trovando i primi 35 autori, i 39 vincitori di tutte le edizioni del “Premio Pieve Saverio Tutino” – dedicato alla memoria autobiografica inedita – più informazioni approfondite a livello di cataloghi, un numero sostanzioso di estratti, gran parte dei materiali foto, video e audio dell’archivio e un indice multimediale per orientarsi verso altri livelli di ricerca.

Il secondo livello educational è dedicato al mondo delle scuole e alla formazione, nel rispetto degli obiettivi dell’agenda 2030 per una cittadinanza globale. Tante storie e attività dedicate alle scuole primarie e secondarie di entrambi i gradi. Poi un manuale d’uso per gli insegnanti: per introdurre le fonti in ambiti educativi scolastici, universitari e post universitari. Uno strumento utile e immediato per trattare con i più piccoli e i giovani temi come i conflitti armati e le migrazioni.

Il terzo livello scientifico è dedicato a ricercatori e assegnisti di ricerca che non dovranno più obbligatoriamente recarsi di persona a Pieve Santo Stefano, ma con credenziali personali e autorizzate dall’Archivio potranno lavorare sui fondi archivistici con metodologie corrette di accesso a fonti e con i diritti di accesso correlati.

La piattaforma è attualmente correlata dal Catalogo dell’Archivio, già da tempo strumento fruibile e a disposizione di tutti e con la Digital Library che entro la fine del 2024 conterrà tutte le fonti digitalizzate.

Ad oggi la piattaforma lanciata è attiva nel 1° livello.

I diaridipieve.it è stato sviluppato grazie al progetto “Digital Storytelling Strategy” – realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze – attraverso il lavoro creativo dello studio di exhibition e interaction design Dotdotdot a partire dal prototipo creato e testato nell’ambito del progetto di ricerca PDS che ha visto il Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell’Università di Siena collaborare con l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano.

Un progetto, quest’ultimo, nato grazie al bando “Assegni di ricerca in ambito culturale” di Regione Toscana (PorFSE 2014-2020) che ha visto il cofinanziamento di cento assegni di ricerca, in ambito culturale, per progetti connessi a contenuti tecnologie e strumenti relativi alla fruizione, conservazione, valorizzazione del patrimonio culturale e alla conoscenza e interpretazione delle arti e della cultura. I progetti di ricerca sono stati realizzati in collaborazione fra Università, enti di ricerca e operatori della filiera culturale e creativa toscana.

I diaridipieve.it nasce come un tool kit open source: è un progetto che vuole essere replicabile a disposizione di tutti gli enti culturali

 

E’ un’esperienza da migliorare e accrescere grazie alla condivisione di metodo e strumenti con il desiderio di sviluppare soluzioni innovative per preservare, valorizzare e diffondere patrimonio culturale materiale e immateriale tramite il supporto delle nuove tecnologie ICT e delle competenze culturali e creative legate ai nuovi media.

 

Abbiamo parlato de idiaridipieve.it con Filippo Massi dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, responsabile del progetto, che ha raccontato a intoscana.it tutti i retroscena del progetto:

Il nostro obiettivo è avvicinare le storie dell’archivio alle persone, proteggerle e abbattere la barriera della distanza chilometrica tra Pieve Santo Stefano e i lettori di tutto il mondo. Nasce tutto da qui – racconta Filippo Massi.

Abbiamo iniziato anni fa: possiamo dire che la digitalizzazione dell’Archivio dei Diari ha radici antiche. Volevamo che fosse facile e sicuro l’accesso alle fonti per scrittori, ricercatori, autori di teatro e cinema, produzioni culturali. Il materiale custodito in Archivio è quasi al 100% cartaceo e prima di oggi poteva essere consultato solo venendo fisicamente in Archivio, e questo poteva costituire un limite.

Avviata la digitalizzazione per aprire l’Archivio al mondo abbiamo pensato subito di realizzare il Piccolo Museo del Diario, ma non era abbastanza

Dopo anni di lavoro e ricerca abbiamo capito che la futura diglital library dell’archivio, cioè tutte le 10mila fonti e documenti presenti sebbene digitalizzate, non sarebbero comunque state di facile fruizione per gli utenti. Anche perché all’interno delle fonti ci sono un’infinità di dati personali, nomi, date, luoghi da proteggere. È una questione di privacy, per questo l’Archivio non può essere totalmente accessibile a tutti in modo immediato tramite l’online. Quindi che fare? Abbiamo lavorato per rendere maggiormente fruibile il materiale, tutelandolo.

Tre anni fa abbiamo vinto il bando di Regione Toscana “100 ricercatori della cultura” che metteva insieme le Università della Toscana con gli enti cultuali del territorio toscano. Insieme al Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive (DISPOC) dell’Università di Siena con Tiziano Bonini abbiamo iniziato a ragionare su qualità e tipologia del materiale di archivio digitalizzato in due modi: i testi originali sono stati fotografati perché non possono essere stressati da scanner e i testi non originali sono stati scansionati. Entrambi non sono fruibili facilmente perché non possono essere selezionate parti del testo, non c’è la possibilità di estrarre contenuto facilmente, anche perché ad oggi non abbiamo trovato con l’Università degli Studi di Siena un sistema OCR valido

Facciamo chiarezza: cos’è un sistema OCR e perché non funziona per i diari dell’Archivio?

È il riconoscimento ottico dei caratteri, è il processo che converte un’immagine di testo in un formato di testo leggibile dalla macchina, capace di estratte il contenuto della pagina esattamente uguale a come era l’originale. Ma i diari, le lettere, le memorie sono scritte a mano sono tutte da decifrare, e con l’OCR c’è il rischio di perdere gli errori di scrittura, importantissimi per l’Archivio, da non eliminare, c’è il rischio di perdere i modi di dire, il gergo che è da preservare. Ecco l’OCR non ha mezze misure: o corregge la scrittura in italiano o non la riconosce. Pensiamo a Vicenzo Rabito e al suo diario “Terra Matta” nella sua lingua inventata unica al mondo, se fosse stato corretto sarebbe stata “la fine di un sogno”.

Come avete aggirato questo ostacolo e siete arrivati alla digitalizzazione dei “Diari di Pieve”?

L’umano ha aiutato la tecnologia nel superare i limiti invalicabili della digitalizzazione delle fonti: è il popolo dei trascrittori volontari dell’Archivio

Qui entra in scena l’assegnista di ricerca Martina Magri con tutta squadra dell’Università di Siena che ha portato avanti per tre anni il lavoro su un doppio binario: condivisione e tutela. Per capire come poter modificare il file digitale dell’Archivio senza snaturarlo nella sua originalità e allo stesso tempo renderlo fruibile facilmente, ma in sicurezza. La ricerca ha portato ad una nuova metodologia e nuovi input di trascrizione delle fonti, valide per qualsiasi ente abbia a che fare con fonti variegate come le nostre. Questo ha risaldato ancora di più la preziosa comunità umana dei trascrittori e trascrittrici dell’Archivio: sono 60 in tutta Italia. È un lavoro fondamentale che si svolge dietro le quinte, sono tutti volontari e volontarie

Risolto il problema della digitalizzazione e concluso il lavoro preparatorio ora finalmente arriviamo alla piattaforma: non è un semplice elenco di fonti, ma un viaggio sentimentale tra le vite scritte degli altri, pensato per lettori, scuole e ricercatori. Ma l’Archivio negli anni ne ha collezionate di piattaforme digitali di accesso alle fonti, pensiamo a quelle sulla Grande Guerra, sulla Seconda Guerra Mondiale, su “Elette ed Eletti” che uscirà a breve che tratta la rappresentazione di genere e le donne nella politica.

Dove sta la novità de idiaridipieve.it?

È la memoria autobiografica che si espande nel presente in sicurezza e diventa eterna

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Le novità sono due e senza precedenti: al termine del processo di digitalizzazione delle fonti che ha reso possibile idiaridipieve.it avremo tutto l’Archivio Diaristico Nazionale completo in digitale accessibile all’interno di una piattaforma online e custodito su un server di proprietà in cui sarà conservato in maniera certa il materiale. È il superamento di qualsiasi piattaforma tematica precedente.

Quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita di Saverio Tutino, il fondatore dell’Archivio Diaristico Nazionale. Se Tutino fosse qui oggi come saluterebbe questa novità?

Se Saverio fosse oggi con noi forse ci inviterebbe a continuare questo lavoro, perché così il vivaio di memoria rinasce di continuo e si riproduce, si mischia, le vite si incontrano. Queste “persone di carta” che escono dagli scaffali, senza mai abbandonare davvero la carta, questo fruscio degli altri, questa umanità che si incontra, si moltiplica senza fine

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