Cultura /IN MOSTRA A CAPRAIA FIORENTINA

Leonardo Locchi, il “sarto” della pittura: “Impensabile una vita senza arte”

Oltre cento opere dell’artista in mostra alla Fornace Pasquinucci dal 31 maggio al 15 giugno. Il pittore: “Credo che nella quotidianità ci sia l’essenza delle cose, una bellezza naturale che esiste già, basta scoprirla”

L’arte a volte è un viaggio al contrario, un percorso di andata e ritorno, di fermi immagine, di scatti repentini in avanti. Ma è anche quel momento in cui riscopri qualcosa che avevi lasciato a metà, qualcosa di non finito, non concluso. E’ un po’ come ritrovare una parte di se stessi da esplorare nuovamente, in una ricerca artistica che non conosce steccati, paletti, rigidità. L’arte in fondo è fluida, eternamente connessa al sentire umano. E’ volubile, imprevedibile, sorprendente. 

Lo sa bene il pittore Leonardo Locchi che sta tornando a dipingere come aveva già fatto 25 anni fa, quando iniziò la sua carriera da professore al Liceo Artistico di Empoli. Un percorso a ritroso raccontato anche nella mostra alla Fornace Pasquinucci di Capraia Fiorentina con oltre 100 opere in esposizione. 

Leonardo Locchi, le sue opere in mostra alla Fornace Pasquinucci

“Questa mostra è come un cerchio che si chiude”, ricorda l’artista che ho incontrato nella sua casa a Montagnana. Appena fuori dalla finestra c’è il verde delle colline e un silenzio interrotto solo dai suoni della natura, quasi a ricordare che la bellezza è fatta prima di tutto di armonia. 

Le parole corrono per raccontare il suo percorso artistico ma anche il rapporto con gli studenti, ora che il tempo di congedarsi dalla scuola è arrivato. Le pareti intorno a noi sono fitte di quadri. Tanti acquerelli, la tecnica che forse più ha rappresentato la sua opera nel tempo. Eppure ecco che torna prepotente anche l’esigenza di esprimersi con l’olio su tavola, con basi di acrilico e acquerello. 

Sono tornato a dipingere figure che rappresentano gli stati d’animo, figure ad alta intensità emotiva

Opere figurative che scandagliano le profondità dell’animo umano. “Io ho sempre dipinto l’esterno e pochissimo l’interno di me. Attraverso l’interpretazione del fuori usciva l’interiorità. Oggi sono tornato a dipingere figure che rappresentano gli stati d’animo, figure ad alta intensità emotiva che nascono di getto, senza una particolare progettualità”.

Leonardo Locchi, le opere

Ed è in questo esigente momento di creazione che la luce assume il suo ruolo di protagonista. “Quando dipingo metto il colore e contemporaneamente lo sottraggo, nel toglierlo tiro fuori la luce. Per me la luce è sempre stata una componente fondamentale. Nell’acquerello è rappresentata dalla purezza del foglio di carta e devi essere abile a non coprirlo in delle parti, a lasciarlo puro. La carta quindi rimane vergine in alcuni punti, non viene violata dal colore. E invece nell’olio tendo a sottrarre colore per tirare fuori la luce che c’è dentro il quadro”. 

A Capraia Fiorentina l’esposizione antologica di Leonardo Locchi

Forse sono una sorta di sarto, ho sempre provato a rimettere insieme i pezzi, a ricucire. Non mi piacciono le cose che sono separate

I trittici di Leonardo Locchi sono profondamente spirituali, sono appunto quell’incontro e quella coesistenza armonica tra luce e ombra. Sono porte che si chiudono e si aprono, si accostano, quasi a celare l’angoscia, la meraviglia, la bellezza suprema dell’animo umano ma anche il tormento, la ricerca di quel fulgore, quella lucentezza che non abbagliano, piuttosto diventano capacità di illuminare la strada, l’esistenza, l’anima. 

“In queste settimane ho pensato che in tutti questi anni ho sempre provato a unire è una mia caratteristica. L’ho fatto con i trittici, con le pagine, i fogli o le tele assemblate. Forse sono una sorta di sarto, ho sempre provato a rimettere insieme i pezzi, a ricucire. Non mi piacciono le cose che sono separate, questo vale anche per la vita sociale. Credo che la divisione sia soprattutto un’intolleranza”. 

Gli acquerelli di Leonardo Locchi

E questa capacità di legare si ritrova anche nella mostra alla Fornace Pasquinucci. “Affascinante perché tiene tanti luoghi insieme, è molto articolata e si presta bene a raccontare questi anni di lavoro.”

L’arte porta ad uno stato di essenza della vita

Anni in cui Leonardo Locchi ha raccontato con maestria anche la semplicità. “Nel dipingere l’esteriore non ho cercato soggetti per forza ricercati. Credo che nella quotidianità ci sia l’essenza delle cose, una bellezza naturale che esiste già, basta scoprirla. La pittura mi riporta a uno stato più di manualità e di essenza della vita”. 

Leonardo Locchi, acquerello

Arte che è esistenza stessa, espressione di un pensiero, di una visione del mondo o semplicemente quel percorso che ti permette di scandagliare come una sonda l’umanità nel suo profondo. L’arte è lo straordinario incontro tra opposti: la luce e l’ombra, l’irrazionalità e la razionalità, la vita e la morte, la purezza e la cupidigia. E forse è la più sincera espressione e rappresentazione dell’umanità in ogni suo aspetto recondito. 

Sarebbe impensabile una vita senza dipingere

“Sai che c’è una frase bellissima di un pezzo di De Andrè che dice pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra’. Questo vale anche per me, soltanto che alla fine delle mie dita c’è un pennello perché sarebbe impensabile una vita senza dipingere. E ammiro quegli artisti che a volte vedo ritratti in foto, ormai novantenni, con davanti una tela”. 

Pittura che è un dare-avere, arte che è reciprocità. Quell’unione che tiene insieme la capacità di guardare il mondo, di immaginarlo e di costruirlo. E’ materializzare bellezza anche dove la bellezza, a volte, non c’è.

E’ unire, come Leonardo Locchi ha fatto da sempre nei suoi quadri, un’esortazione a provare appunto a ricucire in un mondo che invece tende a sostituire, gettare, abbandonare. Mollare la presa, lasciare i cocci a terra, spezzati quando invece ricostruire è la parte più affascinante, sfidante e appagante della vita e dell’arte stessa.

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