La coppa più ambita dell’atletica europea parla ancora italiano. E lo fa con accento toscano. L’Italia vince per la seconda volta consecutiva il Campionato Europeo per Nazioni, trionfando a Madrid con 431.5 punti e una superiorità che si è andata consolidando giorno dopo giorno. Un successo di squadra, di spirito, di profondità. Ma anche di grandi individualità: su tutte, Leonardo Fabbri e Larissa Iapichino, entrambi sul gradino più alto del podio nelle rispettive discipline.
Il gigante fiorentino del getto del peso non ha tradito le aspettative. Con un lancio da 21.68 metri – il migliore al sesto e ultimo tentativo – Fabbri ha messo la firma sulla sua gara e su questa edizione del Campionato europeo. “Ci tenevo a vincere e fare una bella misura – ha commentato –. La pedana era difficile, scivolosa, ma sono riuscito a trovare il ritmo. Già oltre i 21 e mezzo si comincia a ragionare”. Una vittoria mai in discussione, costruita con forza, continuità e concentrazione, che ha spinto l’Italia sempre più in alto nella classifica a squadre.

Un acuto da fuoriclasse è arrivato anche da Larissa Iapichino. La saltatrice fiorentina ha aspettato il momento giusto per graffiare: al quarto tentativo è atterrata a 6.92 metri, misura che le è valsa la vittoria davanti alla tedesca Mihambo e alla portoghese De Sousa. Un salto che ha ribaltato le sorti della gara e messo il sigillo definitivo sulla leadership italiana. Sempre più decisiva nelle competizioni che contano, Larissa continua a confermare il suo talento, questa volta con un oro che vale doppio.

Ma non è finita qui per la Toscana dell’atletica. A farsi notare è stata anche Idea Pieroni, in pedana per il salto in alto. L’atleta lucchese, classe 2001, ha chiuso al quarto posto (a pari merito con la ceca Hruba) superando 1.91 alla prima prova, con una gara quasi perfetta. Solo tre errori, tutti all’1.94, a un passo dal personale. Un piazzamento che ha portato punti preziosi alla causa azzurra, dimostrando ancora una volta quanto la profondità sia una delle chiavi del successo italiano.

Il trionfo dell’Italia a Madrid è figlio di tante piccole grandi imprese: come il secondo posto nella 4×400 mista con record italiano (3:09.66), l’argento di Eseosa Desalu nei 200 metri (20.18), il quinto posto di Yeman Crippa nei 5000, e quello sorprendente di Paola Padovan nel giavellotto. Il punteggio finale, 431.5, migliora di cinque lunghezze quello registrato nel 2023 a Chorzow. Dietro l’Italia, Polonia (405.5) e Germania (397), lontane e costrette ad arrendersi davanti alla compattezza e alla determinazione degli azzurri.

La festa sugli spalti di Madrid, con l’inno di Mameli cantato a squarciagola e il presidente federale Stefano Mei issato sulle spalle degli atleti, racconta molto più di una vittoria. Racconta una squadra che si riconosce nei suoi campioni, nella sua storia, nel suo presente.