Un cranio basso e allungato all’indietro, poggiato su un collo corto, robusto e poco mobile: i misteri che avvolgevano l’origine di questi tratti peculiari dei Neanderthal sono stati ora svelati grazie allo studio tutto italiano condotto dall’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, dall’Università Sapienza di Roma e dall’Università di Pisa.
A guidare l’evoluzione di queste caratteristiche, come riporta lo studio pubblicato sulla rivista Evolutionary Anthropology, è stato l’adattamento al clima freddo che caratterizzava l’Europa all’epoca e la caccia ravvicinata a grandi prede, per la quale una struttura tozza e massiccia risulta vantaggiosa.
“Lo studio è il risultato di anni di ricerche – afferma Giorgio Manzi di Isipu e Sapienza, che ha coordinato i ricercatori insieme a Fabio Di Vincenzo – ed è stato reso possibile anche grazie all’integrazione con gli studi sulla biomeccanica della masticazione e della postura”.
Gli autori dello studio affermano, infatti, che le dure condizioni nelle quali si sono evoluti i Neanderthal, con cicli glaciali alternati a fasi interglaciali, avrebbero innescato una serie di adattamenti progressivi, fra cui un collo corto e robusto, poco mobile, e un cranio fortemente integrato con il tronco.
L’adattamento del collo, in particolare, potrebbe essere stato uno dei primi a emergere nel percorso evolutivo dei Neanderthal, condizionando poi lo sviluppo successivo della base del cranio e della faccia, con tutte le ripercussioni che riguardano sia la masticazione che la respirazione.
Ciò dimostra come un cambiamento iniziale possa innescare, nel corso dell’evoluzione, tutta una cascata di adattamenti successivi.