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Morti bianche, L’uomo nel lampo di Jannacci-Massini scuote Sanremo

I due artisti portano sul palco dell’Ariston un testo poetico e struggente per raccontare le tante, troppe vittime sul lavoro in Italia

Paolo Jannacci e Stefano Massini presentano L’uomo nel lampo a Sanremo

L’uomo nel lampo” ha scosso la platea del Festival di Sanremo nella sera di giovedì 8 febbraio. La canzone di denuncia sulle troppe morti bianche in Italia ha lasciato il segno come in fondo speravano Stefano Massini e Paolo Jannacci che hanno portato sul palco dell’Ariston il dramma della vita stroncata di un giovane operaio. Di un uomo scomparso in un lampo, sul posto di lavoro e di cui non rimane che una sbiadita fotografia nel salotto di casa.

Non siamo qui per proclami ma per raccontarvi più o meno in punta di piedi qualcosa che un artista dovrebbe suggerire, dovrebbe essere il suo compito” aveva annunciato Paolo Jannacci in conferenza stampa per poi puntualizzare: “il nostro è una sorta di dialogo che racconta una storia“. La storia di una delle tante, troppe vittime sul lavoro. Di morti bianche senza un perché.

Sul palco dell’Ariston Stefano Massini, unico italiano a vincere un Tony Award, l’oscar per il teatro, ha ricordato che “questo è il festival della canzone italiana, si canta l’amore ma non si canta mai dell’amore che tutti noi dovremmo avere per i diritti. Un amore fondamentale per i diritti che ci spettano“. E ha concluso ricordando la parola più bella: “viva la dignità!”.

Ogni giorno 4 morti sul lavoro

In Italia solo nell’ultimo anno, ogni giorno 4 lavoratori usciti per andare al lavoro non sono più tornati a casa -ricorda il presentatore Amadeus-. Sono 1085 morti silenziose, che non fanno notizia”. La storia raccontata è quella di “un giorno qualunque, in fabbrica dove durante il turno c’è un’esplosione” e i colleghi poi dichiareranno “lo abbiamo visto a sparire come dentro un lampo. Quell’uomo lascia un bambino di appena un mese con l’unica fotografia appesa lì in salotto”. “Lavoro è un diritto che non prevede la morte e proteggere i lavoratori è un dovere” conclude infine Amadeus.

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