Cultura /L'esposizione

Al Museo Etrusco di Chiusi esposto per la prima volta il mosaico romano, 50 anni dopo la scoperta

Il mosaico della Violella, dove è raffigurato Dioniso, dopo il restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure è stato inserito nel percorso museale

Sarà esposto per la prima volta al pubblico al Museo nazionale Etrusco di Chiusi, dopo 50 anni dalla sua scoperta, il mosaico romano della Violella. Sabato 29 luglio si terrà l’inaugurazione dell’allestimento all’interno del percorso museale, mezzo secolo dopo il ritrovamento del mosaico, che avvenne nel 1969 durante i lavori per la costruzione di una casa in via della Violella a Chiusi.

Il ritrovamento e il restauro del mosaico

Tutto iniziò nel 1967, quando durante i lavori di costruzione di un edificio in via della Violella fu rinvenuto un consistente tratto dell’antico muro di cinta della città, datato al IV – III secolo a.C. e un edificio di età romana. Qui dentro, tra l’aprile e il maggio del 1969, venne portato in luce un mosaico di buona fattura, con scena dionisiaca e decorazioni geometriche, datato al II secolo d.C.

Nell’ottobre dello stesso anno l’Opificio delle Pietre Dure fu chiamato a eseguirne lo stacco, viste le cattive condizioni di conservazione. Era previsto che dopo il restauro il mosaico fosse ricollocato nella sua posizione originaria, per creare un percorso di visita al pubblico ma sfortunatamente vennero a mancare i fondi e il progetto fu accantonato.

Il restauro del mosaico romano

Il mosaico romano restò in magazzino fino al 2015, quando venne trasportato all’Opificio delle Pietre Dure per il restauro, che è stato eseguito tra il 2016 e il 2018. Dopo decenni di deposito in magazzino quindi, grazie al restauro condotto dall’Opificio, al progetto e all’impegno della direzione e del personale del museo il mosaico è tornato a Chiusi, dove il restauratore Alessandro Fonti ha curato la predisposizione degli allestimenti e, con la direzione scientifica di Giulia Basilissi, gli ultimi interventi necessari per la sua esposizione.

Dioniso che cavalca la pantera

Il mosaico, nella sua interezza, presenta una dimensione ragguardevole di circa venti metri quadrati e per questo motivo non è stato possibile esporlo integralmente, data la mancanza di spazi abbastanza grandi.
L’ambiente che lo accoglieva era probabilmente il triclinio, cioè la sala da pranzo, della domus romana della Violella, che nel II secolo d.C. fu arricchita con la raffigurazione di Dioniso, il dio del vino.

Il mosaico romano della Violella esposto al Museo Etrusco di Chiusi

Il mosaico è composto da due parti: quella che sarà esposta è un riquadro centrale circa 2 metri per 3, realizzato con tessere bianche e nere e rari inserti di altri materiali (vetro e terracotta), e poi quella relativa un contorno monocromo a tessere verdi disposte irregolarmente e di dimensione maggiore rispetto a quelle del riquadro.

Quest’ultimo a sua volta si presenta suddiviso in due: la parte superiore quadrata con ottagono concentrico e motivi geometrici incornicia la raffigurazione di Dioniso che cavalca la pantera, coronato di foglie di vite e con un cembalo poggiato sulla gamba. Gli spazi lasciati liberi dalla decorazione geometrica sono occupati da quattro piccole pantere che corrono disposte in senso orario attorno all’ottagono centrale. Lo spazio inferiore è occupato da due pantere affrontate davanti ad un cratere centrale, sul bordo della quale si allunga la pantera di destra.

 

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