La Toscana si conferma sul podio anche quest’anno: è tra le regioni con il maggior numero di locali inseriti nella guida Osterie d’Italia 2026 di Slow Food. In numeri assoluti è terza nella 36esima edizione: su un totale di 1980 attività recensite da nord a sud ben 163 sono nel Granducato. Fanno meglio solo Piemonte (187) e Campania (169).
Va detto che se si guarda ai locali che si possono fregiare della chiocciola, che viene attribuita a quelle insegne che si contraddistinguono per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con i valori di Slow Food. Le posizioni cambiano anche se la partita è sempre e solo giocata da tre regioni: la Campania è in testa con 39 locali, la Toscana in seconda posizione con 30 chiocciole (più tre rispetto all’anno scorso) e a un punto il Piemonte con 29.
Nella guida che è stata presentata nei giorni scorsi a Torino, accanto alle osterie, ai ristoranti, alle enoteche con cucina e agli agriturismi, ci sono anche quest’anno i ‘Locali Quotidiani‘. È una sezione inaugurata nel 2025 dove trovare le tipologie ristorative alternative: pastifici, gastronomie, enoteche con cucina e altre realtà più informali. Una realtà in forte crescita visto che si è passati in un anno da 134 “Locali Quotidiani” a 161.
Le 30 chiocciole della Toscana
Queste le 30 Chiocciole in Toscana: Il Nonno Cianco – Abetone Cutigliano (PT), Il Cappello di Paglia – Anghiari (AR), Da Alberto – Barberino di Mugello (FI), Il Tirabusciò – Bibbiena (AR), La Taverna di Vagliagli – Castelnuovo Berardenga (SI), Il Grillo è Buoncantore – Chiusi (SI), La Solita Zuppa – Chiusi (SI), Tenuta di Paganico – Civitella Paganico (GR), Bel Mi’ Colle – Colle di Val d’Elsa (SI), Osteria del Teatro – Cortona (AR), Enoteca Spontanea – Firenze, Leonardo Torrini – Firenze, Osteria dell’Enoteca – Firenze, La Burlanda – Fosdinovo (MS), Oste Scuro – Grosseto, Azzighe-Osteria a Metà – Livorno, Casa e Ciliegie – Loro Ciuffenna (AR), Il Mecenate – Lucca, Locanda Agricola Posapiano – Montecarlo (LU), La Ciottolona – Montieri (GR), Il Libridinoso – Murlo (SI), L’Oste Dispensa – Orbetello (GR), Peposo – Pietrasanta (LU), La Bottegaia – Pistoia, La Tana degli Orsi – Pratovecchio Stia (AR), Antico Ristoro Le Colombaie – San Miniato (PI), I’ Ciocio – Suvereto (LI), Il Conte Matto – Trequanda (SI), Buonumore – Viareggio (LU), Antica Porta di Levante – Vicchio (FI).
Scendendo nel dettaglio entrano nell’elenco 2026 e ricevono la chiocciola: Da Alberto – Barberino di Mugello (FI), Enoteca Spontanea – Firenze, Casa e Ciliegie – Loro Ciuffenna (AR), I’ Ciocio – Suvereto (LI) e Antica Porta di Levante – Vicchio (FI). Sono usciti dall’elenco: La Lina – Bagnone (MS) e Quinto Quarto – Camaiore (LU).

Il premio speciale a Enoteca Spontanea
L’Enoteca Spontanea di Firenze ha vinto il Premio Vino in osteria per “la capacità di trasmettere passione e genuinità, per il saper costruire per gli ospiti un’esperienza su misura attraverso una grande varietà di vini, sempre da vignaioli affini per cura, autenticità e rispetto del vino. Il tutto con trasparenza e volontà di fare rete con i piccoli produttori”.
Rossano Bozzi, direttore Business Unit di BolognaFiere, ha sottolineato che “il connubio tra vino e cibo, oltre a essere un pilastro della guida Osterie d’Italia, è anche uno degli elementi che fanno della Slow Wine Fair, la fiera che da cinque edizioni organizziamo insieme a Slow Food, una manifestazione diversa e distintiva rispetto alle altre del settore. Come l’Enoteca Spontanea viene oggi premiata per la qualità di ciò che propone e di come lo propone, così la Slow Wine Fair è l’unica fiera in Italia a offrire ai professionisti dell’Horeca un percorso ricco, completo e coerente in cui vino e cibo di qualità, genuini e sostenibili, sono legati sinergicamente”.
Anche Giancarlo Gariglio, curatore di Slow Wine ha aggiunto come “in un periodo di profonda crisi del vino, tra consumi in discesa e giovani che paiono allontanarsene, gli osti possono e devono tornare a essere gli ambasciatori di un prodotto profondamente legato alla terra, la cui produzione può rivitalizzare i suoli dove è praticata, difendere il paesaggio dalla cementificazione selvaggia o al contrario dall’abbandono e dall’incuria e incidere nello sviluppo delle aree considerate “marginali”, che possono essere motore di una nuova rivoluzione agricola”.
L’edizione n. 36 di Osterie d’Italia
Nella guida compaiono 1980 attività tra osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati. Nell’inserto per i Locali Quotidiani compaiono 161 segnalazioni. Sono 337 i locali premiati con la Chiocciola per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con Slow Food. Sono invece 223 i locali premiati con il Bere Bene, un riconoscimento per l’accurata selezione di bevande: birre artigianali, succhi, infusi, cocktail e distillati. Infine ci sono 592 locali premiati con la Bottiglia per la curata selezione di vini. Sono stati più di 250 i collaboratori sparsi su tutto il territorio italiano a collaborare alla guida 2026.
“L’edizione della guida Osterie d’Italia 2026 ci prende per mano e ci porta nei meandri dell’Italia più autentica, più vera, capace di essere al di sopra di ogni divisione o diversità” ha detto Carlo Bogliotti, amministratore delegato di Slow Food Editore e responsabile editoriale della guida, aprendo la presentazione alle Ogr di Torino.
Nel suo intervento Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha spiegato che “se la cucina italiana diventerà patrimonio dell’umanità il merito principale è vostro: il patrimonio che voi portate avanti con i vostri prodotti e le ricette testimonia che la nostra cucina ha delle radici profonde e che siete riusciti a creare un forte legame con il territorio esaltandone la biodiversità. Oggi, però, non si può parlare di biodiversità se non rispettiamo le diversità culturali. Sono le diversità la nostra ricchezza”.