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“Pare parecchio Parigi”, bentornato Pieraccioni

Il quindicesimo film del regista e attore toscano funziona e piace quanto il suo grande successo, “Il Ciclone”, con in più una buona dose di maturità. Ad accompagnare Leonardo Pieraccioni, un cast d’eccezione, tra cui i protagonisti Nino Frassica, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua

Film “Pare parecchio Parigi” - © Foto: Leonardo Baldini

E’ uscito nelle sale giovedì 18 gennaio l’ultimo film di Leonardo Pieraccioni, Pare parecchio Parigi. L’opera numero quindici del regista e attore toscano funziona, per i cast, il soggetto (scritto dal regista con Filippo Bologna), la sceneggiatura (scritta con Alessandro Riccio) le ambientazioni, il cast, facendo presagire un bel successo al botteghino.

Lo spunto narrativo non è un segreto e in qualche modo è dichiarato già nel titolo. Una famiglia disgregata, con un padre anziano e apparentemente distante (Nino Frassica) e tre figli adulti, (Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua), si riuniscono di nuovo quando l’anziano genitore viene colto da un malore e ricoverato in ospedale. Le condizioni di quest’ultimo si rivelano essere preoccupanti e le tante patologie trascurate da tempo, non fanno ben sperare. Viene così in mente ai tre figli di esaudire uno dei più grandi desideri del padre, mai realizzato: recarsi tutti insieme a visitare Parigi. Affittato un grosso camper, la famiglia Cannistraci si metterà così in viaggio. Sarà però un viaggio  soltanto simulato dato che, a causa delle precarie condizioni di salute dell’anziano, il mezzo non lascerà mai i confini del maneggio di cavalli di proprietà del primogenito Bernardo. Un girare in tondo nel ring dei cavalli e nelle attigue strade di campagna, puntellato da soste esilaranti, durante le quali  i gitanti fingeranno di essere arrivati a Bologna, sulle dolomiti o di varcare il confine doganale tra i l’Italia e la Francia.

Il film è ispirato ad una storia vera, quella dei fratelli Michele e Gianni Bugli, che nel 1982 erano partiti con il padre malato in roulotte, facendogli credere di essere arrivati a Parigi, senza in realtà uscire mai dal loro podere. Una storia che Leonardo Pieraccioni conosceva da tempo, e sulla quale si era ripromesso di fare un film – come lui stesso ha dichiarato – un brogliaccio in un cassetto, un file nella cartella “film arditi”, che nel 2024 ha visto finalmente la luce (prodotto da Levante e Rai Cinema).

Pur essendo stato girato in un maneggio alla periferia di Roma, il film esprime una toscanità pura: nei paesaggi, nelle battute, nel cast che riporta in scena i tanti compagni di viaggio di Pieraccioni, uno tra tutti Massimo Ceccherini, che duetta con una delle più importanti attrici toscane, del teatro e del cinema, Gianna Giachetti, e poi ancora Andrea Muzzi, Sergio Forconi, Gaia Nanni, Alessandro Paci e tanti altri.

Le battute funzionano, senza mai scadere nella banalità o nei fiorentinismi da bar, facendo intuire l’intenso lavoro di scrittura che ha comportato il film; Pieraccioni si confronta, senza mai cedere il passo, con un big della comicità italiana, Nino Frassica, veramente bravo e poetico, qui invecchiato di oltre dieci anni per interpretare il professor Arnaldo Cannistraci; le due partner femminili, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua incarnano due caratteri completamente opposti, che vanno a comporre la coralità di “un’armata”, che lo stesso Pieraccioni ha paragonato a quella di Brancaleone di monicelliana memoria; altri personaggi sono altrettanto divertenti e tengono il ritmo serrrato delle battute, come la brava Gaia Nanni (la giornalista) gli amici Alessandro Riccio (Paolino) e un sorprendente e esilarante Massimiliano Galligani (Massimiliano).

Mentre i quattro della famiglia Cannistraci compiono il loro viaggio (immaginario) verso l’agognata Parigi – che è anche un viaggio di formazione e conoscenza reciproca, durante il quale verità nascoste o mai rivelate verranno a galla – fanno da contraltare le apparizioni di madre-figlio, i vicini che non sopportano nessuno, tanto meno quel sospetto camper bianco che gira incessantemente per il maneggio e cercano di boicottarne il viaggio, a rappresentare quegli “odiatori” seriali, da tastiera o da condominio, immancabili in tutte le vicende umane. Ad interpretarli, Massimo Ceccherini e Gianna Giachetti, una coppia attoriale di grande bravura. “Ceccherini ormai pensa all’Oscar, io al massimo ho l’oscar-da bagno”, scherza con i giornalisti Pieraccioni, nel corso della conferenza stampa di presentazione. In effetti Ceccherini ha talento da vendere e qui ne dà un’ulteriore dimostrazione, in attesa che il film da lui co-sceneggiato, “Io capitano”, di Matteo Garrone, faccia il suo percorso verso gli Oscar.

Tra buoni sentimenti, una riflessione sulla famiglia di oggi e le sue dinamiche, tanta buona comicità, accompagnata dalla migliore toscanità e prove attoriali di tutto rispetto, fanno sì che il film di Pieraccioni, Pare parecchio Parigi possa essere considerato uno dei suoi migliori film, sicuramente il film della maturità, personale e artistica.

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