Innovazione/

Prato, innovativo modello di stimolazione cognitivo-motoria per i pazienti ricoverati in terapia intensiva

All’ospedale Santo Stefano il progetto integra tablet, riabilitazione precoce e coinvolgimento dei caregiver per ridurre complicanze e degenza

foto personale infermieristico

La Terapia Intensiva dell’ospedale Santo Stefano di Prato ha avviato lo sviluppo di un innovativo modello di stimolazione cognitivo-motoria rivolto ai pazienti ricoverati. Il progetto coinvolge anestesisti, infermieri, fisioterapisti, logopedisti e operatori socio-sanitari.

Il programma, denominato Hermes-Human centered early rehabilitation with mobile e-screen, introduce l’utilizzo di tablet dotati di immagini, video e contenuti audio realizzati appositamente da fisioterapisti e logopedisti. A questi si affianca una selezione di applicazioni dedicate al supporto di memoria, attenzione e orientamento, oltre a strumenti mirati alla riduzione di ansia e paura, frequenti nei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva.

L’obiettivo è potenziare la stimolazione multisensoriale nelle 24 ore, aumentando le opportunità di attivazione senza affaticare il paziente e senza richiedere un incremento del personale dedicato. Pazienti e caregiver sono parte attiva del percorso, con lo scopo di garantire continuità e aderenza al trattamento. Il fine ultimo è ridurre la debolezza muscolare da immobilità, diminuire il rischio di delirium e contribuire alla riduzione dei tempi medi di degenza in Terapia Intensiva.

“Con l’avvio dell’arruolamento dei pazienti – sottolinea il direttore del reparto dottor Vittorio Pavoni – il team monitorerà l’aderenza ai programmi proposti fino alla rivalutazione al momento della dimissione. Gli esiti del progetto saranno inoltre valutati presso l’ambulatorio di follow-up dedicato alla presa in carico dei pazienti, nell’anno successivo alla dimissione dalla rianimazione. Il progetto permette, infine, di formare pazienti e caregiver per garantire la continuità dei trattamenti anche dopo il rientro a domicilio, sostenendo il percorso ospedale-territorio”

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