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Prato, PrismaLab premiato per la sua architettura innovativa e sostenibile

Il centro polifunzionale, inaugurato nel 2023, è vincitore del premio Big See Architecture Award 2024 per la sezione “Public, cultural buildings and infrastructure buildings”

PrismaLab – foto di Fabio Casati

PrismaLab, il centro polifunzionale realizzato dal Comune di Prato e inaugurato nel 2023, è vincitore del premio Big See Architecture Award 2024 per la sezione “Public, cultural buildings and infrastructure buildings”, premio che sarà assegnato a Lubiana il 15 e 16 maggio prossimi. Il riconoscimento è nato nel 2000 in Slovenia ed è diventando con gli anni ambito nei settore dell’architettura, interior design, product design, fashion design. La realtà pratese ha brillato per il valore dell’intervento dal punto di vista sociale e architettonico.

PrismaLab – foto di Fabio Casati3

Cosa è PrismaLab

Importante esempio di rigenerazione urbana, PrismaLab nasce dalla riqualificazione di un ex opificio, la fabbrica Pieri, in disuso, acquisito dal Comune di Prato e riqualificato grazie all’intervento di rigenerazione urbana finanziato coi fondi del Por Fesr nel quartiere Macrolotto Zero.

PrismaLab è oggi un vivace centro a servizio della città di Prato. In mille metri quadrati trovano sede le attività promosse dal Comune di Prato per il sostegno all’imprenditorialità giovanile,  due grandi sale di coworking, al Punto Giovani Europa – Informagiovani, oltre a funzioni di carattere socio-culturale, spazio di studio, spazio eventi. L’intervento è stato anche l’occasione per la realizzazione una piazza pubblica e verde in una delle aree piu densamente costruite della città.

Con il profilo avveniristico che richiama le fabbriche tessili, PrismaLab è stato realizzato utilizzando teconologie moderne e sostenibili. Sono stati usati materiali isolanti per pareti e coperture ottenuti dagli scarti tessili e prodotti da aziende locali o comunque da prodotti isolanti di recupero. Una tecnologia costruttiva che garantisca un eventuale agevole disassemblaggio per il recupero dei materiali stessi o la rimessa in circolo per il riuso.

L’acqua viene captata dalla falda idrica attraverso un pozzo di presa quasi costantemente alla stessa temperatura, immessa dell’impianto di climatizzazione per limitare l’apporto energetico per scaldarla in inverno e raffrescarla in estate, e poi reimmessa attraverso un pozzo di resa nella falda idrica con bilancio idrico nullo e con un importante vantaggio in termini energetici. Sono utilizzate anche schermature solari regolabili in funzione dell’apporto necessario nelle varie fasi dell’anno.

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