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Presentato a Firenze il rapporto “Illuminare le periferie”: cresce lo spazio dedicato agli esteri nei TG italiani

Il VII Rapporto “Illuminare le Periferie – Osservatorio Esteri” realizzato dal Cospe evidenzia che l’informazione resta eurocentrica e marginalizza il Sud globale. Gaza domina l’agenda, raccontata quasi esclusivamente da voci italiane e con l’assenza di testimoni diretti

giornalisti

Sabato 6 settembre è stato presentato a Firenze il VII Rapporto “Illuminare le Periferie – Osservatorio Esteri”, promosso da COSPE, Osservatorio di Pavia, FNSI e Usigrai, con la collaborazione di Articolo 21 e Regione Toscana.

La ricerca registra un aumento significativo dell’attenzione dei TG nazionali alle notizie internazionali: nel 2024 e nei primi mesi del 2025 i servizi esteri hanno raggiunto il 38% del totale, uno dei valori più alti dal 2012.

A dominare l’agenda, la guerra a Gaza, con 5.750 servizi trasmessi: un racconto segnato dall’assenza di giornalisti sul campo e affidato al sacrificio degli oltre 200 reporter palestinesi uccisi, troppo spesso considerati poco credibili.

“È un paradosso crudele – ha affermato Anna Meli, presidente di COSPE – chi vive dentro una guerra e la racconta sulla propria pelle viene spesso considerato meno credibile di chi la osserva da lontano. Un cortocircuito che ci interroga tutte e tutti ed è per questo che chiediamo al giornalismo italiano di decolonizzazione dello sguardo mettere in discussione la nostra idea di chi è autorizzato a parlare, di chi definisce cosa è umano, cosa è “civile”, chi merita di essere ascoltato” .

Il rapporto denuncia la persistente impostazione eurocentrica: il 95% delle notizie riguarda Europa, Nord America e Asia, mentre Africa e America Latina si fermano al 5%.

L’Africa, in particolare, scende all’1,5% dello spazio informativo, con un crollo del 74% delle notizie sui Paesi prioritari per la cooperazione italiana, nonostante crisi umanitarie gravi come quella in Sudan.

Nei talk show, l’analisi evidenzia un forte squilibrio: sul conflitto a Gaza il 93% delle voci ascoltate è stato italiano, con un ruolo marginale per palestinesi e ONG.

Da qui l’appello degli autori del Rapporto a una “decolonizzazione dello sguardo mediatico”, per restituire spazio e legittimità a testimoni e società civili del Sud globale, oggi troppo spesso esclusi dalla narrazione.

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