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Protesta all’Abetone per la riapertura degli impianti da sci

Domani un presidio di protesta per chiedere di riaprire le piste e indennizzi per il settore: il comprensorio sta perdendo dai 3 ai 4 milioni di incassi al giorno di turismo invernale

Abetone

Un presidio di protesta all’Abetone, la rinomata località sciistica sulla Montagna Pistoiese, per chiedere la riapertura degli impianti e indennizzi per il settore. Lo annunciano per il 29 dicembre, alle 11 in piazza Europa, Ristoratori  Toscana, Ristorazione Italia, Tni Italia – Tutela nazionale Imprese, insieme a Federfuni Italia, Anef e Collegio maestri di sci della Toscana.

All’Abetone persi dai 3 ai 4 milioni di incassi al giorno

“Abbiamo accolto con favore questa manifestazione – sottolinea in una nota il sindaco di Abetone Cutigliano, Alessandro Barachini – perché la situazione è grave. Il nostro comprensorio, che va da San Marcello Pistoiese a Pieve Pelago, sta perdendo dai 3 ai 4 milioni di incassi al giorno legati al turismo invernale. Se si chiude, servono indennizzi”.

“Con questo sit in – spiegano il presidente di Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari, e il coordinatore regionale di Ristoratori Toscana, Simone Giannerini – cerchiamo di tenere alta l’attenzione rispetto ad un problema molto grave: migliaia di famiglie non avranno di che andare avanti e dovranno aspettare dicembre 2021 prima di poter tornare a lavoro. Anche se, infatti, il Governo dovesse decidere per il 7 gennaio la riapertura al 50% degli impianti, con distanziamenti e protocolli di sicurezza, che tra l’altro devono ancora essere definiti, il rischio è che l’intera stagione venga cancellata dal Covid”.

Si lavora per riaprire il 7 gennaio

Per Andrea Formento, presidente nazionale Federfuni e direttore del comprensorio Val di Luce, “stiamo lavorando assiduamente a livello nazionale per consentire agli impianti di riaprire il 7 gennaio. Nel frattempo, però, contiamo i danni dell’anno 2020, che è andato perso. I fatturati sono a zero e quello che è arrivato dai ristori sono briciole: si tratta dello zero virgola rispetto ai bilanci e il 5% rispetto alle perdite.”
In crisi anche i maestri di sci, che sono 300 in Toscana.

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