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Riapre il Museo della Moda e del Costume con 12 nuove sale e gli abiti di Madonna e Patty Pravo

Palazzo Pitti riapre la sezione dedicata alla moda con una selezione di abiti del ‘900, in primavera apriranno dieci nuove sale con i più suggestivi costumi della nobiltà e aristocrazia dal Cinquecento all’Ottocento, insieme ad una sala interamente dedicata ai gioielli

Dopo una chiusura di tre anni dovuta prima al Covid e poi a un complesso lavoro di riallestimento riapre finalmente al pubblico il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze. 

Tornano ad essere visitabili dodici nuove sale, più l’ottocentesco Saloncino da Ballo a quarant’anni dalla fondazione di questa straordinaria sezione delle Gallerie degli Uffizi che conserva una sterminata raccolta, formata da oltre 15mila pezzi dal Cinquecento ad oggi. 

In occasione della riapertura viene presentata al pubblico una selezione di oltre 50 abiti, scarpe e accessori del ‘900 il secolo dai mille stili, insieme a quella dei primi anni del millennio attuale.

Questo costituisce il primo atto del rinnovo totale del Museo della Moda e del Costume: in primavera, infatti, saranno pronte per i visitatori altre dieci sale, con in mostra i più suggestivi costumi della nobiltà e aristocrazia dal Cinquecento all’Ottocento, insieme ad una sala interamente dedicata ai gioielli.

Le creazioni degli stilisti appaiono così non solo come testimonianza del gusto di un’epoca che ha visto straordinari cambiamenti, o come attestazioni del genio degli stilisti, ma anche come oggetti d’arte in sé, come sculture o dipinti di stoffa, pelle, perline, fili colorati, piume

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: “I lavori negli ambienti delicatissimi di Palazzo Pitti hanno tempi di gestazione naturalmente lunghi anche per le ricerche che precedono ogni intervento, ma i risultati sono sempre stupefacenti, come quelli che ammiriamo oggi nel Museo della Moda e del Costume. Non sono solo gli abiti ad essere presentati, ma anche le sale restaurate e con una nuova illuminazione adatte alla presentazione e alla conservazione dei tessuti. Le creazioni degli stilisti appaiono così non solo come testimonianza del gusto di un’epoca che ha visto straordinari cambiamenti, o come attestazioni del genio degli stilisti, ma anche come oggetti d’arte in sé, come sculture o dipinti di stoffa, pelle, perline, fili colorati, piume. Per il fantastico lavoro che tutti possono ammirare a partire da oggi voglio ringraziare in modo particolare tutti i componenti del gruppo di lavoro curiatoriale che nel corso degli ultimi anni hanno contribuito a creare il nuovo concetto allestitivo e a selezionare i capi della prima rotazione, gli architetti e le restauratrici che, tutti insieme hanno consentito la realizzazione del nuovo allestimento”.

Tutti gli straordinari abiti in mostra

In mostra ci sono il teatrale ‘mantello-kimono’ creato da Mariano Fortuny per Eleonora Duse, la tunica ‘flapper’ anni Venti di Chanel, lo splendore delle paillettes della mise indossata da Franca Florio e gli abiti da sera sgargianti di Elsa Schiaparelli, fino al lusso regale delle creazioni di Emilio Schubert, il sarto delle dive negli anni Cinquanta come Gina Lollobrigida e Sophia Loren.

E ancora, le stravaganze geometriche del vestito di Patty Pravo ideato nei primi Ottanta da Gianni Versace, la sensualità essenziale della guaina nera firmata Jean Paul Gaultier e resa celebre da Madonna, l’allure da sogno della collezione di Gianfranco Ferré per Dior negli anni Novanta.

Il direttore degli Uffizi ha fatto un appello: “Volevo ricordare l’ importanza dei donatori per la formazione della inestimabile collezione del museo della moda e del Costume di Palazzo Pitti. L’appello che ora lancio è di continuare con le donazioni per gli anni a venire; è un appello rivolto a tutti, ma specialmente a stilisti, attori, cantanti, come in passato ma ora aggiungiamo anche influencer e creators: donate, per rendere sempre piú bello questo museo unico nel nostro Paese”.

Abito da sera Franca Florio 1929-30

Il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti

Il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti è stata la prima galleria in Italia dedicata ai costumi storici. Fu Kirsten Aschengreen Piacenti a inaugurarla col nome di Galleria del Costume l’8 ottobre 1983.

Subito dopo l’apertura del Museo, Tirelli offrì in dono un consistente nucleo della sua collezione, composto non solo da abiti storici di grande pregio, ma anche da costumi di scena accompagnati da bozzetti che ne documentavano la genesi creativa.

Tra gli autori dei materiali teatrali, cinematografici e televisivi figuravano i nomi di Piero Tosi, Pier Luigi Pizzi, Gabriella Pescucci, Gae Aulenti, Vera Marzot, Carlo Diappi, Alberto Verso, Fabrizio Monteverde e Bice Brichetto.

Durante gli anni della direzione Piacenti la collezione crebbe in maniera esponenziale.  Tra le donazioni più significative vi furono quelle Tornabuoni-Lineapiù, Emilio Pucci e Roberta di Camerino.

Alla direzione Piacenti, conclusa nel 1996, seguirono quelle di Carlo Sisi e di Caterina Chiarelli.

Negli ultimi anni, con Eike Schmidt a capo delle Gallerie degli Uffizi, il museo della Moda ha aperto le proprie collezioni alla contemporaneità, grazie anche a recenti donazioni elargite dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e Pitti Immagine che hanno consentito di integrare numerosi pezzi maschili con le collezioni preesistenti, principalmente incentrate sulla moda femminile.

Il patrimonio del museo è stato inoltre interamente digitalizzato, attraverso campagne fotografiche e di catalogazione, per inserire le collezioni del museo all’interno degli Archivi Digitali delle Gallerie.

Sala abito Eleonora Duse
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