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“Divina Simulacra” in mostra agli Uffizi le sculture classiche come non si sono mai viste

Dal 12 dicembre al 30 giugno una grande mostra che raccoglie al piano terreno del museo le statue principali dell’antica collezione medicea: tra queste anche la Venere Medicea, “superstar” del museo tra il XVIII e il XIX secolo

Corpi candidi come il latte danzano, si abbracciano oppure lottano mettendo in mostra muscoli e volti che provengono dal passato.

Per la prima volta le più belle statue antiche degli Uffizi saranno esposte fino al 30 giugno 2024 nelle sale al piano terra del museo.

In questi ampi spazi i visitatori potranno vederle e ammirarle da vicino, in tutta la loro bellezza e nei minimi dettagli all’interno della grande mostra “Divina Simulacra. Capolavori di scultura classica della Galleria”.

Per breve tempo, alcune delle opere classiche più celebri degli Uffizi verranno così poste fuori loro collocazioni storiche, in modo da creare nuovi e interessanti accostamenti.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: “La collezione di scultura antica agli Uffizi è la più importante in Italia a nord di Roma, ed ha un ruolo centrale non solo nella costituzione del museo, ma anche come fonte di ispirazione per l’arte dei secoli successivi, e non limitatamente al Rinascimento. La mostra darà non soltanto la possibilità di vedere i massimi capolavori da ogni lato, da lontano e da vicino, con una illuminazione nuova che permette di studiare anche i resti delle antiche policromie, ma mette in evidenza anche contesti passati e oramai perduti, come la sala delle tre Veneri, e addirittura quelli originali, rimettendo insieme per la prima volta i gruppi dell’ ‘Invito alla danza’ e della ‘Punizione di Marsia’ ”.

Gruppo dell’invito alla danza

Le opere in un dialogo silenzioso

La bellissima Venere dei Medici torna finalmente visibile da vicino e non più da notevole distanza come da anni impone il divieto di accesso alla Tribuna da parte del pubblico. In questo occasione è di nuovo circondata da quelle effigi di Venere, come la Venere Aurea e la Caelestis, che, sino alla fine del XVIII secolo, le facevano da corona all’interno della Tribuna, tanto da suggerire ai visitatori l’impressione che questo ambiente fosse “a little Temple inhabited by Goddesses” cioè “un piccolo tempio abitato da dee”, secondo Edward Wright (1730).

Il Fauno danzante della Tribuna ritrova la Ninfa seduta sistemata nel secondo corridoio, in modo da ricomporre il gruppo dell’”Invito alla danza”, uno dei capolavori della statuaria ellenistica di ambito microasiatico.

Allo stesso modo, l’Arrotino, uno degli ospiti storici della Tribuna, può finalmente essere avvicinato al Marsia appeso del terzo corridoio, così da restituire unità al gruppo, originariamente completato anche dalla figura di Apollo.

È infine restituita all’interesse del pubblico nella sua interezza la splendida serie di dodici erme antiche con ritratti di filosofi, atleti, poeti e statisti greci, destinata originariamente da Ferdinando I a ornare il giardino di Villa Medici sul Pincio.

Il curatore dell’Antichità classica delle Gallerie degli Uffizi Fabrizio Paolucci ha detto: “La statuaria classica è stata, per secoli, la ragione principale per cui, da tutta Europa, si veniva a Firenze per visitare la Galleria degli Uffizi. Questa mostra vuole restituire, almeno per breve tempo, un ruolo da protagonista ai marmi greci e romani che popolano il complesso vasariano, offrendo ai visitatori una selezione dei più celebrati capolavori antichi che, da sempre, hanno costituito il vanto delle collezioni medicee”.

Venere medicea

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