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San Lorenzo, dalla bottega orafa Penko nasce il Poliedro di Michelangelo

Una nuova tradizione fiorentina dell’Opera Medicea Laurenziana che unisce storia, arte e artigianato nel nome del copatrono di Firenze

Il poliedro di San Lorenzo realizzato dalla bottega orafa Paolo Penko

Una nuova tradizione fiorentina in cui la storia, l’artigianato e l’arte con la “a” maiuscola si legano alla festa del copatrono: San Lorenzo. In occasione delle celebrazioni del 10 agosto l’Opera Medicea Laurenziana quest’anno ha scelto di donare all’Arcivescovado e al Comune il Poliedro di San Lorenzo. Un omaggio che si ripeterà ogni anno. Un capolavoro dell’artigianato artistico che rimanda a uno degli artisti più grandi del Rinascimento: Michelangelo.

L’opera realizzata in argento dalla Bottega Orafa Paolo Penko riproduce il Poliedro: una forma geometrica costituita da 60 facce scelta da Michelangelo Buonarroti per essere posta sulla lanterna della Sagrestia Nuova. Il Poliedro, secondo le intenzioni dell’artista, per l’effetto sfavillante dovrebbe esprimere la “quintessenza del fuoco”, in pratica dello Spirito Santo e della luce divina.

Inoltre il poliedro viene utilizzato come simbolo di unità, della Chiesa e dell’umanità: dove ognuno concorre al bene comune. Lo stesso Papa Francesco più volte ha ricordato questa immagine perché esprime la forma più completa dell’unità che non annulla la molteplicità ma anzi crea comunione attraverso il legame tra le diversità.

Paolo e Alessandro Penko con il premio Bel San Giovanni

Una nuova tecnica di lavorazione a martello

Nel Poliedro di San Lorenzo che sarà consegnato la Croce è riprodotta fedelmente in forma e proporzioni, ma ogni anno con una decorazione diversa. Per la prima edizione è stata scelta una particolare tecnica di lavorazione a martello chiamata cesoro. Per la bottega orafa Paolo Penko un’altra sfida, vinta.

Nell’opera il Poliedro poggia su un nodo decorato come fosse una ghirlanda di alloro. Duplice la valenza: simbolo di speranza e richiamo a Lorenzo il Magnifico, padre di Leone X, e in senso ampio alla famiglia de Medici, la cui storia è da sempre intrecciata a quella della Basilica.

Sulla base è inciso in caratteri romani l’anno di donazione chiuso da una testa leonina, riproduzione di una delle otto che decorano la presa del Poliedro sulla cupola. Altro richiamo a papa Leone X Medici oltre che alla Città di Firenze tramite il suo antico simbolo pagano del Marzocco.

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