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San Pancrazio, il borgo della Valdambra rinato due volte

La ripartenza dopo l’eccidio nazista del 1944 in cui furono trucidati 55 civili, negli ultimi anni il boom del turismo grazie a Palazzo Tiglio

La piazza di San Pancrazio

San Pancrazio si staglia dall’alto della sua posizione a cavallo della Valdambra e della Valdichiana. È un borgo di 200 anime che come un’araba fenice è rinato dalle sue ceneri più volte. La prima dopo l’eccidio del 29 giugno del 1944 dove 55 abitanti del paese vennero trucidati dai tedeschi nelle cantine del conte Pierangeli. Il borgo si salvò in quell’occasione per la forza d’animo di moglie e madri delle vittime che decisero di continuare a vivere e a lavorare lì.

La seconda svolta è avvenuta negli ultimi anni quando è arrivato un fotografo svedese che ha investito nel paese creando un boutique hotel, un ristorante di fine dining e una bottega/bar che serve abitanti e turisti. Un’iniziativa preziosa per contrastare lo spopolamento dell’abitato. Così il borgo lungo l’antica Strada dei Procacci continua ad accogliere visitatori: un tempo pellegrini e commercianti diretti a Roma, oggi viaggiatori alla ricerca di un’autentica esperienza.

John davanti all’hotel Palazzo Tiglio – foto Raffaella Galamini

A innamorarsi del borgo è stato lo svedese John Weirich, ex studente al Polimoda e apprezzato fotografo di interior design, alcuni anni fa. Prima con la sua famiglia ha acquistato una casa vacanze. Cinque anni fa ha deciso di acquistare l’ultimo negozio presente in paese immaginando che la scomparsa di qualsiasi attività avrebbe decretato con ogni probabilità lo spopolamento dell’abitato.

Il ristorante di Palazzo Tiglio

Ha trasformato il fondo acquisito nella cantinetta di San Pancrazio dove gli abitanti del paese possono fare una spesa spicciola e quotidiana, mentre viaggiatori e turisti hanno l’occasione di fare colazioni, spuntini e aperitivi anche nel vicino giardino approfittando del wine bar presente.

La cantinetta di San Pancrazio e Palazzo Tiglio – foto di Raffaella Galamini

Weirich ha poi restaurato un palazzo di epoca seicentesca, di proprietà nel corso dei secoli di famiglie nobili toscane, trasformandolo nel boutique hotel Palazzo Tiglio. Una struttura ristrutturata con cura dai proprietari e ammobiliata le sette camere disponibili con mobili antichi e opere d’arte. L’albergo è membro di Small Luxury Hotels of the World, Historic Hotels of Europe, Hip Hotels e Historic Hotels in Italy.

Una delle stanze di Palazzo Tiglio

Poi, dopo il risanamento delle cantine, ha aperto il ristorante gourmet con una suggestiva terrazza esterna. La cucina è affidata all’executive chef Mattia Parlanti per una proposta di mare e di terra che valorizza i prodotti tipici della Toscana. In sala il capo cameriere e sommelier Danilo Salvi. Gli ospiti possono poi approfittare dei giardini con cocktail bar e piscina. Il complesso di Palazzo Tiglio festeggia proprio in questi giorni tre anni d’attività. Una realtà che guida il riscatto della piccola frazione del comune di Bucine nel segno di un turismo di qualità.

La mostra d’arte di Etienne Krähenbühl in corso a San Pancrazio

Un borgo destinato agli amanti del fine dining, di una Toscana minore, dell’ambiente e della cultura. Ogni anno il paese ospita, grazie all’impegno di John Werich, ospita mostre con artisti di fama internazionale. Nella chiesa di San Rocco Etienne Krähenbühl ha allestito la mostra “Uncertain Lightness” fino al 19 settembre.

Dalla metà degli anni ’70, Etienne Krähenbühl ha presentato le sue opere in numerose mostre personali e collettive in Svizzera, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Italia e Stati Uniti. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, nel 2009 gli è stato conferito il Premio della Fondazione Edouard Maurice Sandoz.

Il monumento a San Pancrazio che ricorda le vittime dell’eccidio nazista – foto Raffaella Galamini

Il ricordo dell’eccidio nazista e delle sue vittime vive ancora, attraverso l’impegno dell’amministrazione comunale, grazie al Museo della Memoria e all’Archivio Digitale della Memoria. Esistono anche il Centro Interculturale Don Giuseppe Torelli, dedicato al parroco della comunità che fu tra le vittime della strage.

Il museo della memoria a San Pancrazio

Nel giardino retrostante un roseto in memoria dei civili trucidati. Presente anche una grande statua marmorea opera di Firenze Poggi a ricordo della tragedia. L’opera rappresenta una madre che stringe a sé i figli, mentre osserva l’orizzonte. Sul leggio adiacente compare la scritta: “Qui a perpetuo ricordo dei misfatti della storia, nel luogo segnato dalla tragedia, una madre afferma la vita come un faro sul giardino delle rose…. verso la valle”.

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