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Silvia Frasson racconta il coraggio dell’eroina partigiana Gabriella Degli Esposti in “Poveri noi”

Venerdì 10 novembre al Teatro delle Arti di Lastra a Signa in prima assoluta lo spettacolo vincitore del prestigioso Premio Giacomo Matteotti

Silvia Frasson in Poveri noi - © Roberto Cere

“Balella” era il soprannome di Gabriella Degli Esposti una partigiana, una donna coraggiosa che in nome della libertà ha perso la sua vita e quella del figlio che portava in pancia durante la Resistenza. 

Racconta la sua storia incredibile l’autrice e attrice Silvia Frasson in “Poveri noi – Storia di una famiglia nella tragedia della guerra”, con la regia di Andrea Lupo, che andrà in scena in prima assoluta venerdì 10 novembre al Teatro delle Arti di Lastra a Signa. 

La storia della famiglia di Gabriella Degli Esposti, Partigiana Medaglia d’oro al Valore Militare è un pezzo della grande storia collettiva dell’Italia e allo stesso tempo la storia di una famiglia qualunque che si trova ad affrontare la guerra.

Gabriella era madre ma non ha mai pensato di rinunciare in nessun modo a quello che si sentiva di fare

Il punto di vista o meglio colei che racconta gli avvenimenti, è la figlia (ancora in vita) di Gabriella: Savina Reverberi Catellani, che ha partecipato con la sua testimonianza diretta come consulente storica durante la scrittura dello spettacolo.

“La figlia di Gabriella Savina ha 92 anni ma è vivissima, una dodicenne di spirito – ci ha racontato Silvia Frassonla scorsa estate l’ho incontrata e ho conosciuto una donna incredibile. Nel momento in cui hanno portato via la mamma era presente, il rastrellamento è accaduto davanti a lei che aveva 7 anni, se l’è vista strappare dalle braccia e poi non l’ha più vista. È come se Savina fosse rimasta emotivamente a quel momento, quando ti racconta quello che è successo, te lo racconta come se fosse successo ieri. La sua testimonianza è stata fortissima. Per me l’unica possibilità di raccontare questa storia era con i suoi occhi, gli occhi di Savina bambina e così è stato”.

Silvia Frasson – © Antonio Viscido

“Gabriella era una che ha fatto della sua casa una base di appoggio per la resistenza. prosegue FrassonGestiva i messaggi dei combattenti e faceva piccole azioni di sabotaggio durante le quali portava anche le figlie Savina e la sorella. Nascondeva delle armi nelle buste della spesa, per esempio, era madre ma non ha mai pensato di rinunciare in nessun modo a quello che si sentiva di fare. Allo stesso tempo, coinvolgendo le figlie le ha iniziate a una comprensione del mondo di un certo tipo. Tutt’ora Savina, a 92 anni, parla della politica di oggi con una rabbia viva e attuale, contemporanea”.

La mia sfida principale quando mi metto a scrivere, a raccontare storie è trovare un modo efficace per arrivare al cuore delle persone

Lo spettacolo “Poveri noi” Silvia Frasson si è aggiudicato anche un riconoscimento importante: il Premio Giacomo Matteotti – sezione Opere letterarie e teatrali – prestigioso concorso organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dedicato a testi che illustrano ideali di fratellanza tra i popoli, libertà e giustizia sociale.

“Facciamo un mestiere che si basa sul riscontro degli altri.commenta Silvia Frasson – Sono gli altri a chiamarti, a venirti a vedere, a farti proposte. Dipendiamo dal plauso del pubblico. Quando arriva un riscontro così importante per noi è tanto, è un bel riconoscimento. Mi fa capire che sono sulla strada giusta.”

L’impegno sociale per Silvia Frasson è il cardine attorno al quale gira la sua attività teatrale come autrice e attrice. Sul palco porta temi che hanno a che fare con la contemporaneità, con la società che ci circonda. Il suo spettacolo “La vita salva” parla dell’importanza della donazione di organi, mentre in “La migliore versione di me” racconta storie di affidamento familiare.

“Come tutto nella mia vita è tutto puramente istintivo, vado dove mi sento che devo andare, – dice Silvia FrassonLa vita salva è nato da un’urgenza personale, una reazione a delle cose che sono accadute nella vita. Ho avuto perdite importanti e avevo bisogno di raccontare una storia in cui la vita è più forte persino della morte. Gli altri spettacoli sono arrivati per commissione, storie che mi sono venute a cercare, a stanare. Più che una scelta a tavolino dipende dal fatto che la mia sfida principale quando mi metto a scrivere, a raccontare storie, è trovare un modo efficace per arrivare al cuore delle persone, senza essere banale o retorica. Anche la storia di Poveri noi non è una storia solo tragica, nella prima parte le difese degli spettatori si abbassano e in quel momento arriva quello che deve arrivare, è una strategia”.

Silvia Frasson in Poveri noi – © Roberto Cere

 

 

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