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Guidy, imparare l’educazione stradale ‘giocando a carte’

Grazie ad un gioco di carte gli alunni delle scuole primarie potranno imparare il codice della strada

Promuovere il senso civico, i corretti comportamenti lungo la strada, conoscere i segnali stradali e imparare le regole del codice della strada sono alcuni degli obiettivi del progetto Guidy, il gioco di carte didattico per giocare e sviluppare le competenze degli studenti delle scuole primarie in materia di sicurezza stradale.

Saranno oltre 3mila i mazzi di carte Guidy che la Regione, su iniziativa dell’Osservatorio Regionale per la sicurezza stradale, acquisterà e distribuirà in tutte le scuole primarie toscane che ne faranno richiesta a partire dal prossimo anno scolastico, grazie anche ad un accordo di programma, siglato proprio oggi, che fissa un percorso di collaborazione tra la Regione e la Direzione scolastica regionale in tema di promozione della cultura della sicurezza stradale. Il progetto Guidy, infatti, rappresenta la prima iniziativa concreta con cui si darà attuazione al protocollo.

Guidy è stato sperimentato, durante questo anno scolastico, dalla scuola primaria De Amicis di Sesto Fiorentino (FI) con ottimi risultati, i bambini infatti hanno dimostrato interesse e sono stati capaci di riportare le informazioni apprese nella loro quotidianità.

L’assessore regionale alle infrastrutture ha spiegato che anche le migliori opere stradali per la messa in sicurezza diventano inutili se manca l’educazione al rispetto delle regole e il senso civico. Ha poi ricordato che tramite l’Osservatorio la Regione dal 2011 è impegnata nel promuovere e coordinare iniziative, come questa, per l’educazione stradale. Proprio per questo, la collaborazione con il MIUR e con l’Ufficio scolastico regionale è preziosa perché insegnare l’educazione stradale ai bambini, già dalle elementari, è fondamentale, sia per la loro formazione, che per traghettare importanti messaggi all’interno delle famiglie.

Come si gioca a Guidy? E quali comportamenti trasmette? Lasciamo la parola agli alunni che lo hanno testato in questo video:

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