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Da Gaza a Firenze per curarsi, il Meyer accoglie altri quattro bimbi palestinesi

Giani: “Toscana apre il proprio cuore”. L’assessora Spinelli: ““Professionisti esperti ed umani. Costruire ora un percorso di inclusione”

L’arrivo dei bambini di Gaza al Meyer

Salgono a sette i bambini palestinesi della Striscia di Gaza accolti al Meyer di Firenze. Ai primi tre  arrivati a fine gennaio, ora si aggiungono i quattro minori giunti da La Spezia lunedì 5. I bambini: di età compresa tra i due anni e mezzo e i dieci anni da una prima valutazione presentano soprattutto patologie di tipo traumatico. Ora sono ora seguiti all’ospedale pediatrico toscano e avranno tutte le cure appropriate.

La settimana scorsa, il 29 gennaio, alla due di notte era stato il presidente della Toscana Eugenio Giani ad aspettare in ospedale l’arrivo dei primi tre bambini. Questa volta ad accogliere altri quattro bimbi c’era l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli.

Giani: la Toscana apre il proprio cuore

La nostra regione – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani allarga le proprie braccia ed apre di nuovo il proprio cuore per accogliere e rendere ancora una volta effettivo il diritto alla salute di chi, nel proprio paese, non può vederlo soddisfatto. Offriamo oggi una speranza di cura ad altri bambini e ringrazio il direttore generale del Meyer Paolo Morello per la dedizione con cui li seguirà”. “Ma la Toscana – prosegue Giani – accoglie ed allarga le proprie braccia non solo in occasione di conflitti e gravi emergenze. Lo fa anche in assenza di guerre o cataclismi, così come investe con convinzione nella cooperazione sanitaria internazionale a difesa di tre principi cardine della sanità pubblica quali equità, accesso universale e lotta alle disuguaglianze”.

L’impegno del personale del Meyer

La paziente più piccola, due anni e mezzo, presenta una lesione al midollo riportata dopo il crollo dell’abitazione: verrà ricoverato in neurochirurgia insieme a mamma e alla sorellina di dieci mesi, che sta bene. Il piccolo di tre anni e mezzo sarà trasferito in neurologia insieme alla mamma, mentre il babbo e i fratelli saranno ospitati in una struttura nei pressi dell’ospedale. La bambina di otto anni, che ha un problema epatico, sarà curata in pediatria. Il bambino di dieci anni, infine, che è arrivato accompagnato dalla mamma, sarà affidato alla neurochirurgia per un trauma cranico.

Ancora una volta, medici e infermieri del pediatrico fiorentino mettono a disposizione la loro professionalità per dare una risposta a tutti i problemi di salute dei bambini. Mobilitati, come sempre in questi casi, anche i servizi degli assistenti sociali.

Spinelli: dall’assistenza all’inclusione

A tutti loro va il grazie dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, che sottolinea la professionalità e l’umanità di chi lavora all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. “Caratteristiche e doti essenziali per rapportarsi con persone che arrivano da zone in conflitto, che soffrono traumi non solo fisici ma anche psicologici ed umani” dice. “Altrettanto importante – aggiunge – è che questa accoglienza venga fatta in una struttura pubblica, capace di garantire cure complessive”.

L’assessora Spinelli ringrazia quindi il terzo settore, una “peculiarità positiva di questa regione, impegnato nel garantire accoglienza e diritti alle persone”.

Il lavoro che ci attenderà dopo l’assistenza sanitaria – conclude – è adesso l’attivazione sul territorio di un percorso di inclusione capace di far sentire queste persone a casa nonostante che siano da casa molto lontane. Per questo sarà necessario collaborare con i Ministeri che hanno organizzato gli arrivi”.

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