Enogastronomia/

Nelle Crete Senesi ultimi giorni di caccia al pregiato tartufo bianco

Si chiude un’annata difficile per i tartufai, a causa dei cambiamenti climatici, e ora chiedono una legge nuova per tutelare il tartufo italiano

Ultimi giorni di caccia al tartufo bianco nelle Crete Senesi, dove la stagione di cerca e raccolta si chiuderà il 31 dicembre. È il momento di tracciare un bilancio del 2019, che non è stato un anno semplice per chi lavora nel settore del pregiato fungo ipogeo.

“È stata un’annata difficile per i mutamenti climatici – spiega il presidente dell’Associazione Tartufai Senesi Paolo Valdambrini – ciononostante il territorio delle Crete senesi, ben gestito, ha retto a queste avversità e all’alternarsi di piogge torrentizie a giorni di secca. La produzione si attesta nella media, la qualità ha tenuto e i prezzi sono rimasti su listini standard, 1.500-1.600 euro ma anche meno. Dunque alla fine il consumatore non ha pagato il conto del clima pazzo”.

Ma più che il bilancio in chiaroscuro della raccolta, a preoccupare i tartufai senesi è l’assenza di norme moderne oltre che il proliferare di salse aromatizzate al bianco e l’arrivo dall’estero di esemplari spacciati come italiani. Per Valdambrini “la legge nazionale è anticata, deve essere rivista e sarebbe opportuno fare un calendario unico annuale. Ci vogliono poi controlli: sta arrivando – denuncia – tartufo da mezzo mondo, spacciato poi per italiano. Va tutelata una nostra eccellenza”.
In Toscana passato Capodanno i sentori del vero tartufo torneranno col Marzolino, detto anche Bianchetto.

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